Rainbow place #1
LGBT Romanzo erotico
Jaybird Press
21 maggio 2019
Kindle e cartaceo
216
Riuscirà Jason a trovare il coraggio di cui ha bisogno per essere l’uomo che Seb merita?Quando Seb Radcliffe si trasferisce in una cittadina della Cornovaglia, si sente come un pesce fuor d’acqua. Gli mancano i luoghi di ritrovo gay e il senso di comunità di cui godeva quando viveva in città, quindi decide di aprire un caffè-bar LGBT. Jason Dunn è il costruttore che Seb ingaggia per aiutarlo a rinnovare il locale che ospiterà il caffè. Anche Jason è gay, ma, al contrario di Seb, non è ancora uscito allo scoperto. Non ha mai avuto una relazione con un altro uomo, concedendosi solo qualche incontro occasionale con ragazzi pronti a essere discreti. L’attrazione tra i due è istantanea e impossibile da ignorare. Ma mentre Seb è gay dichiarato e orgoglioso di esserlo, Jason è terrorizzato dall’essere scoperto. Con l’avvicinarsi della grande apertura del Rainbow Place, la tensione cresce, a causa di alcune persone del posto che si oppongono ai piani di Seb. Quando le cose si inaspriscono, Jason è costretto a scegliere se nascondersi nell’ombra e deludere Seb, oppure sostenere apertamente l’uomo di cui si è innamorato così tanto.Anche se questo libro è parte di una serie, ha un soddisfacente lieto fine e può essere letto come indipendente.
“A volte le persone sono invisibili solo perché non hanno una ragione per essere visibili. Se darai a tutti un posto sicuro dove essere se stessi, verranno. Non devi renderlo super-gay, solo aperto ai gay, ma senza escluderlo agli etero.”
Rainbow place è sia il titolo del libro, sia il titolo della serie sia il nome del locale che il nostro protagonista Seb ha intenzione di aprire in un paesino della Cornovaglia.
Seb è gay ed è orgoglioso di esserlo. Abituato a vivere la propria sessualità senza vergogna e si trova in difficoltà in questa località dove non esiste una comunità LGBT.
“Non è che mi importi essere diverso. Mi piace essere diverso.”
Jason invece vive cercando di nascondere la sua reale natura, solo poche persone conoscono il suo segreto: la sua ex moglie e i pochi amanti occasionali. La sua struttura fisica, molto mascolina, e il suo mestiere, il costruttore, lo aiutano a mantenere la notizia riservata. Inoltre suo padre, dichiaratamente omofobo, ha più volte esternato il suo odio verso i gay costringendo Jason a vivere i suoi rapporti in clandestinità.
“Abbiamo bisogno del Rainbow Place perché cambierà delle vite per il meglio. L’ha già fatto con la mia”
Ho apprezzato molto il coraggio di Jason nel decidere di rendere pubblico il suo segreto in un modo molto plateale per poter aiutare Seb, ma soprattutto per scusarsi del dolore causato dalla sua fuga.
L’autore ha una scrittura fantastica, riesce a raccontare argomenti delicati con tatto senza mai cadere nel volgare anche nelle scene hot.
La storia è un pretesto per raccontare la paura di fare coming out, per combattere l’omofobia e per far comprendere che il diverso non deve far paura.
La narrazione così come la storia è leggera, delicata e coinvolgente.
Da leggere per comprendere che non bisogna aver timore di accettare le diversità, nè di gusti sessuali nè di fisicità, ma bisogna aprire la propria mente senza pregiudizi alcuni.
«Questo posto è esattamente come volevo che fosse,» disse Seb.
«Ed è soltanto l’inizio.»
Jay Northcote vive appena fuori Bristol, nel West England. Viene da una famiglia di scrittori, ma ha sempre pensato che con lui il dono per la narrativa avesse saltato una generazione. Ha passato anni a scrivere solo e soltanto email, articoli, o contenuti internet. Un giorno ha deciso di provare un racconto, giusto per vedere se ne era capace, e ha scoperto che dava dipendenza. Non ha più smesso da allora.
Jay è transgender, e in precedenza era noto come ‘lei’.
I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.