Narrativa
Placebook Publishing
28 marzo 2020
cartaceo, ebook
236
Veronica ha 45 anni, è la moglie innamorata e realizzata di Goffredo, proprietario di un mobilificio. È ricca, appagata, serena. Ha due figli, Desirè, una adolescente capricciosa e ribelle che mette quotidianamente alla prova la sua pazienza, e Vittorio, un maschietto di dieci anni. Poi, del tutto improvvisamente, la sua vita cambia. Un incendio distrugge il mobilificio e Goffredo viene trovato impiccato all’interno della fabbrica stessa.
Da quel momento, oltre al dolore per la perdita del compagno, Veronica dovrà affrontare problemi anche più seri. Il marito viene accusato di aver appiccato l’incendio per riscuotere l’assicurazione e di essersi poi suicidato per il rimorso: l’attività sembra avere problemi economici seri, di cui nessuno era al corrente, e viene fuori addirittura una amante misteriosa. Goffredo, insomma, non è più il marito fedele ed innamorato, o l’imprenditore onesto amato da tutti: diventa un uomo mediocre e bugiardo, che né Veronica, né la madre possono riconoscere. Travolta da questi eventi, stordita, per staccare la spina, Veronica lascia la casa dove ha vissuto fino a quel momento e si rifugia in campagna, nella casa dove ha vissuto la sua amatissima nonna.
Qui, ritrova amici della sua giovinezza, ne conosce di nuovi, si dedica alla cucina e al giardinaggio, vive una vita semplice, lontana dai riflettori. Forse qualcuno riuscirà addirittura a farle battere il cuore, ma soprattutto, in quell’esilio volontario, troverà la forza di affrontare la verità e fare luce sulla morte del marito. Solo così potrà decidersi a guardare avanti…
“Perché deve venire l’autunno? Che stagione è? Io la odio!”
“Non dire così. Ricorda che il ciclo della natura è perfetto e ogni stagione ha le sue bellezze…L’autunno è necessario, esattamente come l’estate. È un periodo di raccolta, ma anche di attesa. Vedrai che un’altra estate arriverà prima che tu te ne renda conto”
Un romanzo psicologico? Un thriller? Un romanzo rosa?
Ho trovato davvero difficoltà ad attribuire un genere a questo libro, con il quale Tina Mucci riesce a farci assaporare diversi aspetti della vita, senza snaturarli, ma, piuttosto, arricchendoli con differenti sfaccettature.
Incontriamo Veronica, la protagonista della storia, già alla prima riga del romanzo; da subito, viene messo in evidenza lo strettissimo legame esistente tra lei e la sua nonna, Fabiola, che incarna, in tutto il libro, l’immagine della serenità, dell’amore eterno e della famiglia.
Ormai sono passati quattro anni da quando l’anziana signora ha abbandonato la sua vita terrena. È morta nella sua casa di campagna, tra l’odore delle erbe di campo che vi crescevano intorno e le carezze del suo amato Oreste. Ogni tanto, però, s’infiltra nei sogni della sua nipote preferita, Veronica per l’appunto, specialmente quando vuole proteggerla da disgrazie imminenti che dovrà affrontare.
E proprio con un sogno che la vede come protagonista che comincia questo romanzo: un sogno molto strano, che lascia Veronica, al risveglio, perplessa e leggermente agitata. Ma la vita va avanti, non ci si può fermare ad “ascoltare” le sensazioni che il delirio onirico regala. C’è una casa, una famiglia da mettere in marcia la mattina… e quella di Veronica è abbastanza impegnativa. Oltre che con suo marito Goffredo, l’uomo che ama più di se stessa, Veronica condivide i suoi spazi con sua suocera, con la quale va d’amore e d’accordo, e i suoi due figli, Vittorio e Desirè.
Vittorio è un ometto di dieci anni, dolce e amabile, tutto il contrario di sua sorella Desirè, che non perde occasione per ribellarsi alle decisioni materne.
