narrativa
66thand2nd
24 giugno 2021
cartaceo, ebook
256
Baba Segi è un facoltoso poligamo di mezza età. grassoccio e vanitoso, con un insaziabile appetito per il cibo, le donne e il sesso. Da due anni ha sposato la bella Bolanle, intelligente, istruita e di vent'anni più giovane.
La coppia però non ha ancora avuto figli e, disperato, Baba Segi decide di abbandonare stregoni e ciarlatani per rivolgersi alla medicina ufficiale, convinto che la sua bella laureata sia sterile. Ma la decisione scatena un putiferio in casa perchè le indagini potrebbero portare alla luce un terribile segreto, gelosamente custodito dalle altre mogli.
Se il capofamiglia scoprisse la verità sarebbe la fine per quelle intriganti e la loro numerosa prole. L'unica cosa da fare è passare alle maniere forti e liberarsi dell'odiata Bolanle.
“La verità, dicono, non può rimanere nascosta per sempre. Anche se si rifugia in fondo a un pozzo, un giorno o l’altro la siccità la porterà allo scoperto”.
Quattro donne totalmente diverse per carattere, condizione economica ed educazione, si ritrovano nella medesima situazione. Hanno accettato di diventare le spose del poligamo Baba Segi e di vivere tutte insieme. Le prime tre hanno dato dei figli al marito e si sono costruite un loro equilibrio. Tutto sembrava funzionare fino all’arrivo della quarta moglie, la favorita: Bolanle. È una donna giovane, bellissima e colta. Una punta di diamante che Baba Segi non vede l’ora di rendere madre. Ma il tempo passa e questo non accade. I due decidono di recarsi in ospedale per accertamenti. A quel punto, le altre mogli si sentono minacciate e crolla ogni equilibrio.
Baba Segi è un uomo non più giovane, di corporatura massiccia ed imponente. Ha un’attività di falegnameria che gli rende bene. Vive sereno, circondato dalla devozione (o così crede) delle mogli e della numerosa prole. È rozzo, ignorante e privo di educazione. È talmente pieno di sé da non accorgersi di vivere in una grossa menzogna.
“L’orgoglio fa inciampare gli uomini prima che cadano”
Le mogli di Baba Segi non hanno nulla in comune tra loro eccetto la motivazione che le ha portate a lui: la mancanza di altre prospettive.
Segi è la prima moglie, la più anziana. È considerata la regina della casa, un’autorità. È una donna ormai sfiorita e in sovrappeso, di scarsa cultura ma con un gran fiuto per gli affari. Ha convinto il marito a farle aprire un negozio e commercializza il cemento, accumulando denaro. È avida e scaltra.
Tope è la seconda moglie. Una donna decisamente ingenua, al limite della stoltezza. Si presenta come una bestiola priva di educazione e di malizia. È influenzabile e sottomessa dalle altre mogli.
Femi è la terza moglie. È di gradevole aspetto e viene da un passato di povertà, maltrattamenti e duro lavoro. Questo l’ha resa spietata e vendicativa.
Bolanle è la quarta moglie. È bellissima ed è laureata. È l’orgoglio di Baba Segi e la disperazione della propria madre che desiderava per lei un futuro diverso. Bolanle è sempre stata una figlia obbediente ed una studentessa modello. Nonostante ciò, ha scelto di sprecare la sua vita sposando un poligamo ignorante. È una giovane delusa e rassegnata che custodisce dentro di sé il dolore di un’esperienza traumatica che le ha sconvolto l’esistenza.
“Noi siamo come l’acqua. E le stesse acque che i ruscelli dividono, prima o poi si rincontrano nell’oceano”
La forma narrativa si avvale di un linguaggio semplice e comprensibile. Il contenuto è decisamente toccante, a tratti drammatico. Le tematiche sono importanti: la condizione femminile in Nigeria e la conquista di una stabilità difesa con ogni mezzo, là dove tutto è precario.
I capitoli sono perlopiù narrati in prima persona. Raccontano il vissuto delle protagoniste, il loro pensiero, attraverso la voce di ognuna. Pur essendo una storia dai toni duri, il ritmo è tutt’altro che lento. Mantiene un certo grado di tensione emotiva che spinge il lettore a voler conoscere il finale. Sono presenti diverse metafore e modi di dire tipicamente africani, significativi ed apprezzabili che danno alla narrazione un carattere piacevolmente etnico.
Una lettura che fa riflettere, anche se a tratti può apparire cruda. Ha suscitato in me profonda indignazione. Da questa storia, emerge la difficoltà di nascere donna in determinati contesti. Le figure femminili, positive o negative che siano, appaiono sempre in una condizione di superiorità per intelletto ed astuzia, rispetto a quelle maschili. Nonostante siano costrette a sottomettervisi, spesso ne studiano le debolezze e le sfruttano a loro vantaggio. Una forma di sopravvivenza e di vendetta per le opportunità negate. Una società crudele, dove una donna, anche colta, di buona famiglia, lavoratrice, può essere importunata e violata da qualunque uomo. Da qui la perdita di eventuali prospettive future. Non parliamo poi di quelle nate in povertà o senza la protezione di una famiglia. Sono costrette ad accettare lavori umilianti a servizio di qualche megera o di qualche approfittatore. Poi ci sono infine le giovani poco attraenti che si ritrovano ad aver più di vent’anni senza un solo pretendente all’orizzonte con la conseguente caccia ad un marito, che lo vogliano o meno.
Non avevo mai letto libri scritti da autori africani; è stata una piacevole scoperta che mi ha condotto in un mondo lontano dal nostro, del quale non sapevo praticamente nulla. Una lettura avvincente anche se dura ed emotivamente impegnativa.
E voi, pensate sia giusto mentire in nome del così detto quieto vivere? Può una menzogna essere giustificabile?