
Narrativa
Bompiani
27 aprile 2022
Cartaceo, Ebook
512

Un’esplosione squarcia la quiete della campagna corleonese. Il giovanissimo Totò Riina assiste allo sterminio dei suoi familiari intenti a disinnescare una bomba degli Alleati per ricavarne esplosivo.
È un boato che distrugge e che genera. La piaga che molti, con timidi bisbigli, chiamano mafia, ma che d’ora in poi si rivelerà a tutti come Cosa nostra, s’incarna da qui in avanti nella sua forma più diabolica. Ma con potenza uguale e contraria, per fronteggiare l’onda di quella deflagrazione scaturisce anche il suo antidoto più puro. È il coraggio, quello che sorregge l’ingegno e l’intraprendenza, che sopperisce ai mezzi spesso insufficienti: il coraggio che scorre in Giovanni Falcone, negli uomini e nelle donne che insieme a lui sono pronti a lanciarsi in una battaglia furiosa dove la vita vale il prezzo di una pallottola. La storia di un magistrato che insieme a pochi altri intuisce la complessità di un’organizzazione criminale pervasiva, ne segue le piste finanziarie, ne penetra la psicologia e ne scardina la proverbiale omertà, è narrata in queste pagine con l’essenzialità di un dramma antico: sul proscenio, un uomo determinato a ottenere giustizia, assediato dai presagi più cupi, circondato dal coro dei colleghi che prima di lui sono caduti sotto il fuoco mafioso; stretto, nelle notti più buie, dall’abbraccio di una donna che ha scelto di seguirlo fino a dove il fato si compirà.
Roberto Saviano ha voluto onorare la memoria del giudice palermitano strappandolo alla fissità dell’icona e ripercorrendone i passi, senza limitarsi a una ricostruzione fondata su uno studio attentissimo delle fonti, degli atti dei processi, delle testimonianze, ma spingendo la narrazione fino a quello “spazio intimo dove le scelte cruciali maturano prima di accadere”.
Questo romanzo ci racconta una pagina fatidica della nostra storia, illumina la vita di un uomo che, nel pieno della carriera, fu in realtà al culmine del suo isolamento. E leva il canto altissimo della sua solitudine e del suo coraggio.
Oggi recensiamo per voi “Solo è il coraggio” di Roberto Saviano per Bompiani
Mancano pochi minuti alle 18 del 23 maggio del 1992 quando, sull’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, un esplosione di enorme potenza annientò la vita di Giovanni Falcone, di sua moglie e di tre agenti della scorta, ribadendo al mondo intero cosa significava opporsi alla mafia siciliana: è la strage di Capaci.
“Gli dispiace, gli dispiace sempre, gli dispiace per tutto. Ormai non ha neanche più senso dirlo. Suonerebbe ridicolo. Eppure è la verità. Gli dispiace. Si sente mortificato. Ma è un bene che il dispiacere, la mortificazione, superino per adesso la paura. Perché quando capirà che il suo nome non è soltanto segnato su un pizzino, ma che la sua uccisione, rappresenta una priorità, allora dentro la sua testa non ci sarà più spazio neanche per il dispiacere. La paura, a quel punto, lo divorerà. Mentre il contegno, quella dignità aristocratica che gli impedisce ogni volta di scoppiare in lacrime, di gridare aiuto, di dire semplicemente: “Ho paura. Ho paura e, benedetto Iddio, vorrei non averne più”, lo farà impazzire. Gli brucerà il cervello come una meningite.” (Solo è il coraggio)
Un trauma terribile per tutti coloro che consideravano Falcone, insieme a Borsellino e agli altri giudici del pool antimafia, gli eroi dei successi nella lotta alla mafia.
A trent’anni dalla strage di Capaci, Roberto Saviano decide che ripercorrere le fasi più salienti della storia del magistrato che mise in ginocchio la mafia sarebbe stato il modo migliore per onorare la memoria di Giovanni Falcone.
L’autore ci riporta alla storia di quegli anni, alle vittorie ed ai fallimenti, all’impegno e alle speranze, alle delusioni e alle paure e di come ‘Cosa Nostra’ riuscì a nutrirsi dei silenzi, delle complicità, delle disattenzioni e delle colpe della Sicilia e di una parte dell’Italia.
Un lavoro accurato di rilettura di atti, fonti, carte processuali e testimonianze; un approfondimento storico della Storia d’Italia e del contesto sociale in cui si trovava la Sicilia ai tempi del Pool antimafia. Un libro per conoscere Falcone, l’ambiente in cui doveva lavorare, l’ostilità di una parte della società civile, di magistrati, politici e perfino di cittadini, scritto in maniera scorrevole e appassionante intrecciando sempre la cronaca alle emozioni private, come fosse un romanzo…ma un romanzo non è. Letto come fosse un thriller… ma un thriller non è. L’autore, come fosse un film, fa in modo che ogni scena inquadri il dramma di un Paese intero, in cui la verità è talmente contorta da superare la fantasia più erudita.
Ogni personaggio a cui si fa riferimento è realmente esistito, ogni fatto è realmente accaduto. TUTTO QUESTO È STATO
“L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”
Per noi che abbiamo vissuto quegli anni era veramente il nostro paladino della giustizia. Colui che per il bene del nostro Paese rinunciò ad una vita normale, consapevole che la strada che stava percorrendo l’avrebbe portato ad una fine tragica. Falcone fu l’uomo che ricostruì la struttura militare e verticistica della mafia, che individuò esecutori e mandanti della grande mattanza a Palermo e che individuò le relazioni tra Cosa Nostra e il Potere.
Saviano, in “Solo è il coraggio”, ci fa camminare su di un filo: da una parte la vita che lamenta la normalità, la luce, dall’altra il presagio di una morte che incombe, le ombre ed insieme la premura di un lavoro da ultimare prima che…
Secondo voi è giusto morire per un ideale?
“C’è qualcuno, lì fuori, che vede questa come una pretesa di divinità. Ma è soltanto una fatica di Sisifo (mitologia greca). L’illusione ingenua, eterna e ostinata di poter sorreggere su spalle umane un peso che umano non è. Giovanni s’incammina da solo verso il tribunale. Il cielo è grigio. Fra poco pioverà. Qualcuno, se ne ha il coraggio, dica a Sisifo che è un privilegiato – che vuole far carriera – che è un protagonista. Sisifo non guadagnerà mai la cima del monte. Lo sa benissimo. E nonostante ciò cammina, cammina, cammina, s’inerpica sul fianco della montagna con le spalle curve, la schiena schiacciata dal peso di quel macigno. Questo non fa di lui un Dio, tutt’altro. Ne fa un grande uomo”
Consiglio la lettura di questo ‘romanzo’ a tutti coloro che non hanno mai approfondito certe tematiche; ai giovani, che, non avendo vissuto il periodo, non hanno mai conosciuto l’uomo Falcone, il magistrato, il nostro eroe.

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.