classici
Mondadori
25 agosto 2020
cartaceo, ebook
780
Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.
Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L’angelo della tempesta, La Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali , capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d’erica, roccia e foschia. Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.
“Certo è che il panorama che attraversavamo era molto ameno: si sarebbe potuto paragonare a una immensa torta nuziale, dalla glassatura lievemente ondulata. La terra pareva una sposa, velata com’era del suo manto virginale; il che contribuiva a suggerire la similitudine”
Virginia Wolf sta parlando di Haworth, di cui le sorelle Brontë sono espressione ma che è a sua volta espressione delle sorelle Brontë, in una equazione che solo i sopraffini conoscitori di queste tre personalità possono comprendere appieno. Chi le conosce meno ha, tuttavia, la possibilità di rifarsi grazie all’antologia che Mondadori ha edito questa estate: la raccolta delle opere più importanti di Anne, Emily e Charlotte, insieme, per dare modo al lettore di carpire i nessi e i talenti di queste donne, troppo spesso oscurate dal loro tempo.
Ho pensato molto prima di giungere alla recensione di oggi. Ero indecisa sul se recensire ad una ad una ogni opera (e lo avrei fatto, da amante dei Classici; anzi lo farò) o se scrivere una recensione che desse un contributo proprio alla finalità perseguita da Mondadori, ossia sottolineare il legame non solo di sangue tra le tre sorelle, ma soprattutto letterario. Alla fine, ho proteso per questa ultima scelta, sperando di non dare luogo ad obbrobri interpretativi.
Mi soffermerei poco sulla vita delle scrittrici: tutti sappiamo che Anne, Emily e Charlotte erano figlie di un pastore anglicano; avevano altre due sorelle e un fratello. Parte della loro educazione la recepirono in collegio, ma, avendo le due sorelle maggiori preso la tubercolosi proprio lì, tutte fecero ritorno a casa. Il villaggio di Haworth, luogo malsano e cupo, fu la loro casa.
Importante è stato il periodo storico in cui hanno vissuto: nonostante le aperture dell’età vittoriana, infatti, le sorelle Bronte decidono di scrivere con pseudonimi, data l’opinione generale contraria al fatto che le donne, soprattutto se di buona famiglia, potessero cimentarsi in tale arte. E così Emily, sotto lo pseudonimo di Ellis, ha pubblicato Wuthering Heights, Charlotte, col nome Currer, Jane Eyre, e Anne, alias Acton Bell, pubblica Agnes Gray.
Ma questo non è l’unico punto di contatto tra le tre sorelle. Molto si è detto sul loro stile; tante sono state le ricerche svolte, anche con l’ausilio di grafici e strumenti sofisticati. Ma noi siamo umili lettori: possiamo basarci solo su ciò che percepiamo, immergendoci nelle pagine che leggiamo. Ed ecco le mie riflessioni a seguito di una lettura, lunga, ma continua, di questi tre capolavori della letteratura inglese.
Di certo, tema comune, e direi caro, a tutte è quello sulla donna: nei loro romanzi, infatti, è forte il ruolo di genere che viene attribuito ai personaggi femminili. Esse indagano gli animi di donne, diverse tra loro, ma con una dote in comune: la forza di ergersi a protagoniste della vicenda narrata e di reagire alle chiusure della società del tempo. Agnes Grey, dopo le sventure finanziarie, cerca un lavoro per sopravvivere e diventa governante; Catherine ha il coraggio di manifestare i suoi sentimenti, con tutta la violenza che ha in animo; Jane Eyre, con forza e passione, lotta per la sua indipendenza, contrariamente ai dettami della società vittoriana.
Comune è anche la modalità attraverso la quale le sorelle Bronte affrontano tali tematiche: intensità, passione, franchezza (tali da rivolgersi anche in modo diretto al lettore – e mi riferisco ad Agnes Grey e Jane Eyre). Forse meno fantasiosa è Anne: a differenze delle altre due sorelle, racconta storie traendo spunto soprattutto dalla propria vita. Cosa che, diversamente, non si può assolutamente dire sulle trame di Cime Tempestose e Jane Eyre, che definire complesse sarebbe molto riduttivo.
Ma è innegabile il contributo che tutte loro hanno dato ad un’epoca che, forse non le ha comprese appieno; innegabile è il patrimonio che hanno lasciato ai posteri. Le sorelle Bronte incarnano l’anima della letteratura classica, in tutti i suoi connotati; sono opere nate per rimanere fissate nell’eternità della cultura letteraria al di là di ogni spazio e tempo.
Grazie a Mondadori, per averci dato la possibiltà di (ri)leggere queste opere da una prospettiva “sororale”.
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.