
poliziesco
Mondadori
13 luglio 2021
cartaceo, ebook
352

Quando Soneri, camminando per il parco della Cittadella della sua Parma, si avvicina a un uomo riverso su una panchina, per capire se è solo un barbone addormentato o se è qualcuno che sta male, certo non immagina che sta per cominciare una delle vicende più assurde e intricate di tutta la sua carriera.
L'uomo infatti, tal Roberto Ferrari, confessa a Soneri di aver appena compiuto un omicidio. Ha ucciso un promotore finanziario che lo aveva rovinato sperperando in affari illeciti e cocaina i risparmi di una vita. che Ferrari gli aveva affidato.
Apparentemente, l'indagine più rapida della stori del commissario Soneri, anche perché Ferrari fornisce tutte le prove che servono a dimostrare la sua colpevolezza: c'è la vittima, c'è il movente, c'è il reo confesso. Ma Soneri non è uomo di carte, o di tecnologie, o di impronte digitali. E' un uomo di intuito, e il suo intuito gli dice che c'è qualcosa che non torna, che in questa apparente semplicità c'è qualcosa di sospetto. Non immagina quanto ha ragione.
“Sospetto sempre delle cose troppo facili. La verità non è mai facile”
da Reo Confesso” di Valerio Varesi
Una delle qualità più importanti di un poliziotto è l’istinto. Una forma di sesto senso che conduce alla risoluzione di un caso. Il commissario Soneri si è sempre fidato del proprio istinto e questa volta gli suggerisce di non accontentarsi dell’apparenza. L’imputato si è consegnato spontaneamente. Si è affidato a lui. Ha confessato. C’è un cadavere. Ci sono le impronte con tanto di dna. Soneri che, dopo anni di servizio, ha imparato ha conoscere la natura umana, non è convinto della colpevolezza del reo confesso. Inizia così un viaggio attraverso l’inganno, i silenzi e i misteri avvolti nelle nebbie di una piccola e affascinante città.
Il commissario Soneri è un poliziotto originario della stessa città nella quale presta servizio, Parma. È nato in un quartiere periferico, conosce la vera essenza della città e dei suoi abitanti. Ama passeggiare in solitudine, nelle serate nebbiose lungo il torrente Parma. Lo aiuta a schiarirsi le idee e a riflettere. È un poliziotto che mal si adegua agli ordini che arrivano dall’alto, probabilmente perché non stima il suo superiore con i relativi seguaci, servili e spesso incapaci. È scrupoloso, istintivo e avveduto; è molto riflessivo e riservato.
Angela Cornelio è un avvocato penalista, nota per la sua competenza e per il suo carattere risoluto e deciso, qualità molto apprezzate nelle aule dei tribunali. È anche la compagna del commissario Soneri. Poiché è il difensore dell’imputato, diventerà molto difficile per la coppia separare la loro vita privata da quella professionale. Questo finirà inevitabilmente per creare una frattura nel loro rapporto.
Roberto Ferrari è il reo confesso. Si dimostra da subito molto atipico e poco credibile come assassino a sangue freddo. Un uomo tormentato ma sensibile. Troppo deciso nel dimostrare la sua colpevolezza.
Giacomo Malvisi, il morto. Promotore finanziario e truffatore senza scrupoli. È figlio di un commercialista molto abile nell’amministrare patrimoni, indegno della sua eredità. Approfittando della fama del defunto padre, acquisisce clienti, sperperando i loro risparmi in donne e droga.
Una bella scrittura. I dialoghi, gli intrecci e i misteri ben si amalgamano alle descrizioni del contesto. Parma è lo sfondo perfetto per la vicenda. Una piccola ed elegante città. Un tempo fu un importante ducato, cosa che nessun parmigiano dimentica mai. Tutt’ora è motivo d’orgoglio cittadino. Una città fatta di luci ed ombre, dove ogni cosa si vela di nebbia nelle malinconiche serate autunnali. L’autore ne esprime a pieno l’essenza. Questo anche attraverso l’introduzione di personaggi secondari, alquanto caratteristici e atipici. Un “nobile” decaduto che si consola frequentando locali dove “scrocca” consumazioni avanzate da affascinanti e ignare signore. Oppure l’uomo che in passato lavorava nei cunicoli fognari e che conosce alla perfezione il sottosuolo di Parma.
“La natura ha infinite varietà e quella umana di più”.
“Parma era una città cangiante, in accordo con la luce che mutava costantemente e la vita che ci scorreva : un palcoscenico dove si alternavano continuamente attori diversi”
Pur essendo un romanzo di scorrevole lettura, offre descrizioni curate relative alla psiche dei suoi personaggi e alle relative dinamiche nella vicenda, intricata ma ben comprensibile. La trama è avvincente. Una partenza curiosa e via via sempre più incalzante. Un finale dal risvolto inaspettato, sicuramente sorprendente, ma anche amaro.
Tra i temi trattati emerge quello relativo all’ingannevolezza dell’apparenza. Nulla è come sembra o come qualcuno vuol far sembrare. L’istinto va in una direzione diversa dalla ragione. Ed infine, non manca l’inevitabile conflitto che si crea mescolando il lavoro con la vita di coppia.
“Siamo prismi di cristallo che il tempo ruota. Riflettiamo di continuo un’immagine diversa”
Una lettura interessante e curiosa, resa più vivida dall’ambientazione nella mia città.
I personaggi sono originali, qualcuno tragicamente comico, qualcun altro saggiamente ironico. Comunque molto singolari ed apprezzabili, così come l’assenza dei cliché tipici del genere poliziesco.
Nella narrazione di Reo Confesso di Valerio Varesi ho riconosciuto perfettamente le caratteristiche del centro storico di Parma; in questo caso, le descrizioni sono attinenti alla realtà. Ho trovato decisamente superate quelle relative al mio quartiere (luogo dove si consuma il delitto). Inizialmente, ho creduto che il romanzo fosse ambientato negli anni Ottanta proprio a causa dell’immagine che l’autore aveva conferito alla zona in questione. Poi, però, si parla di covid, quindi ho dedotto che l’ambientazione fosse decisamente più recente. La descrizione del quartiere non è attinente alla sua attuale realtà. I cambiamenti sono stati notevoli e la riqualificazione l’ha reso tra i più ospitali e sicuri di Parma. Da moltissimo tempo non esistono più i “capannoni” adibiti a case. Io stessa, che sono cresciuta in zona, non li ricordo. Per sentire l’odore di stallatico occorre uscire dal quartiere e percorrere diversi chilometri.
Oltre a questa piccola incoerenza, mi permetterei di esprimere una rimostranza… vorrei bacchettare il commissario Soneri che, in piena pandemia, si dimostra refrattario all’uso della mascherina. Nel complesso è un romanzo che si legge volentieri, dalla trama ben articolata, con una singolarità apprezzabile.
L’istinto ci porta in una direzione, non sappiamo quale, ma sentiamo di doverla cercare. La ragione ci guida verso la concretezza, fatta di logica apparente. Ragione e istinto, un eterno conflitto… vi è mai capitato di viverlo? A quale dei due vi siete affidati?