
Romanzo storico
Les Flâneurs Edizioni
18 novembre 2022
cartaceo, ebook
292

Bario è un velleitario intellettuale, amante della routine e della vita solitaria. Non intende diventare padre né marito, non desidera altro che conservare il ruolo di “eterno fidanzato”: pretende dalle donne relazioni che non turbino il susseguirsi delle sue giornate. Quella che può apparire una monotona scelta di vita ha radici, forse, “organiche”. L’irruzione nella sua esistenza di una donna incolta e indomita riuscirà a scuoterne le fondamenta?
Nell’Italia degli anni Trenta che scopre le leggi razziali, in una Bari scossa dalle malversazioni della guerra e della politica, il confronto del protagonista con tre figure femminili indimenticabili mette in moto un incastro perfetto di risarcimenti mancati e verità inconfessabili, maternità frustrate e paternità ricusate, drammi della filiazione ed erotismo.
"Studio della donna" è un romanzo ossessivo, che, mantenendo altissima la tensione psicologica, denuncia le ingiustizie della civiltà e offre uno spaccato su un Meridione che non vuole passare.
“A Bario non interessava lasciare una traccia di sé che non frusciasse”. Bario è il protagonista di “Studio della donna”, romanzo storico ambientato a Bari negli anni quaranta del Novecento.
Professore a scuola, non più giovanissimo, ma neanche tanto in là con gli anni, Bario ha un solo obiettivo: sfuggire alla vita coniugale e alla paternità. Non gli interessa instaurare relazioni solide con le donne e men che meno perpetuare il proprio patrimonio genetico; idee talmente consolidate da averlo spinto ad agire chirurgicamente per porre fine a qualsiasi rischio di concepire una nuova vita.
Non ricusando tuttavia l’intrattenimento, più che altro fisico, derivante dalle interazioni coi membri dell’altro sesso, Bario instaura relazioni con donne diverse. Le illude, prendendole in giro, ma alla fine sembra che anche queste stiano al gioco, una volta capita l’antifona: da entrambe le parti ci si accontenta di un piacere più che fugace.
L’idiosincrasia del protagonista per la vita coniugale – con i figli nella fattispecie – sembra avere radici profonde, che affondano in parte negli insegnamenti paterni e in parte nel legame di Bario con la madre, un rapporto di dipendenza che si fa presto a definire tossico.
“A qualcosa bisognava rinunciare: alla vita coniugale con figli nella fattispecie. Non aveva dubbi a riguardo: la condizione di moroso recidivante era l’ideale per lui”.
La sua vita però sembra scorrere tranquilla, per lo meno finché, come un fulmine a ciel sereno, non vien fuori la notizia della gravidanza di sua sorella Bruna. Un dramma, considerando che la ragazza è in ordine sparso: non maritata, minorenne, incinta di un buono a nulla; senza considerare che la famiglia aveva riposto le più alte aspettative sulla realizzazione personale e sull’istruzione della giovane figlia femmina.
Che fare, allora? Tenere il bambino o non farlo mai nascere? O magari consegnarlo nelle mani di qualcun altro? Un bel piano viene architettato da Bario e dall’avvocato di questi, nonché suo lontano parente, e Bario incomincia parallelamente una convivenza con La Seppia, ovvero la sorella del giovane che ha incastrato Bruna. Perché lo faccia sembra esser chiaro sin da subito, ma le motivazioni sono molto più complesse e solo con l’avanzare della storia diventeranno chiare.
Sullo sfondo di una Bari alle prese con la devastante esplosione nel porto del piroscafo americano Charles Henderson, si dipanano le vicende di due famiglie che mostrano mentalità e schemi comportamentali tipici della città meridionale, talmente radicati e così ben tramandatisi nel tempo, da risultare tremendamente attuali.
La psicologia dei personaggi è approfondita in maniera quasi ossessiva, quasi tutto ciò che accade è legato ai pensieri e alle riflessioni del protagonista, raccontante da un narratore esterno. Di fatto non è che accada poi nulla di che, la trama è piuttosto lineare, ma l’intera storia risulta contorta a causa dello stile volutamente ricercato, frammisto a termini vernacolari, che potrebbe risultare leggermente complesso da seguire per un lettore non barese.
Il colpo di scena finale è d’effetto e a mio parere per nulla scontato. Il senso della storia si capisce realmente solo alla fine e, almeno nel mio caso, ha procurato una forte scossa emotiva.
Da conterranea dell’autore ho apprezzato tantissimo questa storia e il modo in cui ha deciso di raccontarla. Ho trovato particolarmente interessante l’immagine di Bari che Carulli ha deciso di veicolare: quella di una città a sé, caotica, crudele, impossibile da romanticizzare.
“Bari è la madre che non capisce quando ti senti morire dentro, o lo capisce e fa finta di niente. Bari vuole convincerti che può darti pure più di quello che ti occorra per tirare avanti. Questo è l’inganno con cui non ti manda via, con cui ti tiene legato a sé con un cordone che non si vede ma è come quello che tiene le navi all’ormeggio”. – Studio della donna
La metafora della madre non è causale, perché quella della mater familias a Bari è una figura ingombrante, spesso più di quella paterna. E di questo, in sostanza, parla “Studio della donna”.
Vorrei dire che è un romanzo che consiglierei a tutti, ma la verità è che questo è un romanzo per pochi, sia per com’è scritto sia per ciò che racconta. È una storia cruda, che scuote nel profondo, con personaggi inquieti dai pensieri torbidi e al termine della lettura si rimane con un senso quasi di smarrimento. Vale sicuramente la pena di leggerlo, per conoscere meglio uno spaccato della società meridionale e per far luce su alcune dinamiche relazionali purtroppo diffuse in molte famiglie.
Che rapporto avete con i romanzi storici ambientati nel sud Italia? Ne avete letto uno in particolare che vi andrebbe di consigliarmi?
Buona lettura a chi vorrà!
Arianna
L’autore
Antonio Carulli (Bari, 1983), saggista. Dopo svariati volumi di filosofia, “Studio della donna” è il suo primo romanzo.