romanzo contemporaneo
NN Editore
20 gennaio 2022
cartaceo, ebook
240
A tredici anni, Henry si sente separato dal mondo. Vive con sua madre Adele, una donna bella e triste, che dopo un divorzio difficile si è chiusa in se stessa; ha poche occasioni di svago e nessun amico, finché nel fine settimana del Labor Day un uomo dai vestiti sporchi di sangue lo avvicina al supermercato, chiedendogli aiuto. Si chiama Frank e rivela di essere evaso dall'infermeria del penitenziario , ma nonostante il rischio Henry e Adele non esitano ad accoglierlo in casa con loro. E in pochi, intensissimi giorni, la loro vita cambia radicalmente: Adele riscopre la passione con Frank, che cerca di redimersi da un tragico errore; Henry trova finalmente una figura paterna, con cui imparare a giocare a baseball, a cucinare una torta perfetta, a confrontarsi con la gelosia e l'amore.
Così, mentre fuori la polizia dà la caccia a Frank, in casa il tempo sembra scorrere lento, racchiuso nell'intimità di una famiglia ritrovata.
“Il sesso è una droga, mi aveva detto Eleanor. Arrivai alla conclusione che la vera droga fosse l’amore. Quel sentimento raro per cui non si trova spiegazione” – da “Un giorno di festa” di Joyce Maynard, NNE
Una madre bella e ferita nell’anima, un figlio che sta crescendo e si interroga sulla vita, un uomo evaso dal carcere, in fuga. Un incontro, una mano tesa ed è subito famiglia. La loro isola felice rischia di sprofondare negli abissi del mondo fuori da un momento all’altro.
“Non esiste un altro piatto capace di ispirare emozione più forte – passione oserei dire – del più umile dei dessert, la torta di frutta”
Che tenerezza! Questa è l’esclamazione che ho proferito a fine lettura. È il nome del sentimento che i tre protagonisti hanno suscitato in me. È una storia dolce e triste, raccontata in prima persona da Henry, un ragazzino che vive con sua madre, Adele. Non ha molti ricordi di quando suo padre stava con loro, li ha lasciati quando era molto piccolo per stare con un’altra donna con la quale si è ricreato una famiglia. Per quanto provi a coinvolgerlo in questa sua nuova vita, per Henry il suo posto è solo con Adele, la sua mamma.
“Gli occhi di lei, quando lui l’aveva toccata, avevano avuto una tale espressione. Come di chi ha vagato a lungo nel deserto, e finalmente trova l’acqua”
Henry, a tredici anni, è ancora piuttosto ingenuo, nonostante Adele gli si rivolga come fosse un adulto, usando pochi filtri. Si fa tante domande e cerca da sé le risposte, cadendo nella confusione totale. Non ha molta autostima perché si sente diverso dagli altri ragazzi e forse lo è: lo legge negli sguardi compassionevoli dei vicini di casa e del suo stesso padre. L’uomo che l’ha generato sente più affinità verso il figlio della seconda moglie che verso di lui, sangue del suo sangue. Henry non ha amici e non è un bravo sportivo. Eppure sa vedere cose che agli altri sfuggono. Sa che non ha nulla da temere da quell’uomo che gli chiede aiuto.
Frank è ricercato dalla polizia e il mondo intero lo identifica con quel criminale descritto dai notiziari. Un evaso accusato di omicidio. Un pericolo per la società. A dispetto di tutto, entra con garbo nella vita di Henry e Adele ed è come se ne facesse parte da sempre. Non è un intruso, bensì quella tessera mancante di un mosaico incompleto da troppo tempo. Frank è gentile, paziente e guarda Adele come fosse un dono inaspettato, con meraviglia e gratitudine.
