
Narrativa
NN Editore
20 maggio 2021
cartaceo, ebook
311

Mike ha origini giapponesi e fa il cuoco in un ristorante fusion a Houston, Texas. Benson è nero, ha una famiglia ingombrante e fa il maestro d’asilo. Mike e Ben vivono insieme da qualche anno, ma non sono più sicuri di amarsi, nonostante l’affetto, il sesso, l’intimità conquistata a fatica.
Quando la madre di Mike, Mitsuko, arriva a Houston in visita per la prima volta, Mike decide di partire per il Giappone: suo padre Eiju, che ha abbandonato la famiglia da anni, ha una malattia incurabile.
Così, mentre Ben e Mitsuko si trovano costretti a condividere spazi e abitudini, in una strana convivenza che si costruisce in cucina, nella cangiante città di Osaka Mike si confronta con il padre e la sua eredità.
Raccontato a turno da Benson e Mike, tra ricette giapponesi e comfort food, Promesse è una commedia dolceamara che parla di famiglia, tradimenti e scelte di vita. I personaggi di Bryan Washington sono eroi impacciati, alle prese con una nuova epopea delle relazioni, dove i sentimenti e i desideri non riescono a passare dalle parole ma dai piccoli gesti di ogni giorno, che hanno il potere di trasformare l’insofferenza in tenerezza, il rancore in compassione, e aprire il cuore alla felicità.
“La prima volta è un ricordo che ho asciugato al massimo: stiamo, credo, camminando per il quartiere. Dico a Mike che questo posto lo amo, o che potrei imparare ad amarlo. Lui alza gli occhi decisamente troppo in fretta, ma ormai è tardi, ho fatto in tempo a vedergli la curva delle labbra. Ma proprio in quel momento, all’apice di una potenziale catastrofe, Mike mi indica una casa e mi dice che ama com’è inclinata. Io gli indico un gatto che prende il sole sotto un lampione e dico a Mike che amo il suo modo di vedere le cose. Mike indica i fiori di campo che stanno crescendo appena accanto alla via. Io indico le luci sopra le nostre teste. Entrambi indichiamo alle nostre spalle, sotto di noi, negli anfratti, dentro le finestre delle case che oltrepassiamo, ovunque tranne che noi stessi, anche se allora ho capito che questa, pure, era una dichiarazione.”
Scritto in una bellissima prosa, che suona come un vaso di cristallo che, cadendo, si frantuma in schegge di puro lirismo, “Promesse” è un romanzo a due voci maschili, quelle di due amanti, che condividono da alcuni anni lo stesso appartamento a Houston, nel Texas.
Si tratta di Mike, un grasso giapponese che, da bambino, insieme ai genitori Mitsuko e Eiju, ha trascorso l’infanzia nella città texana e che ora, per vivere, fa il cuoco in un ristorante messicano; e quella di Benson (Ben), un afro-americano che lavora in un asilo e che, veniamo a sapere, è sieropositivo. La loro storia d’amore sembra, però, arrivata ad un punto di non ritorno; una relazione, la loro, dove il sesso, l’amore, la convivenza sembrano guastarsi con l’impatto della vita di tutti i giorni, dove bisogna fare i conti con il denaro, il lavoro e la monogamia che un rapporto stabile richiede. Il loro amore, dunque, vacilla ora che, per entrambi, è esplosa l’incertezza del perché siano ancora una coppia. Vivono, pertanto, una situazione di stallo che sfocia alle volte anche in veri e propri scontri fisici; una situazione dove i due non sono capaci di comunicare se non attraverso il sesso, un palliativo del loro mancato affiatamento come coppia.
A smuovere la situazione è la decisione di Mike di tornare ad Osaka dal padre, ora gravemente ammalato, e che in quella città gestisce un bar, dopo aver abbandonato moglie e figlio ad Houston, quando Mike era ancora un bambino. La partenza di Mike coincide, però, con l’arrivo di Mitsuko, la madre, che dal Giappone ha deciso di venire a trovare il figlio.
Si viene a creare, così, una situazione ironica e paradossale con Ben e Mitsuko che sono costretti a vivere fianco a fianco, pur senza conoscersi, dando inizio ad una convivenza forzata, dove la cucina di Mitsuko, donna ermetica, ma allo stesso tempo anche profondamente indipendente, è un ponte comunicativo tra i due per collegare le due sponde, fatte di abitudini e caratteri diversi, e dare la possibilità a Ben, che è la voce narrante di questa prima parte, di guardare con altri occhi alle sue storie occasionali e al suo passato. Un passato che, come per il suo amante, anche se per motivi diversi, è stato traumatico. Causa del trauma è la famiglia e, in particolare, il rapporto con il padre, vittima dell’alcol e dell’incapacità di accettare le scelte di vita del figlio, che hanno determinato la malattia, in un ambiente dominato, specularmente a quella di Mike, dalla figura materna.
Mike, nel frattempo, raggiunto il padre ormai malato terminale, che rifiuta le cure e le medicine, continuando imperterrito a gestire il suo bar, frequentato da strambi personaggi, molto aderenti alla realtà di vita giapponese, inizia a riavvicinarsi al genitore, iniziando un percorso di cambiamento, alla luce delle scoperte sulle verità e sui misteri del rapporto tra Mitsuko e Eiju, molto diversi dai ricordi che Mike custodisce. Il ristabilire un rapporto con il padre permette a Mike di trovare la forza (e forse la spinta) di cercare degli obiettivi concreti per andare avanti. Un cambiamento che, consapevolmente, Mike, voce narrante della seconda parte, cerca di perseguire, mettendo anche in dubbio la capacità dell’amore che prova per Ben di trovare un terreno comune ad entrambi per questo cambiamento, che è evidente e più che necessario.
Inframezzato dalle comunicazioni via messaggi, laconici e iconici, con tanto di foto dei luoghi dove i due protagonisti stanno vivendo il loro momento di “introspezione”, il romanzo si conclude con la voce di Ben, quando i due uomini sono di nuovo a Houston.
Ben e Mike si trovano, dunque, a dover confrontarsi con le rispettive famiglie, i genitori e la sorella per Ben, e Mitsuko per Mike, per affrontare il loro presente al cospetto del loro passato, a tentare di far compenetrare le loro vite personali nella loro unione e trovare una risposta alla loro situazione. E proprio nel confronto e nell’accettazione dello status quo, si prospetta una soluzione che consapevolmente coincide con l’accettazione della propria interiorità e del proprio passato.
“Promesse” è un romanzo che potrei definire “forte” per i temi trattati, ma allo stesse tempo è anche molto delicato, sostenuto, in alcune sue parti, da una sottile ironia e da una capacità di scrittura fuori dall’ordinario.
I personaggi, infatti, evidenziano la loro psicologia nei continui dialoghi (una caratteristica della scrittura è che mancano i segni che indicano le parti dialogiche, dando così un ritmo sincopato alle frasi, inframezzate dal ripetersi del verbo “dire”) e forse ancor più nella loro fisicità, dove anche i piccoli gesti e movimenti del volto o degli occhi entrano a pieno titolo nella comunicazione del loro sentire e dei loro stati d’animo. Le voci e i gesti di Ben e Mike diventano, quindi, una canzone cantata sulla stessa melodia, ma con parole e toni diversi, per comunicare una stessa verità, che non è un inno all’amore, dunque, ma un canto su come gestire il sentimento e gli effetti che ha sulla coppia.
Cosa ne pensate, amici lettori?