
narrativa
Newton Compton
24 giugno 2021
cartaceo, ebook
288

La guerra è finita la l'USS Resilience, un incrociatore della marina statunitense, sta rientrando in patria, ha a bordo circa mille marinai tra cui Billy D'Acquisto e Charlie Owen.
Progettato per scongiurare l'affondamento, è anche progettato per essere autosufficiente. Ma mentre sta per attraversare lo stretto di Gibilterra viene colpito da una mina che squarcia la poppa. L'equipaggio riesce a salvarsi ma risultano due marinai dispersi, Billy e Charlie.
Inizia così la loro avventura nelle profondità degli abissi.
Recensione di
Trappola in fondo al mare
di Nicola Riolo
È il tre settembre 1945; finalmente il mondo può tirare un sospiro di sollievo, la seconda guerra mondiale è finita.
L’incrociatore americano USS Resilience, costruito sul progetto dell’ingegnere Thompson che ha ideato una nave rinforzata e inaffondabile e soprattutto autosufficiente, sta rientrando in patria. A bordo c’è un equipaggio di mille e più marinai che, per festeggiare la fine della guerra, hanno dato fondo a tutta la riserva di alcol a loro disposizione.
La mattina del tre settembre, mentre il comandante Mc Donovan ammira estasiato l’alba spuntare dietro la bellissima isola di Pantelleria, la maggior parte dei marinai sta ancora smaltendo i festeggiamenti. Arrivati verso Capo Bon, a poche miglia dallo stretto di Gibilterra, l’incrociatore viene colpito da una mina sottomarina e squarcia la poppa. L’equipaggio riesce a mettersi in salvo, ma risultano dispersi due marinai Charlie Owen e Billy D’acquisto.
I due ragazzi, ancora intontiti dalla sbornia, non riescono a realizzare l’accaduto; così, dopo un attimo di smarrimento, capiscono di essere affondati insieme alla Resilience. Da questo momento, si deve sopravvivere! Occorre solo capire come, non avendo a disposizione ossigeno a sufficienza per entrambi e per tanto tempo.
“Ciò che l’uomo distrugge, il mare custodisce e protegge” – Trappola in fondo al mare
I ragazzi sono amici d’infanzia, legati anche dal fatto di essere fidanzati con due sorelle, Bridget e Nora. Intanto, in superficie, le famiglie dei ragazzi, in un primo tempo addolorate per la scomparsa dei loro cari, iniziano a sperare che abbiano fatto naufragio su qualche isola, non avendo ancora trovato i loro corpi.
Sarà Sebastiano Giacalone che, andando oltre qualsivoglia forma di superstizione e leggenda, annoterà quel posto dimenticato, permettendo a suo figlio di tentare il salvataggio di Charlie e Billy.
“Trappola in fondo al mare” scorre in maniera abbastanza fluida, anche se a tratti diventa troppo tecnico in alcune descrizioni.
Non posso nascondere che, dalla sinossi, mi sarei aspettata più avventura e più scene di suspense; diversamente, mi sono ritrovata a destreggiarmi tra a volte noia e poca credibilità della narrazione.
Ma mi spiego meglio: ci troviamo negli anni quaranta del secolo scorso e già qui mi sembra piuttosto improbabile che due marinai semplici possano avere conoscenze molto tecniche riguardo alla gestione della nave, nonostante le conoscenze nautiche risalgano a tempi assai lontani. I personaggi più coerenti alla realtà di quegli anni sono i pescatori padre e figlio: amano il loro lavoro e che quando fanno la scoperta del relitto pensano semplicemente che ci sarà più pescato, perché i pesci adorano nascondersi nelle navi affondate.
Il ritmo narrativo non è costante e il lettore rischia di perdersi man mano che prosegue nella lettura, come ho su anticipato. Nonostante questo, ho apprezzato l’idea di fondo del romanzo.
E voi, cosa ne pensate delle avventure alla Robinson Crusoe?