
Romanzo
Ponte alle Grazie
22 ottobre 2024
cartaceo e-book
416

New York, 2020: appena stabilita nel palazzo come portinaia, Yessie, una giovane donna figlia di emigrati rumeni, trova nel suo appartamento La Bibbia del Frensby, una specie di diario del precedente custode dove sono annotati tutti i nomi degli inquilini, informazioni sulla loro vita e sul loro carattere. Alla fine, alcune pagine bianche sono a disposizione "per il prossimo amministratore". I condomini si riuniscono tutte le sere, verso il crepuscolo, sul terrazzo, per cambiarsi due parole prima di andare a dormire. Ben presto, queste serate, si trasformano in vere e proprie sessioni di racconti: ognuno, a turno, prende la parola e narra una storia, reale o di invenzione. Yessie decide così di registrare segretamente per quattordici giorni i racconti di ogni inquilino, per poi trascrivere tutto sul quaderno. Le serate passano da un crescendo di tensione, finché un'ultima sanguinosa storia di vendetta non chiarirà inaspettatamente tuti i dettagli rimasti in sospeso sulla misteriosa custode.
Quattordici giorni, è il tempo in cui questa storia curata da di Margareth Atwood e Douglas Preston si consuma.
“Il mondo è cambiato. Non tornerà com’era prima per almeno qualche mese. E noi stiamo qui ad armeggiare coi nostri telefoni come Nerone mentre Roma bruciava”
Ci troviamo a New York in pieno lockdown, è la primavera del 2020. I condomini di un palazzo scoprono un’area sul tetto dove si può sostare godendosi il sole e una sorprendente vista panoramica. A debita distanza, vi si ritrovano ogni pomeriggio. Per passare il tempo, ognuno racconta una storia come in un moderno Decameron. Ma queste storie non sono invenzioni, sono pezzi di vita vera. La loro. Cadono i freni inibitori insieme alle maschere, ognuno si mostra per quello che è. Nel frattempo in un appartamento disabitato si avvertano qualcosa di particolare.
“La morte è come il rombo lontano di un tuono a un picnic” da “Quattordici giorni”
Yessie è la nuova custode del Frensby, un condominio newyorchese. Nulla di prestigioso o elegante. Un palazzo anonimo come tanti. La giovane è figlia di immigrati rumeni, suo padre sognava per lei un futuro diverso. E’ una figlia amata, ma difficile e con la tendenza a mettersi nei guai. Ha un passato burrascoso che fa il possibile per nascondere poiché ha un terribile segreto. Si mostra schiva, riservata, ascolta molto e parla solo il necessario. E’ assai curiosa e, senza farsi scorgere, registra i racconti di ogni condomino per poi trascriverli. E’ terrorizzata al pensiero di dover a sua volta narrare di sé, perciò mantiene un basso profilo. Ma sarà attraverso le suo osservazioni, raccontate in prima persona, che intraprenderemo questo viaggio.
Eurovision è un giovane socievole e stravagante nel vestire. E’ soprannominato così poiché appassionato di musica. E’ colui che funge da moderatore, il primo ad aver avuto l’idea del racconto ispirandosi al Decameron. Quello che fa da paciere nelle discussioni inevitabili tipiche di qualsiasi gruppo involontario.
Vinegar chiamata così per il suo carattere aspro e pungente. E’ una donna di colore stanca dei comportamenti razzisti che subisce da sempre, proprio nel suo Paese. E’ una pittrice di discreto successo che ha studiato arte. I suoi modi sono bruschi e così diretti da rasentare quasi l’aggressività, come fosse sempre sulla difensiva.
Hello Kitty è una giovane abbigliata come una ragazzina con abiti a tema “Hello Kitty”. Non è molto socievole, se ne sta in disparte con le cuffiette nelle orecchie e quando interviene lo fa con stizza. La signora Inanellata è la persona più abbiente del condominio, porta spesso gioielli di valore, è un’inquilina esigente e supponente, piuttosto snob. La Terapeuta invece ama fare della psicologia anche sul tetto, forse per deformazione professionale, ha una spiegazione per ogni reazione alla quale assiste, è saccente e mai a corto di parole.
“Ci eravamo risvegliati dall’infanzia per ritrovarci su una nave pilotata da pazzi e farabutti, scagliati in mari oscuri, sgomenti alla deriva, senza una carta nautica”
Quattro mani: Margareth Atwood e Douglas Preston
Questo romanzo è il risultato della partecipazione di più autori e sono tutti citati alla fine a fianco dei capitoli che hanno scritto. La stesura è a cura di Margareth Atwood e Douglas Preston. Sono tutti famosi scrittori americani contemporanei che, nonostante abbiano ognuno un proprio stile, sono riusciti ad uniformarsi originando un romanzo unico. Sembra nato infatti da una sola penna.
L’idea di fondo è ispirata al Decameron del Boccaccio: una pandemia e tante persone riunite a raccontarsi storie per passare il tempo. In questo caso non si tratta di personaggi che inventano racconti ma che si raccontano. Le narrazioni sono pezzi della loro vita, esperienze che li hanno segnati. Tante trame nella trama, avvincenti e contenenti una certa suspense. Il ritmo è infatti piuttosto rapido. Inoltre, anche quando i condomini fanno rientro nei loro appartamenti, ci troviamo di fronte a un mistero… di chi sono i passi che si sentono in un alloggio disabitato? Poi un curioso personaggio si presenta tra loro dicendo di aver trovato il portone aperto, eppure Yessie ricordava bene d’averlo chiuso. Chi è costui e perché mente? Preparatevi al colpo di scena finale!!!
“Ho una storia di guerra e di sesso, le due attività più insensate e distruttive degli esseri umani”
Ogni personaggio rappresenta una figura realistica, potrebbe trattarsi tranquillamente di una persona riconoscibile anche in qualche nostra assemblea condominiale. Comunque sono rappresentativi del tipo di società in cui vivono: un Paese grande e vario. Attraverso i racconti ci portano in realtà diverse, anche lontane, nei luoghi delle loro origini. Alcuni sono sorprendenti, quello di Yessie in particolar modo, vi terrà con il fiato sospeso.
Ho apprezzato moltissimo la scrittura del romanzo corale, curato da Margareth Atwood e Douglas Preston. Si tratta di grandi autori quindi non mi ha sorpreso la cura nel descrivere contesti ambientali e persone, le parole di forte impatto, pungenti e affilate ma che invitano alla riflessione. Mi ha riportata al 2020, periodo difficile che pare da molti dimenticato. Eppure ci ritroviamo a viverne tutt’ora le conseguenze poiché ha fatto emergere quel lato egoistico nella gente fino a quel momento latente, generando un’esplosione di individualismo spaventoso.
Se uno degli obiettivi della letteratura è insegnarci a pensare, direi che questo romanzo l’ha centrato in pieno.
Amate i romanzi scritti da più penne?