
Romanzo
Frassinelli
31 marzo 2020
cartaceo
176

È una bella mattina di sole, quando Morayo si alza e inizia la giornata affacciandosi alla finestra della sua casa di San Francisco che abbraccia tutta la baia. L’azzurro intenso di mare e cielo le provoca brividi di gioia, e le fa quasi passare la nostalgia di Lagos, troppo caotica e degradata, anche se è quella la sua patria.
La casa di San Francisco le piace proprio, tanto solida che ha resistito al terremoto del 1906 e ben piantata in un quartiere colorato che a Morayo ricorda i paesi dove ha vissuto con l’ex marito ambasciatore. C’è il postino cinese, sempre gentile con i suoi inchini, il fioraio palestinese diffidente che però le regala spesso un fiore, la senzatetto punk dal look esuberante e Antonio, il poeta che risveglia i suoi desideri.
Morayo passeggia, quella mattina, avvolta in un abito africano dai colori vivaci, felice della sua indipendenza di donna âgée dalla vita ricca, di ricordi ed esperienze, di amicizie e passioni. Passeggia e nota la sua Porsche parcheggiata un po’ così, ma in fondo che importa. Passeggia e scivola, senza rendersene conto. Un piccolo incidente che rimette in discussione la sua autonomia. Eppure, senza paura, quella rete di amicizie coltivate con intelligente empatia l’accoglierà di nuovo.
“Morayo Da Silva è una donna fantastica: brillante, vivace, capace di sfidare le convenzioni di età, genere e razza, anche a costo di essere fastidiosa, capisce il mondo e per questo lo colora”
Questa è una storia diversa dalle altre, una storia che sorprende, a tratti fa sorridere, ma soprattutto fa riflettere.
La protagonista si chiama Morayo Da Silva. Originaria di Lagos, in Nigeria, ora vive in un appartamento a San Francisco che si affaccia sulla baia. Casa sua è sommersa dai libri, tomi di diverso genere, dimensioni e spessore che occupano ogni spazio libero a disposizione, quasi a voler rimarcare la loro supremazia su tutto ciò che hanno intorno, Morayo compresa. Un tempo era stata lei a decidere come posizionarli, ma ora lascia che sia il caso a sparpagliarli ovunque, a regalargli quella libertà tanto cara alla loro proprietaria. Quelle copertine variegate colorano l’ambiente circostante aggiungendosi alle tonalità inusuali degli abiti indossati da Morayo, riflesso del suo carattere espansivo e testimonianza dell’amore per quella terra baciata dal sole dove è nata. Quelle vesti sgargianti attirano spesso l’attenzione su di sé quando cammina per le strade della città, ma a Morayo questo non dispiace. Ama guadare e essere guardata, le piace piacere e l’idea che gli uomini si voltino quando lei passa.
Non ha figli. Ha lasciato suo marito dopo la scoperta della sua doppia vita. Nel corso degli anni ha avuto qualche altra storia importante, ma non si è mai legata stabilmente a nessuno. Ha diverse amiche, quello si! Anzi è proprio il caso che le riunisca visto che tra non molto sarà il suo compleanno. Come regalo quest’anno si concederà un bel tatuaggio. Non ama tanto gli aghi però e quindi opta per farsi disegnare un piccolo fiore tropicale sul collo, deve solo sceglierne il colore. Pensa proprio a questo quando, indossando le sue belle scarpe rosse nuove con la zeppa e il suo vestito nero di chiffon, si arrampica sulla vasca per potersi ammirare meglio allo specchio ed è proprio da lì che scivola cadendo a terra e perdendo i sensi.
Si risveglia in un centro di riabilitazione. Per fortuna che il suo vicino di casa si è reso conto dell’incidente e ha agito di conseguenza! Si sente a pezzi e il suo umore non è dei migliori. Per la prima volta, probabilmente si sente addosso quegli anni che col suo modo di fare pare ignorare. Ne ha ben settantacinque nonostante continui a comportarsi come se il tempo non scorresse. E, se la sua mente continua a sentirsi leggera e libera come sempre è stata, la stessa cosa non si può dire del suo corpo che, a quanto pare, reclama il suo dovuto riposo.
Ma Morayo non ha la minima intenzione di assecondare il suo fisico dolorante. Lei vuole vivere, amare, emozionarsi ancora e per sempre. Non ci sta a rinchiudersi in una clinica a fare “cose da vecchi”. Presto si riprenderà e uscirà da lì come nuova. Si, lo farà presto, ora però deve riposare….
Che bel personaggio ci ha regalato Sarah Ladipo Manyka! Originale, divertente, simpatica la sua Morayo. Tante volte durante la lettura mi sono immaginata questa bellissima donna, con un sorriso senza età, col portamento nobile e fiero di chi non ha nulla da nascondere e si sente in pace con se stesso. Sorridevo mentre la seguivo nelle sue passeggiate e immaginavo l’interesse che suscitava nelle persone che incrociava, passanti che probabilmente sentivano che da lei si emanava qualcosa di inaspettato per una donna della sua età. Il gioire della bellezza della vita, la voglia di continuare a mettersi in gioco, di divertirsi, di conoscere il mondo, regalavano alla sua figura una luce che la portava a brillare tra l’asfalto delle vie di San Francisco.
Una figura quella di Morayo molto distante dallo stereotipo dell’anziano che siamo soliti evocare. Lei, a modo suo, ha davvero bloccato i granelli di sabbia della clessidra della sua vita. Ma il tempo crudele si prende la sua rivincita e provoca la sua rabbia, non asseconda i suoi desideri e le fa capire che, per quanto non lo voglia ammettere, esiste un tempo per ballare e uno per guardare gli altri farlo.
Mi ha fatto tenerezza il suo risvegliarsi dal lungo sogno della gioventù. Un risveglio capriccioso, mette quasi il broncio in quel letto dove è costretta a stare per scelte non sue. Autonoma da sempre il suo dipendere da altri le pesa enormemente eppure ora non ha scelta: deve affidarsi a qualcuno.
Quello che è capitato a lei in realtà penso accada alla maggior parte di noi una volta superata la soglia della mezza età. Svegliarsi un giorno e non sentirsi proprio al massimo, notare le prime rughe sul volto, i primi capelli bianchi. A quel punto chissà dove andranno a parare i nostri pensieri? Cambieranno i nostri comportamenti o come Morayo ci ammireremo allo specchio fiere di ciò che siamo?
Queste e tante altre domande mi sono sorte nelle mente mentre seguivo l’evoluzione degli stati d’animo della protagonista che, con le sue affermazioni, le sue riflessioni e il suo mettersi a nudo davanti al lettore regala sensazioni e sorrisi mentre ripercorre il più emozionante viaggio da lei mai fatto: la sua vita!
…alla fine della giornata tutti dovremmo chiederci: cos’ho fatto per me stesso? Ognuno di noi è in viaggio, quindi perché non ritirarsi ogni tanto da qualche parte, da soli, a cercare il proprio senso di se stessi? Oppure potete andare ovunque con voi stessi, sapete?
Sahira

Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…