Romanzo contemporaneo
We Edizioni
04 novembre 2022
Cartaceo
506
Bea,
un mondo fatto di sfumature grigie,
in una scala di neri prepotenti
e di pochi, pochissimi bianchi.
Bea e suo padre.
Bea e la sua purezza.
Bea e la sua migliore amica: la paura.
Aveva 8 anni, oggi molti di più.
Buon viaggio nelle sue emozioni,
nella sua costante altalena dell’amore,
del successo, della perdita.
Sono Beatrice Pascal, accomodatevi,
state per entrare in un’altra vita!
“Un’altra vita” di Lidia Laudani è un romanzo in cui succede di tutto! Battaglie personali, rinascite, innamoramenti, rimorsi, vite spezzate, sogni infranti, confessioni inaspettate.
La protagonista è Beatrice Pascal, una giornalista radiofonica che vive a Tradate, in provincia di Varese. È una ragazza intraprendente e coraggiosa.
“Ora che ho trent’anni per arrivare dove sono giunta, ho costruito, distrutto e di nuovo costruito la mia vita”
L’intervista ad un cantante famoso darà una svolta alla sua carriera, ma anche alla sfera del privato. Riuscirà questa “sciocca giornalista a resistere al fascino di una star internazionale?”.
A volte, ingenuamente, si ritiene che sia sufficiente fare un buon lavoro per mettere in secondo piano la propria avvenenza. In realtà, occorre avere una grande forza di carattere per saper dire di no e non farsi coinvolgere in situazioni compromettenti.
L’autrice ci fornisce subito un consiglio: “Credo che la vita sia breve quanto un respiro, ma anche senza di esso non c’è vita”. Talvolta accadono degli eventi inaspettati, ma sono proprio quelli a darci la spinta per andare avanti.
“Un’altra vita” è un romanzo che offre molti spunti di riflessione perché tante sono le tematiche affrontate nel corso dei trentanove capitoli più il Prologo e l’Epilogo.
Bea racconta, in prima persona, la sua storia nociva con l’ex fidanzato, Stefano. L’amore che le dimostrava era malato e violento. La ragazza era arrivata a convincersi di essere lei la causa dei repentini ed improvvisi scatti d’ira.
“Ero dunque io a trasformarlo in una belva feroce? A poco a poco mi ero convinta che fosse proprio così e mi odiavo per questo. Ho cercato di correggermi per essere la donna che lui desiderava.” – Un’altra vita
Le parti nelle quali l’autrice parla di questo argomento mi hanno fatto riflettere: chissà quante situazioni simili ci sono, purtroppo!
“Chi è Beatrice Pascal?”. Una sognatrice che tende a nascondersi dietro ad una maschera di cinismo a causa del trauma subito in seguito all’abbandono del padre, il famoso fotografo Patrick Pascal.
“Tuo padre era conosciuto come occhio di lince per la sua eccezionale capacità di cogliere i dettagli più criptici e di creare inquadrature. I suoi occhi, bambina mia, erano più potenti dell’obiettivo della sua reflex”
La parabola della carriera del padre fu discendente: denunce, molestie, alcol, violenza. Altra tematica forte: a causa del rapporto devastante col papà, per Bea è difficile sentirsi degna dell’amore di un uomo. Da qui il rapporto tossico con Stefano. Eppure, all’inizio, sembrava la storia perfetta, con la musica giusta come colonna sonora.
“Poi il suono si sporca e la melodia soave si trasforma in un suono gracchiante, stridulo, che ti fischiare le orecchie. Lo vorresti interrompere, ma il tasto di spegnimento è rotto e non c’è modo di arrestarlo”
Il timore di Bea è che, ogni nuova storia inizialmente sembri una bella canzone per rivelarsi, poco alla volta, sgradevole e stonata.
Con delicatezza l’autrice affronta il tema dell’annullamento della personalità, della violenza fisica e del controllo psicologico.
“Per stemperare la sua aggressività, lo baciavo, poi correvo in radio pensando che si fosse solo svegliato di malumore”
Il capitolo più toccante è quello in cui parla della malattia degenerativa della madre. La donna accarezza la figlia senza riconoscerla e le parla, raccontando aneddoti come se fosse una sconosciuta.
Quando accadono queste situazioni, si vorrebbe riavvolgere il nastro, tornare indietro e fare tutto quello che non abbiamo avuto il tempo o la voglia di fare. Fa riflettere che, ad un certo punto della vita, i ruoli si capovolgano: sono i figli ad accudire i genitori.
Fu suo padre – quel Patrick Pascal che la ragazza si propone di eliminare dalla sua vita – ad averle regalato la prima macchina fotografica, insieme ad un diario con scritte solo tre parole:
“Sono Beatrice Pascal…”
Proprio in questo modo l’autrice conclude ogni capitolo, aggiungendo una massima relativa all’argomento appena affrontato.
“Sono Beatrice Pascal e sono combattuta tra la vendetta e il perdono”
Scrivere diventa un mezzo per esorcizzare i suoi demoni: gli episodi di bullismo subiti durante l’adolescenza e aver convissuto con delle “anime nere” come Stefano e suo padre. La violenza verbale, la paura e la violenza soffocano tutto e finiscono per infliggere le punizioni peggiori.
Quando tutto crolla, vi siete mai sentiti precipitare nel vuoto? Avete mai avuto la sensazione di cadere, di scivolare e di non avere la forza fisica di reagire?
“Ci sono giorni in cui tutto sembra ingombrante, asfissiante, pesante, come un macigno sopra la testa. Sono paralizzata nella convinzione che mi colpirà in pieno e non mi rimarrà altro da fare che tentare di rimettere insieme i cocci, ancora e ancora, per l’ennesima volta, e non sono pronta” – Un’altra vita
Lidia Laudani, con la sua scrittura, scintillante ed ipnotica, che tiene incollati alla storia, ci fornisce un consiglio tra le righe.
A volte le cose non sono come sembrano. Spesso abbiamo la verità davanti agli occhi ma fingiamo di non vederla, distratti da qualcos’altro.
Alla fine, vi rinnovo la domanda: Chi è Bea? Bea è un pezzo di tutte noi, della nostra vita, della nostra felicità, delle nostre lacrime, della nostra fragilità, del nostro coraggio.
“Sono Beatrice Pascal e la storia non finisce qui…”
Attendo di sapere il seguito!
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.