
raccolta, racconti
Edizioni La Gru
14 dicembre 2020
cartaceo
100

Ventuno storie di personaggi alle prese con un'unica ricerca: il senso delle piccole cose.
Una penna che le accompagna nel viaggio con ironia e compassione. Osservando senza mai giudicare. E con grande stile.
“Frà, fammete dì che m’è successo iersera, non ce se crede”
Non è un libro sulle tradizioni dialettali o culturali di un popolo; non è un fatto di cronaca. Questioni di testa di Giulio Natali è vita reale che si dipana dinanzi ai nostri occhi.
La citazione con cui ho deciso di iniziare questa recensione è scelta non a caso. Non voglio raccontarvi cosa sia successo al protagonista del racconto, ma iniziarvi a ciò di cui andremo a parlare. Ogni racconto che compone la raccolta, infatti, raffigura uno scorcio di realtà, vissuta da un quivis de populo, una persona in cui potremmo indentificare noi stessi o il nostro vicino.
Ventuno brevi storie che non si limitano a narrare un episodio accaduto, ma che insistono sulla personalità che è alla base di quanto vissuto. Il lettore leggerà di chi viene licenziato dopo essere stato vittima di un inganno; di chi cerca di riempire la propria vita convincendosi di essere caritatevole e voler aiutare il prossimo, pur non essendolo affatto nel concreto; del tale che, preso da un raptus notturno, si lascia prendere dalla follia; del legame che una persona può avere con un oggetto della propria infanzia; di chi vive problemi di coppia; di chi finge che tutto vada bene, nonostante la sofferenza interiore.
“Anche se Libera non si compiaceva certo dei momenti in cui nulla le sembrava avere un senso, la concezione cristiana di una vita dedicata alla sofferenza riusciva a farla andare avanti”
Un dipinto ben variegato e dalle diverse tonalità di colore, insomma! Dal punto di vista significativo, dunque, l’opera di Giulio Natali suscita molto interesse. Analizzare la società in ogni sua sfaccettatura è sempre stato l’obiettivo, chissà quanto compiuto, dei più grandi filosofi della storia della sociologia. Eppure, nel nostro caso, l’analisi sociale non ha finalità statistiche o di risultato. Semplicemente, l’autore ci mostra la realtà, così com’è, descrivendola nella sua semplicità e purezza.
Tali connotati si rinvengono anche nel modo in cui la raccolta è strutturata. I racconti si susseguono, l’uno dopo l’altro, con naturalezza: sembra come se dalla storia dell’uomo seduto in quel bar, si passi poi alla storia della signora seduta al tavolo accanto, per poi soffermarsi sul tale seduto due tavolini dopo. E il narratore è maestro nell’articolare tutte le storie. Coinvolge il lettore dall’alto della sua onniscienza e lo accompagna nella conoscenza del reale (o, meglio, di quello che c’è dietro all’apparenza del reale). E così, impariamo a comprendere cosa si cela dietro quel sorriso o quella ruga che si intravede e che può tanto essere sintomo dell’età che avanza, tanto tormento del pensiero.
“Due giorni dopo, coi soldi che rimanevano da parte, Colombo prese un biglietto di sola andata per Lisbona. Da lì un treno lo avrebbe portato ad Albufeira, dove lo aspettava una stanza nell’appartamento di Amerigo; qualche cosa da fare, con spiaggia e turisti, prima o poi l’avrebbe trovata”.
Lo stile di Giulio Natali è, anch’esso, semplice (la semplicità, se non si è notato, è la parola chiave che ho scelto per questa recensione). Rispecchia l’essere del protagonista di ogni racconto: in una storia è limpido, in un’altra più criptico, in un’altra più becero. Tutto dipende dai protagonisti della storia che si sta leggendo. Il ritmo narrativo è andante: in poche pagine, l’autore riesce a narrare una storia e a comunicare un messaggio.
Il messaggio è un altro elemento comune ad ogni racconto: la ricerca delle piccole cose. In realtà, non tutti i personaggi delle storie che il lettore, spero, leggerà riescono in questo intento. Ma il messaggio non è quello di riuscirci. Il messaggio che, credo, ci vuole dare Giulio Natali è la consapevolezza del bisogno che ognuno di noi ha di ricercare il senso delle cose, nella loro semplicità e naturalezza. Solo con questa consapevolezza, infatti, tutti noi possiamo provarci, e dobbiamo provarci perché oggi, più che mai, di questo abbiamo incessante bisogno.
Siete curiosi di qualche storia che vi ho accennato? Magari posso svelarvi qualcosa in più!!

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.