Narrativa contemporanea
NN Editore
19 marzo 2015
cartaceo, ebook
162
Il ritratto di una donna, ma soprattutto una riflessione sui misteri della coppia, dell'intimità, della fiducia e dell'amore. L'eroina della Offill è una giovane scrittrice che vorrebbe diventare un mostro di scrittura. E' una donna che non si vuole sposare e che invece s'innamora e si sposa e ha una figlia.
Col tempo vede le proprie ambizioni andare in stallo, la maternità trasformarsi in una nuova forma di solitudine e il matrimonio vacillare per un tradimento. Nella sua ostinata ricerca della felicità deve affrontare lo smarrimento, la rabbia, la gelosia e i cambiamenti, per ritrovare quello che è stato perso, cosa è rimasto e che cosa desidera adesso.
“C’è ancora un vuoto nel mio cuore. Pensavo che amare due persone lo avrebbe riempito” – Da “Sembrava una felicità” di Jenny Offill, NN Editore.
Una donna, che sognava di diventare una grande scrittrice, che non pensava all’amore né tantomeno a costruirsi una famiglia, incontra un uomo e se ne innamora. Diventa insegnante, si sposa e dà alla luce una bambina con la quale instaura un rapporto conflittuale da subito. I suoi sogni di ragazza rimangono chiusi in un cassetto, e il suo matrimonio entra in crisi. Lei si accorge di non essere poi così diversa da tutte le altre donne. Prova rabbia, frustrazione, gelosia e si aggrappa tenacemente a quel che resta del proprio legame con il marito, provando a ricominciare.
“Per lei rinuncerei a tutto, alle ore di solitudine, al libro tanto agognato, al francobollo con la mia immagine. Ma solo se lei acconsentisse a restarsene tranquilla con me fino a quando non compie diciotto anni. Se lo facesse, se potessi sempre affondare la faccia tra i suoi capelli, allora sì, mi arrenderei”
Lei è una donna acculturata. Ama accordare i suoi pensieri con citazioni dei famosi letterati, filosofi o poeti. Vorrebbe rientrare lei stessa in questa prestigiosa categoria e scrivere il grande romanzo della sua vita, acquisire rilievo in ambito letterario ed essere citata tra le sue eccellenze. Si sente al di sopra dell’ordinarietà delle altre donne. Quelle che si sposano, fanno figli e si consumano tra impegni famigliari e attività di utilità sociale svolte per sentirsi utili. Eppure, ad un certo punto, anche lei si ritrova nelle vesti di una di quelle donne.
Ha conosciuto un uomo. Uno che non teme la tempesta, anzi, è abituato a servirsene per i propri fini: registrarne i rumori per creare paesaggi sonori. Si sono innamorati e sono andati nella stupenda isola di Capri per una breve vacanza. La loro prima e unica fuga d’amore. Lui è uno come tanti, eppure lei ha accettato di diventare sua moglie, comprare casa insieme a lui e mettere al mondo una bambina.
Lei prova un’immenso amore per la piccola, ma non si sente ricambiata. Sua figlia urla e la tiene sveglia tutta la notte. Fatica non poco a calmarla e questo la fa sentire inadeguata. Quando poi la piccola cresce, si trasforma in una ragazzina acuta dalla lingua tagliente che pare metterla sempre in discussione, anche solo guardandola.
Lei si è trasformata in una donna ordinaria, come quelle che un tempo disapprovava. Si sente fuori posto e si crogiola nel rancore. Il vero e proprio scossone arriva quando il marito si allontana ed inizia una relazione con una ragazza più giovane. Lei ritrova lucidità e una nuova consapevolezza. Prova nuovi sentimenti e si pone obiettivi diversi a partire dal recupero della propria vita coniugale.
“Secondo lei ogni matrimonio ha i suoi difetti di fabbrica e anche quelli che da fuori sembrano equilibrati, sono tenuti insieme col chewing gum, il fil di ferro e lo spago” – Sembrava una felicità
Lo schema narrativo appare piuttosto singolare. Si articola attraverso brevi paragrafi, a loro volta contenuti in altrettanto brevi capitoli. Sembra quasi una sorta di diario scritto in prima persona dalla protagonista, una donna senza nome. Nessun personaggio ha un nome proprio, sono: lei, il marito, la bambina, la ragazza, il filosofo.
Le riflessioni della protagonista in merito al suo vissuto sono regolarmente accompagnate da una citazione letteraria o filosofica. Costituiscono una sorta di pilastro sul quale si regge ogni pensiero.
Il carattere di “Sembrava una felicità” è fortemente introspettivo. Il linguaggio è apparentemente semplice dal punto di vista della forma, i contenuti invece sono assai più complessi. Non di rado incorporano citazioni “silenti” oltre a quelle esplicite; sono nascoste tra le riflessioni della protagonista, fanno riferimento ad opere letterarie, anche per l’infanzia.
Il ritmo è rapido e la lettura è molto agevole grazie alla brevità e netta separazione dei paragrafi. Le tematiche riguardano la ricerca della felicità, la vita di coppia con i relativi cambiamenti, la maternità, l’insicurezza, la gelosia e la rinascita.
“Anche le mogli hanno le loro esigenze, naturalmente. Quello che chiedono è: ubbidienza assoluta, fedeltà sino alla morte“
Una lettura piena di spunti di riflessione, non solo attraverso le numerose citazioni, ma anche grazie alla velata arguzia del linguaggio nel presentarci le tematiche. Definirei questo romanzo una chicca, un gioiellino che, in un esiguo numero di pagine, contiene una tale profondità di pensiero dentro il quale viene spontaneo farvi un tuffo, riemergendo con qualche conoscenza in più.
“Se qualcuno ti chiede di ricordare uno dei momenti più belli della tua vita, è importante considerare non solo la domanda, ma anche chi te la fa”
E voi, amate i romanzi che contengono molte citazioni di personaggi famosi, letterati o poeti?