autobiografia
Di Renzo Editore
2022
cartaceo
96
«Si vive una volta sola, senza preavviso e senza preparazione. La vita ce la dobbiamo improvvisare, per giunta davanti a un pubblico esigente, ma preparato quanto noi. Siamo costretti ad andare in scena senza un'ora di prove e senza un'adeguata distribuzione delle parti: a chi tocca tocca e il più lo capiremo dopo, a conti fatti. E una volta sola si invecchia. Anche qui senza preannunci ma anche senza strascichi. Veniamo lasciati così alla nostra personalissima interpretazione di un avvincente non-testo, e sarà la nostra un'interpretazione fondata su quel poco che abbiamo imparato in vita sulla vita e sulla vecchiaia.»
Molto spesso, è quando ci si sente agli sgoccioli della propria vita che si iniziano a tirare un po’ le fila di tutto quello che si è vissuto, fatto-non fatto, detto-non detto. E, in questi casi, non vale il proverbio “meglio tardi che mai”, perché il “tardi” può essere effettivamente diventato un “mai più”. Edoardo Boncinelli, nel suo discorso “Quando sarò vecchio” condivide con il lettore queste fila… e lo fa arrivato al “tardi”, con gli occhi di chi da questa tappa vi è ancora lontano.
Difficile estraniarsi dai panni che si vestono, eppure lui, genetista, filosofo, Professore di Biologia, ci è riuscito, nonostante l’amico morbo che lo accompagna. La deformazione professionale non mente, e la si scorge in ogni pagina di questo libriccino. Fin dalla copertina, si vede un signore, un po’ avanti con gli anni, seduto su una panchina, metafora della sosta, della riflessione, della pausa. Sta leggendo non un giornale, ma un libro, il libro della sua vita. Una vita piena di studio e lavoro (ecco i libri in copertina), di svago, passioni (ecco i righi musicali), di momenti di ricchezza e gioia (i rami in fiore), di momenti difficili e tristi (il ramo spoglio), di perdite e di vecchiaia (le foglie ormai cadute).
Ma non si può, né si deve, certo dire che la vecchiaia, in “Quando sarò vecchio” ha un’accezione negativa! Anzi! Che bello il punto di vista di chi ha vissuto i propri anni e ora, con gli occhi di chi sa, vuole preparare i più giovani di lui agli anni che verranno, invitandoli a godere di tutto ciò che si ha in ogni fase della propria esistenza. Come dedicarsi del tempo, come sfruttarlo al meglio, come godere della libertà; come contornare la vita di passioni, impegni; com’è bello essere curiosi, imparare, scoprire quanto la vita può donare; come rapportarsi al proprio corpo, accettandolo. Tutti consigli che un nonno darebbe allo stuolo di nipoti.
“Ovvio che curiosità ed entusiasmo non sono sufficienti, se mancano la passione, intesa anche come capacità di soffrire per raggiungere quel che si desidera, e l’impegno. Non vorrei che a sentirmi parlare di libertà e di abbondanza di tempo qualcuno pensasse che la vecchiaia è la felicità a prezzo di saldo” – Quando sarò vecchio
Ciliegina sulla torta sono i “Suggerimenti di lettura” finali. Non per la quantità o qualità dei titoli proposti (la maggior parte sono libri dello stesso autore), ma perché fanno comprendere al lettore i must di cui Boncinelli si è circondato per formarsi e acquisire le consapevolezze che ha.
Non ci sono ambienti da descrivere, luoghi da ricordare, ma solo riflessioni da condividere. Lo stile è molto chiaro, seppur elegante e non elementare. Boncinelli parla a se stesso e agli altri proprio come se stesse spiegando una lezione di Genetica ai suoi studenti. La chiarezza espositiva di alcuni Professori (purtroppo solo alcuni) è sempre bello ricordarla.
Il tempo della narrazione è relativamente breve. Il monologo-dialogo di Boncinelli può durare un’ora, ma investe una vita intera e va ben interiorizzato. Si viene a conoscenza di Boncinelli-uomo, ma anche di se stessi hic et nunc, per ragionare sul se stessi ibi e tunc.
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.