
Narrativa
Fazi Editore
7 ottobre 2021
cartaceo, ebook
382

Anna Murphy, accettata nel collegio irlandese della Compagnie de la Sainte Famille nonostante la sua giovane età, viene da una famiglia altoborghese in crisi dove l'unico riferimento affettivo è l'amatissimo fratello Charles. Helen Archer, la fredda madre Superiora, attratta dalla natura vivace e poetica della bambina, ne segue ogni fase della crescita e dell'educazione.
Con il tempo, questa attenzione si trasforma in un tenero affetto che scioglie il cuore raggelato della suora: nel corso degli anni le esperienze di Anna riporteranno alla mente di Helen le felici memorie della sua infanzia, rendendola finalmente pronta ad affrontare il trauma che l'ha condotta ad abbracciare la vita religiosa.
Censurato in patria alla sua prima pubblicazione nel 1941 per gli accenni all'omosessualità contenuti, Terra di spezie, il romanzo più autobiografico di Kate O'Brien, è la storia dell'incontro di due figure femminili forti e indipendenti decise a perseguire con fermezza il proprio cammino: un romanzo pervaso di spiritualità che esplora la natura dell'amore, del perdono e del destino. Un importante Bildungsroman - giustamente paragonato a Ritratto dell'artista da giovane di Joyce -, un grande libro sulla capacità di amare, un intramontabile classico del Novecento irlandese.
Pubblicato nel 1941, per venire subito censurato in Irlanda per i riferimenti al tema dell’omosessualità, “Terra di Spezie” (The Land of Spices) è uno dei romanzo di Kate O’Brien, che occupa un posto di riguardo nello spettro della narrativa irlandese del secolo scorso, nonostante, per il pubblico dei lettori italiani, non sia un’opera molto conosciuta.
La scrittrice, come in altri suoi lavori, pone una particolare attenzione ai temi che ricorrono più frequentemente nella sua narrativa, l’essere femminile e la sessualità. Costruisce la storia in un’Irlanda percorsa dai fremiti di indipendenza e di affermazione del mondo gaelico all’inizio del ‘900; un periodo quando più forte è lo scontro tra il vecchio e il nuovo. La ambienta in un mondo particolare, vale a dire in un convento di Limerick che è anche un istituto di educazione per ragazze dell’alta borghesia.
“Suppongo che dovrei offrirti dei consigli” disse la Reverenda madre, “ma non ne ho. La Sainte Famille ti ha dato tutto ciò che aveva da darti, e tu hai compreso i suoi insegnamenti. Io ne sono certa. Farai ciò che dovrai della vita per la quale abbiamo cercato di prepararti. E ne hai, di doti per la vita. Spendile, e cerca di essere brava. E sii giudice della tua anima. Ma non devi ergerti mai, nemmeno per un attimo, ti scongiuro, a giudice di un altro. Commenta e annota, se vuoi, ma non giudicare mai.
Il convento è diretto e gestito dalla Reverende Madre, Helen Archer. Una donna che ha dedicato ben venticinque dei suoi quarantatré anni alla vita religiosa, dopo aver vissuto in vari conventi in altrettanti paesi europei; fino ad arrivare in Irlanda, investita dal ruolo di gestire e amministrare, con fermezza e decisione, la piccola comunità religiosa di Limerick. Dietro alla sua ferrea disciplina e autorità, Helen nasconde però nelle pieghe del suo animo; verrebbe quasi da dire nelle pieghe del suo velo, dei nodi mai risolti.
“All’età di diciott’anni Helen Archer, per una ragione mai rivelata ad anima viva, aveva voltato le spalle a se stessa, alle proprie attitudini, a sogni ed emozioni, per intraprendere la strada dell’impersonale e attivo servizio di Dio.
I voti presi alla Sainte Fontaine quando aveva vent’anni avevano, finalmente, almeno così credeva, posto i sigilli alla sua giovinezza e alla sua sofferenza; e quella giovane donna risoluta, serenamente dedita a Dio, non si era più soffermata ad analizzare se stessa come una vita che continuava, o a chiedersi se il presente non sia inevitabilmente il fragile contenitore del passato.” – Terra di spezie
Tra le educande del collegio c’è, però, la piccola Anna Murphy di sei anni, la più giovane delle allieve, la cui famiglia sta assistendo alla crisi coniugale tra i genitori. Lei attrae, per le sue capacità intellettive e per una certa affinità di spirito, le attenzioni della Reverenda Madre .
