
Biografia romanzata
Morellini Editore
22 marzo 2024
Cartaceo, ebook
216

Rose è una giovane e appassionata storica dell’arte che lavora come curatrice al Museo del Jeu de Paume a Parigi, quando i nazisti trasformano il museo in un deposito centrale per i tesori d’arte saccheggiati in tutta Europa. Coraggiosa e determinata, Rose si ritrova al centro di una rete di inganni e pericoli e dovrà sfruttare la sua conoscenza della lingua tedesca e la sua posizione privilegiata per annotare segretamente i dettagli delle opere d’arte trafugate dai tedeschi. Rischierà la vita per collaborare con la Resistenza francese e fornire preziose informazioni sui movimenti delle opere d’arte nascoste ai Monuments Men.
Attraverso momenti di tensione e pericolo, il romanzo dipinge un ritratto intenso di una donna straordinaria che lotta per preservare il patrimonio culturale della sua nazione, anche quando il mondo intorno a lei è sconvolto dalla guerra.
“Rose Valland” di Franca Pellizzari, edito da Morellini editore è una splendida biografia romanzata.
Il 22 settembre 1980 viene celebrato il funerale di Rose in una chiesa quasi del tutto vuota.
“Eppure Rose Valland era una concittadina illustre. Nel necrologio, la famiglia ha ricordato alcuni dei suoi meriti: conservatrice onoraria dei musei nazionali, ufficiale della Legion d’onore, decorata con la medaglia della Resistenza e quella americana della libertà, la croce al merito federale della Repubblica Tedesca, commendatore delle arti e delle lettere. Un elenco impressionante, che fa di lei una delle donne francesi con il maggior numero di onorificenze, ma non le impedisce di essere sepolta in solitudine”
L’autrice ci riporta indietro nel tempo, fino al giugno del 1924, quando una giovane Rose si era trasferita da poco a Parigi, dopo aver superato il concorso di ammissione dell’Ecole Nationale des Beaux Arts.
Ma alle donne non era permesso iscriversi al laboratorio di pittura dal vero. Anche se, in tempo di guerra, era stato consentito loro di svolgere lavori maschili, ora certe attività erano proibite.
Rose non accettava i soprusi né le ingiustizie… avrebbe cambiato le cose. Un atto di ribellione fu anche quello di tagliare i suoi lunghi capelli alla garçonne.
La scrittura di Franca Pellizzari è talmente realistica, che è riuscita a farmi entrare nei ricordi visivi e olfattivi della protagonista.
Ciascuno dei trentaquattro capitoli, di cui è composto il libro, è dedicato a un’opera d’arte e a un pittore.
Questa è la storia vera di una donna che era qualificata e che aveva i titoli per emergere, ma che si vide sempre scavalcare da uomini meno titolati di lei.
“Inconcepibile che una donna, per di più proveniente da un ambiente modesto, riesca a mettersi in luce in un mondo dominato da maschi, di solito rampolli di famiglie agiate e colte” – Rose Valland
Ma lei “è nata nel Delfinato, dove la determinazione viene assorbita insieme al latte materno”. Rose si distingueva per la conoscenza enciclopedica dei movimenti artistici. Aveva votato tutta la sua vita all’arte e alla giustizia.
Nel luglio del 1940, una Parigi occupata dal nemico era immersa nel silenzio. Un silenzio spettrale. Quanto sembravano distanti i folli anni Venti durante i quali la capitale francese era al centro del mondo.
Solo quando rientra a casa, Rose ritrova un po’ di spensieratezza. La sua compagna, Joyce Heer, “con gli abiti a fiori che le svolazzavano attorno alle gambe, gli occhi luminosi e la sua gioventù piena di promesse è il più bel regalo che la vita potesse farle”.
Era un periodo cupo e difficile. I tedeschi stavano sequestrando tutta l’arte degenerativa, a loro dire, degli ebrei. Quelle opere confiscate sarebbero servite a compensare le spese per la questione ebraica.
“Si chiede che cosa vorrà Hitler per il grandioso museo che ha in mente di costruire a Linz. I suoi gusti in fatto di opere d’arte sono molto discutibili: opere roboanti, che vogliono copiare la realtà senza tentare di interpretarla e si propongono di esaltare la cosiddetta purezza della razza ariana”
È al Jeau de Paume che continuano ad arrivare le opere d’arte sequestrate. Rose è una semplice impiegata che tenta di rendersi invisibile, di non attirare l’attenzione, non può far nulla per fermare i nazisti. Invece qualcosa può fare: ascoltare le conversazioni in tedesco, lingua che lei finge di non capire.
La paura di compiere un passo falso o di tradire la sua comprensione del tedesco la opprimono. A volte, le sembra inutile rischiare la vita per delle opere d’arte, quando ci sono così tante persone in pericolo!
La libertà, quella vera, è ancora lontana. Rose ne cerca delle briciole, dei frammenti nei dipinti che riesce a salvare e a contemplare.
L’autrice narra, con grande trasporto ed emozione, la resa dei tedeschi fino al recupero delle opere trafugate.
“Sono un pezzetto della storia di una famiglia. E noi abbiamo il dovere di renderlo. Un dovere che vale per i capolavori, ma anche per un ingenuo quadretto, o un libro dalle pagine rovinate. Chi ha perso tutto, non può essere depredato anche della memoria”
Nel maggio 1945, “Rose Valland, ufficiale francese della Belle Arti” giunse a Monaco ad affiancare i Monuments Men americani.
Vengono ritrovati e catalogati: quadri, porcellane, mobili, argenteria, tappeti… tutto è pronto per essere restituito ai loro legittimi proprietari.
Durante il processo di Norimberga del 1946, Rose riuscì a far dedicare alcune udienze ai sequestri delle opere d’arte da parte dei nazisti:
“Togliere alle famiglie ebree i loro beni non è stato solo un furto, ma un modo per calpestare la dignità, un primo passo verso la cancellazione delle loro identità, che avrebbe condotto ai campi della morte. Ecco perché non parlarne sarebbe un’ingiustizia”
Franca racconta, con grazia, la forza d’animo di questa donna coraggiosa che riuscì in un’impresa memorabile: recuperare sessantacinquemila opere d’arte e averne restituite quarantacinquemila ai proprietari.
È un libro che va letto piano, senza fretta. Come quando ci si trova di fronte ad un quadro e ci si sofferma ad ammirarlo, in silenzio, per diversi minuti.
Alla fine, l’autrice è riuscita a commuovermi quando parla di quel “dolore assoluto e silenzioso” che consegue alla morte di Joyce nell’agosto del 1977.
“Al pensiero del tempo che le scivola dalle mani, che fino a ieri traboccavano di futuro, si sente lambire da un’onda di sommessa malinconia: non un vero dolore, piuttosto una presenza inafferrabile”
In quest’ultima parte Franca ci presenta Joyce come la compagna esemplare di una vita.
Ho concluso il romanzo con gli occhi lucidi… e mi succede raramente!
Ringrazio tantissimo la CE, Morellini Editore, per avermi inviato una copia cartacea di “Rose Valland”.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐

Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.