Romanzo rosa
Mondadori
8 maggio 2018
Kindle e cartaceo
319
Anais Kerper è la ragazza che tutte vorrebbero essere. Bella, intelligente, di famiglia benestante. Ha al suo fianco il ragazzo ideale e davanti a sé un futuro radioso. Eppure, dietro questa patina di perfezione, lei sta andando in pezzi, incapace di ribellarsi a una vita che non le corrisponde affatto. Una vita di cui ha il pieno controllo solo quando, chiusa fra le quattro mura del suo bagno, cerca il dolore per sfuggire alla realtà.
Desmond Ward è un ragazzo difficile. Orfano da quando aveva sette anni, ha alle spalle un passato di continui abbandoni e un'anima rattoppata. Nera. Sporca. Marcia. Ma il destino sembra finalmente tornare a sorridergli il giorno in cui una facoltosa famiglia decide di prenderlo in affido, regalandogli così la possibilità di una vita diversa, e forse perfino il sogno di diventare un giocatore professionista di football.
Una volta giunto nella loro villa, però, conosce Anais, la sua futura sorellastra, stupenda e fragile. E, subito, quello che è stato il loro mondo fino a quel momento si sgretola. L'uno coglie negli occhi dell'altra il suo stesso tormento e l'attrazione si fa largo dirompente. Incontrollabile. E proibita. Ciononostante Des e Ana non possono smettere di cercarsi, desiderarsi, e amarsi, perché solo l'uno tra le braccia dell'altra, per la prima volta, capiscono cosa significhi vibrare e sentirsi vivi.
Ma il mondo "fuori" non si lascia mettere in un angolo, al contrario si fa avanti minaccioso e li costringe a chiedersi fino a dove sono disposti a spingersi per difendere il loro amore. Quella di Anais e Des è una scelta difficile. Un sì o un no che richiederebbero un istante per essere pronunciati. Ma "la vita è fatta di istanti. E di respiri impigliati in gola, e del cuore in fondo allo stomaco che li precede. E poi c'è il 'mentre': quell'attimo in cui decidi se essere felice o soffrire".
Tutto il tempo del mondo è il racconto appassionato e coinvolgente di un amore totale e impulsivo, spesso insensato e incosciente, che punta dritto al cuore del lettore per non abbandonarlo più.
«Ho fatto a pugni con il mondo, Honey, ma tu sei il mio unico ko.»
Luna e Terra. Io e Anais siamo così: io il satellite, lei il pianeta attorno al quale ruoto.
Spenderei una vita a gravitarle intorno.
Restare senza parole per una che, come mi definisce mio marito, “parla anche con i bidoni” è molto strano. Eppure alla fine del libro sono rimasta così: ammutolita.
Ho scelto questo romanzo in quanto pensavo che fosse una tranquilla storia d’amore (non ho letto la sinossi fino in fondo…). Devo dire che mi sono ricreduta, il finale e non solo, mi ha lasciata basita; ho dovuto attendere due giorni per decidere cosa scrivere in questa recensione. Inizialmente, tenendo conto che non ero a conoscenza che ci sarebbe stato un seguito (anche se lo speravo), sono rimasta delusa dal finale che è “forte” e inaspettato ma poi ragionando e “facendo mio” quanto avevo letto ho dovuto cambiare idea.
Le emozioni, tante e diverse affollavano i miei pensieri: da un lato la forza dell’amore che lega i nostri protagonisti mi riempiva di tenerezza (potrei essere la loro mamma), dall’altra ho provato un immensa rabbia verso i genitori (se possiamo definirli tali) di Anais.
Des e Anais, due anime simili, vissuti in due contesti completamente differenti che si trovano per caso e dalla loro fragilità riescono a estrarre qualcosa di positivo che li porterà ad una crescita personale non indifferente.
Un libro che in certi passaggi può essere facilmente giudicato e criticato ma che, una volta assimilato, regala emozioni molto forti.
Des è il classico bad boy, con una vita di stenti e di continui rifiuti, cresciuto tra una famiglia affidataria e l’orfanatrofio, si troverà catapultato in un mondo non suo, fatto di belle case, scuole prestigiose e soprattutto falso, imperniato più su l’apparire che su l’essere.
Anais è la classica brava ragazza, costretta dai genitori a sottostare alle regole che il loro tenore di vita impone senza potersi minimamente ribellare. La freddezza e il distacco dei suoi genitori l’hanno resa fragile e accondiscendente ma la vicinanza di Des le darà il coraggio per trasformarsi da piccolo bruco frangibile a splendida farfalla.
Ci sono giorni in cui vorrei urlare, ma so che nessuno mi starebbe a sentire.
Odio ciò che vedo.
Odio mia madre e la sua ossessione per la linea.
Odio mio padre che vede chi non sono.
Odio i giorni in cui vorrei urlare anche se nessuno mi sta-
rebbe a sentire.
Odio non poter essere la diciassettenne che vorrei.
Sara Purpura
Sara Purpura nasce a Palermo nel 1981. Malgrado si definisca “cittadina del mondo”, non riuscirebbe a vivere altrove. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, ma il destino vuole che compia una scelta che la porta a riporre le idee nel cassetto per un po’. In questo frattempo non smette di scrivere, perché è il modo in cui si sente libera. Decide di farsi conoscere tramite i social network e, infine, trova la sua strada pubblicando per la “Genesis Publishing.” I suoi romanzi: Profumo di zagara e Oltre il buio, hanno ottenuto un discreto successo grazie al passaparola dei lettori. Ha poi pubblicato Il dono della felicità, La mia luce sei tu, Come il sole di notte e Le ombre del cuore. Sposata e madre di due figli che adora, Sara ama leggere qualsiasi cosa e per questo, si definisce una lettrice onnivora. “Chi legge vive storie, che non potrebbe vivere in una vita sola” è il suo motto. Scrive storie che le piacerebbe leggere e si emoziona mentre lo fa, sperando di riversare nei suoi racconti, parte della trepidazione che prova scrivendoli. Ama i romance, i grandi romanzi d’autore, i classici e gli storici. Scrive, legge e ama. La sua vita si ciba di questo.
I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.