Nascerà, dunque, proprio dall’incontro e dal rapporto che si instaurerà tra questi due personaggi, dotati di precise personalità, il fulcro del romanzo. Questo permette ad O’Brien la possibilità di sviluppare e di sondare i temi della spiritualità, dell’amore, dell’amicizia e del perdono.
Se all’inizio la piccola Anna, non sentendo proprie le rigide regole e convenzioni dell’istituto religioso, tende ad isolarsi tanto da non raccogliere le simpatie delle suore, le quali non colgono le potenzialità della sua mente vivace ed attenta così diversa dalle altre ragazze, ritrova invece nella Reverenda Madre una affinità d’animo. Una capacità e una versatilità intellettuale, nonché una predisposizione alla poesia, che alimenterà il rapporto tra le due figure.
Helen, attraverso Anna e le tribolazioni della sua giovane vita, che culminano con la perdita dell’adorato fratello, riuscirà a trovare una spiegazione alla sua ferma decisione di aver preso i voti e a superare il trauma della sua infanzia: l’aver scoperto il segreto del padre, amato in modo totale. D’altro canto per Anna, la Madre Superiora, rappresenterà quella figura femminile che racchiude il valore di una vera e propria mentore.
“… la Reverenda era fredda. Quell’aggettivo la descriveva in modo meraviglioso, pensò Anna. Anche nei momenti in cui la si vedeva con la massima chiarezza, in piena luce, come quando quella notte nel suo studio aveva detto “anima mia, vi è una terra”. O quando aveva detto alla nonna “In base a quale autorità lei dispone della vita e del talento di un’altra persona?”, anche allora, l’aggettivo era “fredda”.
Anna pensò che assomigliava a qualcuno che per tutta la vita avesse compiuto uno studio personale sull’impersonale. Cioè uno scienziato, forse, se non fosse stato che i suoi problemi erano solo situazioni umane del quotidiano” – Terra di spezie
La capacità introspettiva di Helen, mentre continua a destreggiarsi nel compito di gestire il convento, le allieve e le suore e al contempo risolvere le situazioni “politiche” dei rapporti con le sfere religiose e sociali dell’Irlanda del periodo, sembra emergere proprio dal legame che instaura con Anna. Crescendo, diventa sempre più profondo e si arricchisce, sfociando in un legame difficile da definire.
L‘anello di congiunzione tra le due figure femminili è l’amore e la sensibilità verso la poesia, che è mezzo espressivo e mezzo di conoscenza interiore; un elemento che i due personaggi principali condividono e che coltivano in modo simile, quasi fosse un elemento necessario per l’affermazione del loro sé. È attraverso la poesia, infatti, che Helen in particolare cerca di dominare il suo mondo e i rapporti con esso; mentre Anna è impegnata a una definizione del suo sentire e delle sua crescita intellettuale; peraltro obiettivi non comuni per le donne di quel periodo storico.
Seppur in un ambiente religioso, non scevro da lotte intestine e scontri di personalità, la O’Brien riesce a dipingere, con la sua scrittura liquida e precisa, l’esperienza femminile, attingendo forse anche ad aspetti autobiografici, dove agli attriti culturali e storici si affiancano quelli personali, mossi da diverse motivazioni di ceto e di personalità.
Anna e, in particolare, Helen sono due personaggi a tutto tondo; quelle figure che rimangono stagliate nella mente del lettore anche dopo aver chiuso il libro, proprio per la loro carica psicologica che non conosce limiti geografici o temporali.
Alla fin fine i temi della spiritualità, dell’amore, del perdono quasi passano in secondo piano; ad emergere sono proprio le figure delle due donne e della forza vitale che esse custodiscono; esse fanno capire la forza dell’ultime parole della lirica di George Herbert “Prayer”, che Helen ricorda con struggimento e passione, e che dà il titolo al romanzo “terra di spezie, qualcosa che si è compreso”.
Forse, per le due protagoniste, il significato della vita è racchiuso in un unico verso.