noir
Einaudi
2023
cartaceo
279
1939. L’Italia si prepara a vivere l’ultimo Natale di pace, ma un omicidio squassa il ventre della città.
Quanta solitudine che c’è. In Europa la guerra è cominciata, eppure da noi qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. E poi sta arrivando la più bella delle feste, quella dove si mangia, si beve, ci si abbraccia, quella in cui ci si scambiano doni con le persone care; non bisogna avere pensieri tristi.
La solitudine, però, la solitudine vera, è difficile da scacciare. Puoi essere solo perfino se stai in mezzo alla gente, se hai una famiglia, degli amici. Soprattutto puoi essere solo se decidono che sei diverso, magari perché non sai parlare, o perché ami persone del tuo stesso sesso. O perché, dicono, sei di un’altra razza. Anche Erminia Cascetta era diversa, a modo suo. Aveva troppa voglia di vivere, perciò l’hanno uccisa.
In questo tempo che accelera verso l’abisso, spetta al commissario Ricciardi e al brigadiere Maione scoprire chi è stato. La chiave di tutto, però, è sempre la solitudine. Che, a volte nemmeno lo sappiamo, ci siede accanto.
Che rapporto avete con la solitudine? “Soledad”, edito Einaudi, è il continuo della serie de “Il commissario Ricciardi”, scritto dall’autore Maurizio De Giovanni.
Chi mi conosce, o chi mi segue sui social, sa quanta gratitudine possa provare nei confronti dell’autore. Leggo sempre i suoi libri, non perdo mai un’uscita, ma non li ho mai recensiti. È la prima volta che mi capita e spero vivamente d’essere all’altezza di poterlo fare. Ma non per chissà quale strano motivo, il problema è che i suoi libri sono talmente pieni di contenuti che ho paura poi di ritrovarmi a parlare troppo e concludere con poco e niente. Quindi, cari amici lettori, vi prometto d’essere riassuntiva quanto più è possibile e di mostrarvi il nocciolo della questione.
“Ti ricordi amore? Ti ricordi di quando mi sedevo vicino a te, io col ricamo in mano e tu con un libro, e io non mettevo un punto e tu non giravi una pagina, perché non la finivamo più di discorrere?”
Dopo il successo del suo precedente romanzo, “Caminito“, ecco che ritornano le avventure di Ricciardi, Maione e Bambinella. Questa volta l’ambientazione è diversa e sa di solitudine. Siamo nell’Italia del 1939, a dicembre per la precisione. Tutti si preparano a vivere il Natale, ad addobbare le case e a sbrigare le ultime compere. Nessuno sa, però, che quella sarà soltanto una quiete prima della tempesta, visto che, l’anno dopo, tutti si ritroveranno a vivere un conflitto mondiale, che in Europa è già iniziato. Un Natale che dovrebbe essere tranquillo, si dovrebbe trascorrere con la famiglia, ridendo e abbracciandosi, eppure un omicidio scuote la città.
Erminia Cascetta viene ritrovata senza vita all’interno della sua abitazione, dove viveva con sua madre. Chi è stato e perché? A occuparsi delle indagini Ricciardi insieme al suo amico fidato, il brigadiere Maione, che riusciranno anche questa volta ad arrivare alla mano omicida ed entrambi capiranno che la solitudine, per quanto possa essere bella e intensa, ha anche un rovescio della medaglia.
“Potessi parlarti, ti parlerei della solitudine del cuore. E della condanna che hai comminato, senza nessuna pietà, e senza avere idea di quello che stavi facendo. Potessi parlarti, ti direi che alla fine la colpa è tua. Ma non posso parlarti, giusto? No, non posso. Perché sei morta” – Soledad
I noir di Maurizio hanno sempre un ché di particolare e un filo conduttore che li lega, in questo caso la solitudine. La solitudine dell’anima sì, ma anche la solitudine del cuore. E allora viene da chiedersi: cos’è peggio? Forse una risposta specifica non c’è, perché la solitudine non la si cerca ma è uno status che le persone decidono di vivere.
La guerra è l’elemento cardine di questo noir. Essa viene descritta in maniera egregia tramite le parole dello scrittore. Senza troppi giri di parole, lui arriva dritto al cuore dei lettori!
E poi c’è l’amore, un altro elemento costante dei romanzi di De Giovanni. Perché senza l’amore sarebbe tutto inutile e scontato e Ricciardi lo sa bene da quando ha perso la sua Enrica. L’amore e il tango, che camminano di pari passo in questo romanzo, perché in fondo il tango non è altro che una bellissima dichiarazione d’amore!
“E non può essere un torto se sei giovane, se sei bella, se vuoi respirare aria e sorrisi, se vuoi complimenti e baci, lo so.”
“Soledad” è un romanzo scritto con uno stile intenso, passionale, carico di emozioni e punti sui quali riflettere. Il ritmo narrativo è veloce e anche i punti di vista dei personaggi vengono messi ben in evidenza.
Insomma, un libro che non merita altre parole. Bisogna solamente leggerlo e, nel frattempo, aspettare il prosieguo, che speriamo arrivi quanto prima!
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
Anna Calì, classe ’96. Nelle sue vene scorre la lava del Vesuvio e la passione che contraddistingue il popolo napoletano.
Giornalista di professione e con la passione dei libri sin da piccola. Adora annusarli e, quando va nelle librerie, si perde tra gli scaffali ad osservare le copertine.
Grazie a questa passione è riuscita a mettere in campo due sogni nel cassetto: il primo, recensisce i libri che legge, esperienza che fa bene sia al corpo che alla mente. La seconda: è diventata anche scrittrice e ha pubblicato già due romanzi.