romanzo storico
Scrittura e Scritture
26 ottobre 2017
eBook e cartaceo
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All'indomani dell'Unità d'Italia, in una Napoli preda della miseria, dove i bambini poveri sono abbandonati al proprio destino e le orfane spesso diventano spose raccattate o suore senza vocazione, una duchessa attraversa i vicoli lerci, bussa alle porte dei bassi, interroga il popolo per aiutare e non per sedurre con promesse irrealizzabili. In questa Napoli lazzara di Michele 'o Belzebù, dove l'azzurro degli occhi di Raffaele si sporca col nero della superstizione della schiena ingobbita del buon Alfonso, Teresa Filangieri concepisce un progetto ambizioso: far costruire il primo ospedale pediatrico. Deve però scontrarsi con il mondo degli uomini, quegli stessi, padri e mariti, a cui le donne ancora appartengono di diritto. Sfida le convenzioni, raccoglie dalla strada gli scugnizzi, ferite che bisogna cominciare a disinfettare. Carla Marcone mette in scena una Napoli in cui la storia viaggia per conto proprio, separata nei tempi e nei modi dal resto d'Italia, dove vivere è una ricompensa e morire spesso è un privilegio, e ridona luce a una donna dai natali illustri, animata dalla passione civile, dall'amore verso i più deboli, ma dimenticata dalla Storia.
“Il potere è maschile ma la capacità è femminile”
“Il potere è maschile ma la capacità è femminile” così dice Teresa, la caparbia Teresa, la fedele Teresa, l’indomita Teresa attaccata come un ramo d’edera all’albero della speranza di cambiare il mondo, di renderlo un posto migliore. E di migliorare quella Napoli che ai suoi occhi era tutto e il contrario di tutto, amore e odio, ricchezza e povertà, sudiciume e lindore, splendore e oscure profondità. Lei che ha trasformato il dolore della morte dell’adorata figlioletta di dodici anni nell’immenso amore per la Napoli sotterranea, la più povera, la più dimenticata. E io dovrei recensire questo libro, ma come posso giudicare una prosa che è poesia, una storia che è magia, una vita che è fulgida stella. Nel 2018 siamo ancora qui a meravigliarsi dell’esempio di una donna italiana nata due secoli fa, anno più anno meno, senza riuscire a dargli un senso, senza neanche provare a seguire quella temerarietà forgiata nel fuoco della terra che Teresa aveva dentro. Rammolliti dal troppo mangiare e dai saldi di fine stagione, abbiamo ammorbidito la spina dorsale per inchinarci al benessere dimentichi, volontariamente ciechi, davanti alle brutture del mondo… basta che siano lontane. L’ospedale che è stato il coronamento di tutta la tua vita, Teresa, è stato trasformato in uffici amministrativi. Scendi dal luogo beato dove ti trovi insieme con la tua Lina e il tuo amato marito Vincenzo e bacchetta quegli stolti, Teresa, perché loro non sanno quello che fanno. Teresa urla il tuo esempio, strilla il tuo cuore Teresa, aiutaci, perché la tua vita e le tue lotte fanno ancora tremare, il tuo coraggio fa ancora paura, è per questo che ti vogliono dimenticare. Teresa urla alla tua Napoli, Teresa anima di Napoli… Teresa non permettere che la storia ti dimentichi. Teresa sei troppo importante, salvaci dall’egoismo, dalla meschinità, dalla volgarità della materia. Teresa perdonaci, se solo Napoli, e poco anche lei, celebra la tua immensità. Io, nel mio piccolo, ti ricordo e ti celebro e ringrazio l’autrice per questo diamante che tra storia e fiaba fa rinascere la speranza in un mondo migliore, di un’Italia migliore.