racconti
Helvetia Editrice
13 dicembre 2021
cartaceo
83
"È possibile che un avvenimento, una caratteristica caratteriale, una svolta biografica si coaguli in una figura? In un occhio, in una smorfia, in una carnagione? La faccia è il nostro stemma araldico, il nostro espressivo blasone? Oppure quei lineamenti sulla superficie anteriore della testa sono casuali, non significano nulla?"
Sono davvero contentissima di aver potuto leggere e recensire questo libro perché ha davvero un modo nuovo di attrarre il lettore. Giorgio Camuffo e Renzo di Renzo con il loro “Ritratti veri di persone immaginarie”, edito Helvetia Editrice, mi hanno quasi messa a nudo, costringendomi a fermarmi ed osservarmi allo specchio; immaginando ciò che dal mio volto avrebbero potuto capire gli altri, le persone intorno a me, conosciute e non.
Questo piccolo libro, neanche novanta pagine, riporta 17 storie di persone che potremmo essere tranquillamente ognuno di noi. Una pagina per personaggio, con tanto di immagini in bianco e nero a rappresentarle. Storie lette dal volto dei protagonisti, da ogni ruga, espressione, imperfezione; sguardo.
E così, Vincenzo il predicatore si offre a noi con una barba lunga e nera, quasi da rappresentazione classica di ciò che vuole dimostrare. Aurelio, con due righe orizzontali, che tanto ricordano i segni lasciati sul terreno dalla sedia a rotelle della defunta moglie; e poi Bice, Raffaella, Serpico, Rudy, tutti con i loro tratti unici. Tutti con le loro vite da raccontare.
“Amalia è la figlia strana del vicino. Ne abbiamo avuto tutti una. Quella segregata in casa perché il condominio si vergogna di lei, che non esce mai.”
Ma veramente nel nostro volto si leggono i segni del nostro trascorso?
I nostri modi di esprimerci, le nostre espressioni, possono essere così chiaramente e giustamente interpretati da chi ci guarda?
Siamo ciò che il nostro viso esprime?
Non so dare risposte esatte a queste domande ma di certo posso dire che ognuno di noi racconta qualcosa anche senza volerlo; che siamo ciò che abbiamo vissuto, anche se non è così semplice capirlo sempre o giustificare i nostri comportamenti. Sensazioni. Emozioni.
“Ritratti veri di persone immaginarie” è un piccolo grande saggio sociale, a mio avviso, che sembra parlare direttamente al lettore e che lo induce a ragionamenti profondi. Mi ha commosso tantissimo Tommaso, preso in giro per il suo aspetto dai bulli, così come Lillo, col suo nome da bambino nonostante sia un uomo maturo ormai.
“Si può essere più sfortunati di così? Grasso, senza collo e con i capelli rossi. I compagni non hanno che l’imbarazzo della scelta con lui, di volta in volta è il ciccione viaggiatore, il rosso di sfera, l’ultimo dei morti cani.”
Lo sapevate che si prende cura di ogni creatura ma che la sera urla forte, sempre più forte, perché aspetta la mamma che lo aiuti a dormire, anche se la sua mamma non può arrivare più da anni? Perché ha bisogno di chi si prenda ancora cura di lui così come lui fa con gli altri?
Avete tentennato? Avete chiuso gli occhi perché colpiti da un’emozione improvvisa?
Eh già, lo so, è tanta roba in poche parole. Ma sono queste le vicende che troverete e che vorrete assolutamente leggere e rileggere, e rileggere, per capire se davvero sarete riusciti a cogliere ogni sfumatura.
Scrivere un libro a quattro mani non è mai facile, ma scrivere un libro così particolare, così nudo e crudo, con storie di una pagina, ma piene di significato lo è ancora di meno.
Non posso che complimentarmi con gli autori, hanno tirato fuori davvero una particolare ed incredibile tipologia di comunicazione.
Hanno davvero alzato l’asticella di ciò che amerò leggere da oggi in poi.
Appassionata di lettura e scrittura fin da bambina, ho scritto e pubblicato quattro libri. Moglie e mamma, passo le mie giornate ad inventare storie d’amore per emozionare chi le leggerà.