“Ti mordi il labbro quando cuci, disse. Te l’ha mai detto nessuno? No, nessuno aveva mai notato né quella né molte cose che Frank notò di lei quel giorno” – Un giorno di festa
Adele è bellissima e sola. Dopo l’abbandono del marito, ha sentito il bisogno di isolarsi dal mondo, sentendosi al sicuro solo tra le mura di casa sua. Ha perso la vivacità e il senso del ritmo che facevano di lei una ballerina brillante, sempre pronta a scatenarsi in pista, volteggiando leggera tra le braccia del suo cavaliere. È una donna complicata, forse perché troppo sensibile o perché divorata dal senso di colpa in seguito ad una scelta presa nel passato, che le ha condizionato la vita. La sua calma è solo apparente perché vive ogni sentimento più intensamente rispetto agli altri. È da questa sensibilità che il marito è fuggito, mettendosi con una donna più semplice.
“Non riusciva a fare niente a metà. Viveva tutto in modo così intenso che il mondo era troppo per lei” – Un giorno di festa
Marjorie è più giovane di Adele, ma non così bella. La sua vera attrattiva consiste nell’esser garante di una vita lineare e priva di scosse. Il suo essere ordinaria e prevedibile.
“Un uomo migliore di me sarebbe rimasto, per aiutarla a superare la cosa. Ma dopo un po’ io non ce l’ho più fatta, a gestire tutta quella tristezza. Volevo una vita normale. Me la sono data a gambe, in pratica”
Il linguaggio narrativo è semplice poiché l’autrice ha scelto quale narratore il giovanissimo protagonista che, pur essendo in fase di crescita, mantiene la sua innocenza di base. Il ritmo è rapido, in quanto si tratta di una lettura estremamente scorrevole, dallo stile delicato, leggero e gentile. Contiene notevoli spunti di riflessione e bellissime metafore.
I personaggi appaiono coerenti e, per questo, credibili. Essi vengono descritti in tutta la loro completezza. Attraverso il linguaggio del corpo, il tenore delle loro conversazioni, ma soprattutto il modo di rapportarsi gli uni con gli altri e con il mondo fuori.
Non appena ho saputo dell’uscita di “Un giorno di festa”, ho desiderato fortemente di poterlo recensire. Avevo già letto in precedenza “L’albero della nostra vita” della stessa autrice, apprezzandone lo stile e la scrittura, emozionandomi nel seguire la trama pagina dopo pagina. Non vedevo l’ora di poter leggere qualcosa d’altro della Maynard, ed eccomi accontentata!
“Oggi è il mio giorno fortunato, disse Frank. Forse anche il vostro”
“Un giorno di festa” ha confermato il mio giudizio positivo e la mia stima verso l’autrice, entrata a far parte della rosa dei mie scrittori preferiti.
Questo romanzo contiene un messaggio sublime. È un inno alla fragilità. Per la prima volta, questa non viene vista come un difetto, un aspetto della personalità da celare, mascherare, rinnegare o dal quale fuggire. Al contrario, è cosa preziosa e delicata. E, come tale, va tutelata e protetta. Un compito non alla portata di tutti. Comporta un certo grado di responsabilità e grande comprensione. Doti talmente rare che i tre protagonisti non sospettano neppure di possedere.
Ognuno protegge la fragilità dell’altro mentre per il mondo ha altri nomi: stravaganza, stranezza, dissennatezza o addirittura disagio. Tutte parole che spaventano e che sanno di fatica.
“Ecco una cosa su cui loro due – mia madre e Frank – potevano dirsi d’accordo: era dura affrontare il mondo esterno” – Un giorno di festa
L’insegnamento implicito in questa storia è che non bisogna scoraggiarsi se non si riesce ad arrivare alla meta perché si hanno le gambe più corte degli altri, quelli che sembrano sempre un passo più avanti. Occorre solo scegliere un sentiero più agevole e adatto a noi, trovare una mano gentile che ce lo indichi e una voce fuori dal coro che parli solo per noi e ci dica piano “io credo in te”.
Vi ho incuriositi almeno un po’ in merito a questa lettura?