Narrativa
HarperCollins
2 settembre 2021
cartaceo, ebook
384
In una scuola media dell’Oklahoma, un ragazzino di nome Khosrou, in piedi di fronte alla classe, sta cercando di raccontare una storia. La sua storia. Ma nessuno crede a una parola di quello che dice. Per i compagni lui è soltanto un tipo bizzarro che racconta un sacco di assurdità. Lo prendono in giro per il colore dei suoi capelli, i vestiti di seconda mano e il cestino del pranzo dall’odore strano…
Eppure le storie di Khosrou (che ora tutti chiamano Daniel), attraversano gli anni, a volte addirittura i secoli, e sono bellissime ma anche terribili. Raccontano di Isfahan, la città dai ponti coperti, della sua vecchia casa con una voliera di vetro tra le stanze, della notte in cui è dovuto fuggire dall’Iran con sua madre mentre la polizia li inseguiva, fino ad arrivare in Italia. Ma raccontano anche lo splendore di un tappeto di rubini e perle nell’antica Persia, la bellezza del fiume Aras e dei campi di zafferano che sembrano sanguinare nella luce del tramonto. Come Shahrazād in un’aula scolastica ostile, Khosrou tesse una storia per salvare la propria memoria, per rivendicare la verità. Ed è una storia vera. La storia di Daniel.
“Tutte le storie tristi sono false” è un libro che parla del potere delle storie, delle parole che costruiscono mondi, dei racconti capaci di legare le anime e di portarle a condividere la vita.
” Se mi ascolterai, ti racconterò una storia. Possiamo conoscere gli altri e dagli altri farci conoscere, così poi non saremo più nemici”
Tutte le storie tristi sono false
Khosrou ha dodici anni quando si trasferisce con la madre e la sorella in Oklahomab, diventando così un profugo. Prima, però, Khosrou viveva in Iran in una casa meravigliosa con la sua mamma, il suo papà e la sorella. Era una specie di principe e tutto andava bene. Da allora le cose sono molto cambiate per lui e i ricordi che ha cominciano a farsi sbiaditi e questo lui proprio non può permetterlo.
COMMENTO PERSONALE
Nell’esatto momento in cui ho posato gli occhi sulla copertina di questo libro sono rimasta incantata e rapita da quegli enormi occhi blu del bambino rappresentato.
“Tutte le storie tristi sono false” è la storia di Daniel Nayeri, autore stesso, che, ormai adulto, decide di andare indietro nel tempo, fino a tornare lui stesso il bambino di un tempo.
La scrittura è semplice e diretta e l’autore si rivolge al lettore come ad un suo carissimo amico a cui sta raccontando la sua vita. L’aspetto più interessante, però, è lo stile. Nuovo, fresco, e geniale. Tra ricordi del passato e i racconti del presente, Daniel Nayeri, è in grado di prendere per mano il lettore e di condurlo in un favoloso viaggio.
Non è facilissimo da capire e a volte ci si perde un po’, ma il suo segreto è quello di narrare ciò che è accaduto nella sua vita; cose belle, ma anche cose brutte come le varie discriminazioni, violenze ed emarginazioni, con la chiarezza e la limpidezza tipica dei bambini.
E così, tu che stai leggendo, ti ritrovi a passare da un racconto all’altro, dall’Iran a Dubai, dall’Italia fino ad arrivare agli Stati Uniti. E spesso ti soffermi a riflettere sulla moltitudine di emozioni e sensazioni che ti pervadono.
“Un ricordo rattoppato è la vergogna di un profugo” – Tutte le storie tristi sono false
Quello che vuole Daniel è molto semplice: contare i ricordi. Perché questa è l’unica cosa che ancora lo lega all’Iran e alle sue origini. Per lui dimenticare sarebbe motivo di vergogna perché vorrebbe dire perdere un pezzettino importante di se stesso.
“Se vuoi davvero sapere la verità, è dimenticare che fa più male. Un pezzo del tuo cuore fa un rumore che sembra un gemito e svanisce. Tutto qui. Sei qualcosa in meno” – Tutte le storie tristi sono false
Così, si scoprono un Paese, una religione e una cultura diversi, basati totalmente sull’ospitalità e il rispetto dell’altro, ma con rigidissime regole da seguire. Ed è per questo che Daniel, sua sorella e sua mamma sono costretti a fuggire.
Un bambino di cinque anni non può fare altro che chiedersi “perché?”.
Perché nessuno vuole giocare con lui? Perché tutti lo guardano con quest’aria di pietà? Perché non lo accettano? Perché il suo papà non lo vuole più?
Sono davvero troppi quei momenti in cui il piccolo Daniel si sente inadatto rispetto a tutti gli altri, si sente sbagliato. In fondo quello che desidera è solamente poter essere considerato uno come tanti.
“Forse sono io il testo rattoppato. Forse merito di essere picchiato in continuazione. Forse sono un bugiardo. Forse non merito un benvenuto. E forse non ho mai avuto niente di buono. Forse nemmeno questo” – Tutte le storie tristi sono false
Un bellissimo libro, molto particolare, che risveglia diverse emozioni e porta a farsi molte domande. Ho faticato un pochino, ma devo dire che l’ho molto molto apprezzato. 5 stelle.
E per voi, quali sono i vostri ricordi più belli?
L’autore
DANIEL NAYERI nato in Iran, è fuggito dal suo paese e ha vissuto come rifugiato prima di emigrare con la sua famiglia in Oklahoma, all’età di otto anni. Oggi vive con la sua famiglia in New Jersey.