Tra alti e bassi, tra litigi e abbracci, la vita scorre comunque tranquilla in casa Prandelli, finché,un giorno, il mobilificio di proprietà della famiglia va a fuoco e, come se questo non bastasse, una volta spente le fiamme, Veronica trova, in una zona dell’edificio ancora integra, suo marito impiccato.
Subito si parla di suicidio, di un incendio doloso innescato dallo stesso Goffredo per riscuotere i soldi dell’assicurazione. Ma Veronica conosceva suo marito: lui non era la persona che poteva compiere gesti di questo genere. Confusa e spiazzata da tutta una serie di notizie infanganti che le arrivano all’orecchio, per vie ufficiali e traverse, insudiciando la memoria del suo amato Goffredo, la donna prende lo stretto necessario e con i figli si reca nella casa di campagna lasciatale dalla nonna. E sarà lì, tra i ricordi e la semplicità della vita, che tutta la famiglia Prandelli riuscirà a riprendersi dallo shock e a ricominciare a respirare…
Nonostante la protagonista della storia sia, senza dubbio, Veronica, vedo Rosso autunno come un romanzo corale, che investe tutta la famiglia Prandelli e anche le persone che le ruotano intorno; infatti, l’autrice, in diversi punti,ci presenta spaccati di vita di Nicoletta, l’amica d’infanzia di Veronica, e dei suoi nuovi vicini di casa; brevi ritratti che ci permettono di inquadrarli e caratterizzarli.
Ci sono, però, diversi passaggi dove questo libro presenta le sfumature del thriller, senza però avvalersi del ritmo tipico di questo genere. Rispetto ad un thriller, qui le scene sono molto rallentate; manca la tipica suspense costruita ad hoc per tenere ferma l’attenzione del lettore. In Rosso autunno, la morte di Goffredo e le indagini per accertarne la causa hanno sì la loro importanza, ma assumono contorni sfocati. È la famiglia, i sentimenti e le emozioni dei diversi membri che la compongono ad essere messi in primo piano, e con essi quelli dei loro nuovi e vecchi amici.
In campagna, in mezzo al silenzio, ai profumi della natura, la vita sembra più leggera. Nonostante i Prandelli vengano da una situazione di forte sofferenza, il solo entrare nella casa lasciata loro da Fabiola pare alleggerire quel senso di oppressione che la città non riusciva a attenuare. Sarà perche in campagna, nelle cose lasciate loro dalla nonna, non aleggia lo spettro di Goffredo; sarà che là il dolore che hanno dentro non deve essere né celato né esibito, ma libero di esprimersi come meglio crede.
Facce nuove, luoghi diversi, modi di vivere differenti riescono a “distrarre” Veronica e i suoi figli, che così trovano il tempo di rielaborare la grande perdita che hanno subito e di riflettere su tutto ciò che è loro accaduto. Hanno la possibilità di rinascere dalle ceneri lasciate loro in eredità dal passato.
Quella che pare trarre maggior giovamento da questo trasferimento momentaneo è la ribelle Desirè, che riesce a guardare dentro se stessa e a capire cosa davvero vuole, come realmente vuole essere. Ed è a lei che il suo papà apparirà in sogno, dandole un indizio per capire come davvero sono andate le cose e, quindi, la possibilità di riscattare la sua integrità morale .
“A volte la vita è strana. In certi momenti sembra bloccata..poi…improvvisamente, le cose cominciano a prendere il giusto verso, il vento sembra soffiare a favore, gli ostacoli appaiono superabili… E allora ti viene il dubbio che quello veramente bloccato eri tu. Bloccato dai dubbi e dalle incertezze”.
Il suo papà sarà sempre con lei, con sua madre, con suo fratello, sua nonna e tutte le persone che gli hanno voluto bene; ma ora che a lui è stata resa giustizia, la vita deve continuare; questo lo ha capito Desirè, ma anche tutto il resto della sua famiglia che ora, col cuore più leggero, riesce a guardare avanti verso un futuro dove sorgerà nuovamente il sole.
Sahira
Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…