
biografia, romanzo storico
Maddali e Bruni
28 ottobre 2022
cartaceo
686

Firenze, 1445.
Nel rumore di una pulsante metropoli sempre più ricca, più viziosa e più audace, la potente famiglia dei Medici ha ormai assunto il dominio della città. I suoi membri sono intenzionati a essere ricordati dalla storia. Questo fine giustifica ogni mezzo: volubili alleanze, ambiziose campagne militari, intrighi e assassinii.
E grandiose opere d'arte. In questo clima nasce Sandro Botticello, figlio di un umile conciatore. E un ragazzo sensibile, con una vena malinconica e un occhio attento. La sua lingua è la bellezza.
Fin da giovane scopre di avere uno straordinario talento per il disegno e la pittura, talento che presto lo catapulterà fuori dalla miseria da cui proviene e direttamente tra le facoltose e feroci famiglie che cospirano contro, o insieme, ai Medici. La sua penna e i suoi pennelli diverranno armi e strumenti al servizio delle faide politiche, della diplomazia e delle mode dell'alta società fiorentina.
L'arte di Sandro diverrà presto un diario intimo e segreto del suo secolo.
“Sandro” è un romanzo storico-biografico nato dalla penna di Johannes Bramante, edito dalla casa editrice Maddali e Bruni. Il romanzo è incentrato sulla figura dell’artista simbolo del primo Rinascimento fiorentino: Sandro Botticelli. Ed è proprio lui a raccontare, in prima persona, le vicissitudini della sua vita, dall’infanzia all’apprendistato con Filippo Lippi, dalla prima opera realizzata nella sua bottega personale al soggiorno romano, fino agli ultimi anni trascorsi in solitudine sulle colline di Bellosguardo.
E poiché la storia della vita di Botticelli è strettamente interconnessa a quella di Firenze, da questo romanzo vien fuori un perfetto ritratto della città nella seconda metà del Quattrocento: dal periodo di massimo splendore sotto la guida di Lorenzo de’ Medici ai tempi bui di Savonarola.
Le personalità più importanti dell’epoca popolano queste quasi settecento pagine, restituendo un’immagine estremamente vivida di uno dei periodi storici più floridi che l’umanità abbia mai conosciuto. Incontriamo uomini politici come Tommaso Soderini; filosofi come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola; artisti come Filippo Lippi, il Ghirlandaio, il Perugino e persino un giovanissimo Leonardo da Vinci. Riviviamo momenti tragici come la Congiura dei Pazzi, assistiamo alla creazione degli affreschi della Cappella Sistina. Conosciamo la bellezza di Simonetta Vespucci, la fanciulla che probabilmente diede il volto alla famosa Venere, e la severa voce di Savonarola che sentenzia dal suo pulpito.
Lo stile della narrazione, raffinato, a tratti aulico, fa da perfetta cornice al contenuto del libro. Le descrizioni delle principali opere d’arte di Botticelli, mentre prendono forma sotto le sue sapienti mani, sono talmente perfette ed evocative, che sembra quasi di avercele sotto gli occhi.
Da questo romanzo traspare la vera essenza dell’artista: un’anima sensibile, curiosa, un uomo alla costante ricerca del significato nascosto in ogni atomo del cosmo.
“Ora più che mai sentivo il bisogno di restare fedele a quel che fin da piccolo avevo pensato dell’arte: un viaggio continuo alla ricerca del nome nascosto delle cose, la scoperta delle piccole parti di Dio sparpagliate in ogni dettaglio”.
Di tutte le opere d’arte che ho avuto la fortuna di poter osservare dal vivo, quelle di Botticelli sono le uniche ad aver mosso davvero qualcosa dentro di me. Le uniche ad aver trafitto la corazza della ragione, giungendo dritte all’anima, che in quelle opere si è specchiata, riconoscendosi. È stato come ascoltare la voce di qualcuno che, da un passato lontano seicento anni, attraverso i corpi di divinità pagane e cristiane, mi avesse detto: io ti capisco.
Non ci avevo mai dato troppo peso, liquidando questa sensazione come la fantasia di una mente suggestionabile, dai gusti neanche troppo originali. D’altronde, a chi non piacciono i dipinti di Botticelli? Ma sapevo che dietro ci fosse dell’altro, ed è il motivo per cui ho scelto di leggere questo libro. Magari, mi son detta, leggendo la storie della sua vita, riuscirò a capirne qualcosa della mia. E così è stato: mi sono ritrovata in quel ragazzino che desiderava emanciparsi da una condizione di mediocrità; ma anche in quel giovane uomo che, pur trascinato dai venti del potere, non si è mai abbassato a rinnegare i propri principi.
Credo che come me, molti altri lettori ritroverebbero una parte di sé nella vita di Sandro Botticelli e dei suoi contemporanei. La sua storia, insieme a quella della Firenze della seconda metà del Quattrocento, ci lascia un grande insegnamento, che riassumo citando una frase del romanzo:
“Si modificano le forme, si trasformano le mode, ma la sostanza resta sempre la stessa: un eterno anelare al cambiamento, mentre tutto si ripete” – Sandro
Trovo inflazionata l’espressione “capolavoro” quando si recensisce un’opera letteraria, ma non saprei come altro definire questo romanzo. È perfetto sotto tutti i punti di vista: la prosa è magnifica, il tema interessante, la rievocazione storica impeccabile. Più di tutto ho apprezzato l’introspezione del personaggio di Botticelli nel raccontare la sua storia, le straordinarie descrizioni dei dipinti e il finale, talmente intenso da avermi strappato una lacrima.
Buona lettura a chi vorrà,
Arianna
L’autore di Sandro
Johannes Bramante (Roma, 1990). Attore, drammaturgo e regista teatrale, Johannes trasferisce nella scrittura del romanzo le doti geniali e le qualità già evidenziate sul palcoscenico con la trilogia Il complesso di Antigone, Alkestis 2.1 e Vertenze Politiche su una Versione Pornografica del Mito di Pasìfae.