
Epistolario
Giraldi Editore
23 febbraio 2021
Cartaceo
172

Maria, 75 anni, convive da sempre con un prepotente istinto di ribellione di fronte alla consapevolezza di non essere totalmente padrona dell’andamento della sua vita e tanto meno della sua morte. Il bisogno di confrontarsi sul mistero di quest’ultima, sul suo senso filosofico, su quello concreto e su quella insensata prepotenza con cui essa sembra esprimersi a suo piacimento, è diventato pressante. Fabio ha 25 anni, la morte abita spesso i suoi racconti, ma mai per davvero i suoi pensieri.
È proprio da Fabio che Maria cerca accoglienza. A lui propone di trasformare il loro scriversi quasi quotidiano da più di due anni in una corrispondenza monotematica via mail in cui parlarsi, senza alcuna resistenza e a viso aperto, della morte e degli interrogativi che orbitano attorno ad essa. Fabio accetta e dice la sua sull’argomento centrale, ma va oltre, mettendo sul tavolo temi per lui altrettanto impellenti, trascinando la sua corrispondente alla ricerca del senso di tante vite giovani vissute a metà, per il timore di mettersi in gioco, o per l’incapacità di entrare in contatto con i propri sentimenti ed emozioni, e quindi con quelli del prossimo, o per il desiderio di sfidare la morte con ogni tipo di dipendenza. La loro conversazione, fatta di un dialogo profondo, articolato e totalmente sincero, dura otto mesi, ma non sembra terminare neanche dopo il punto finale.
Sospesa nell’aria, con la speranza che più lettori possibili colgano il loro invito, sembra continuare ad aleggiare la domanda che ha irrorato tutto il loro scambio: ti va se ne parliamo?
“Ti va se ne parliamo?” di Maria Paoloni e Fabio Cassanelli
Fabio e Maria si sono conosciuti per aver pubblicato con la stessa casa editrice e sono stati presentati in occasione di un evento cittadino, a cui Giraldi Editore partecipava.
Il loro incontro è cominciato così, si sono scritti da subito e non hanno più smesso. Pochissimi incontri de visu, quasi nessuna telefonata, sms ogni morte di papa e, invece, mail praticamente tutti i giorni. A raccontarsi di loro.
Non c’è una storia e quindi, non ci sono protagonisti a cui affezionarsi o da detestare.
La storia è quella della reciproca fiducia con cui si sono raccontati e confrontati. I personaggi sono Fabio e Maria e il prima-durante-dopo è tutto nella corrispondenza; in ogni tema trattato che prova a rispondere al precedente, aprendo le porte al successivo con domande e ipotesi.
Maria ha 75 anni e Fabio 25 e sicuramente si fa fatica a capire come due persone con cinquant’anni di distanza possano tenere una corrispondenza, via mail, tutti i giorni e parlarsi come se fossero due amici di vecchia data.
Eppure è così.
Maria convive con il bisogno impellente di indagare il mistero della morte e i tanti interrogativi che orbitano attorno ad essa, avendo la consapevolezza di non poter avere l’ultima parola sul quando e come morire; e chiede a Fabio di confrontarsi su questo tema.
Fabio scrive spesso della morte ma non è il suo pensiero fisso. Accetta, però, di farsi trascinare in questa avventura e la sua corrispondenza andrà anche su altri temi più urgenti per lui e per la sua età.
“Dicono: è mancato, è scomparso,
ma no, è diventato tempo,
quel tempo che ci circonda,
ci tocca, ci assilla,
ci seduce,
ci corteggia ogni giorno,
finché non cediamo”.
(Cesare Viviani)
Parto dalla riflessione – che mi hai inviato tu – di Woody Allen che, citando Nietzsche, rappresenta il pensiero della morte come il pensiero del nulla, nulla, nulla, più nulla, e lo definisce talmente spaventoso e inaccettabile che non lo si può reggere a lungo senza impazzire.
Ecco. E’ il pensiero del nulla eterno che mi è insopportabile.
Forse chi ha fede può accettarlo perché sa riempire quel nulla della gloria di Dio e del posto che lei, anima fedele, occuperà al Suo fianco per sempre. Io non ho fede e comunque il “sempre” quasi quasi mi fa paura quanto “il nulla” anche se suona meglio.
Il pensiero di non ricordo più quale pensatore, filosofo o teologo che sia, che dice che non c’è di che spaventarsi, che prima della morte ci siamo noi e siamo vivi e solo dopo la morte non ci siamo più e siamo morti, non mi era e non mi è di nessun conforto.
“Ti va se ne parliamo” è un libro molto particolare su un tema delicato, spesso difficile. Tutti più o meno abbiamo una vaga idea del concetto perché fa parte del nostro vivere. Un pensiero che riguarda la nostra vita e anche il nostro mondo. Che sia di un nostro caro o su di un barcone cercando una vita degna di questo nome, o a causa di una pandemia, la morte è un tema che sconvolge e fa riflettere.
Fabio e Maria lo fanno a modo loro con garbo e rispetto. La scrittura è semplice e comprensiva, ma carica di contenuti. Le loro conversazioni, analizzate dai vari punti di vista, hanno il fine di far comprendere che la differenza di età e di problematiche, possono comunque essere oggetto di discussione e ragionamenti. Basta aprire il cuore a sentimenti ed emozioni.
E voi di fronte al tema della morte come vi ponete?

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.