raccolta
a cura di Massimo Segante
21 settembre 2019
cartaceo, ebook
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I generi letterari sono spesso motivo di discussione: dove collocare un’opera o perché è stata collocata in quel particolare genere. Con questo libro vogliamo farvi conoscere un po’ meglio qualche genere letterario tra i più classici e anche qualcosa di particolare. A scrivere questo testo è la redazione di libri.icrewplay.com.
Una redazione affiatata quella di libri.icrewplay.com che, dopo la bella esperienza del primo libro Quando il fine non giustifica i mezzi, si è rimessa in gioco. Questo libro nasce come parte di un progetto più ampio a cui tutte le redazioni di icrewplay.com partecipano. E’ una raccolta di articoli, elaborati dai vari redattori che, in modo semplice, vi farà conoscere o meglio vi darà degli spunti, riguardanti alcuni generi letterari.
“Siamo entrati in punta di piedi, guidati da una addetta ai lavori, nella libreria immaginaria creata da questo libro che ci permetterà idealmente di girare, sfogliando pagina dopo pagina, tra i vari scaffali e i vari generi seguendo il nostro gusto e magari scoprendo generi che ancora non abbiamo conosciuto né approfondito”
Si, avete capito bene! Oggi recensiremo una libreria immaginaria! La maggior parte di voi mi starà prendendo per matta (e forse non ha tutti i torti), ma almeno questa volta non è così!
La libreria immaginaria di cui sto parlando ci viene raccontata dalla Redazione di libri.icrewplay nel suo secondo libro, intitolato “Prima di tutti Appassionati… di libri”, a cura di Massimo Segante. iCrewPlay è un portale che riunisce, appunto, “appassionati” di videogiochi, libri, cinema, anime, manga e tecnologia, e vanta, tra tutte, di una redazione “libresca” dinamica sia nella lettura che nella scrittura.
Come anticipato, infatti, il libro oggetto della recensione di oggi succede ad un’antologia di racconti di cui abbiamo avuto già modo di raccontarvi. Questa volta, la Redazione di libri.icrewplay ha deciso di guidare i suoi lettori tra i corridoi e gli scaffali della loro biblioteca, accompagnandoli in un viaggio guidato tra libri, generi letterari e storia.
Le tappe del viaggio
Il libro è introdotto da due note citazioni, che riporto testualmente perché, a mio parere, ne rappresentano appieno il senso.
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o come gli ambiziosi, per istruirvi. Leggete per vivere” di Gustave Flaubert, è un invito a fare dei libri una componente essenziale della propria vita;
“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo” della giovane Malala Yousafzai, è un inciso portatore di un messaggio importante, quale la convergenza del leggere e dello scrivere di un bambino (inesperto e curioso) e della sua guida nei valori della vita, in modo così intenso da poter cambiare il mondo.
Un incipit degno di nota, che trova la sua prima attuazione fin dal primo capitolo “Che bella idea! Un libro che parla di libri”, contenente l’intervista che Stefano Buzzi fa ad una libraia. Chi, infatti, meglio di chi vive di libri in tutti i sensi, può introdurre il lettore nel mondo dei libri? Chi meglio di una libraia può dare il benvenuto al lettore nella libreria immaginaria che stiamo immaginando insieme?
Dopo l’originale benvenuto, si susseguono nel libro i successivi capitoli, dedicati ciascuno all’approfondimento di un genere letterario specifico. Si inizia con Anna Francesca Perrone, che vuole una volta per tutte porre fine ai pregiudizi comuni sul genere rosa. E lo fa partendo dagli albori del romanzo rosa, proseguendo con le classificazioni interne al genere per poi concludere con il suo commento personale in merito.
Esordendo con i Promessi Sposi, Stefania Guerra ci accompagna, invece, nei meandri del romanzo storico, mettendo a disposizione del lettore la sua cultura e la sua esperienza in merito. Anche in questo caso si ripercorre la storia del genere letterario, soffermandosi sulle classificazioni interne e poi esprimendo un parere personale sulla categoria (un tale schema si ripete nel corso di ogni trattazione specifica).
Tra il romanzo rosa e il romanzo storico, si inserisce Erika Zoppoli con una dissertazione sul genere del Regency, che comprende elementi sia rosa che storici, ambientato però in uno specifico contesto cronologico e geografico, ossia quello della Reggenza inglese.
Divertente, dinamico e interessante è il viaggio in treno che ci propone Pina Sutera nella storia della poesia. Si attraversano insieme alla scrittrice la Mesopotamia e le sue poesie ispirate alle divinità di quella terra, la Grecia e il suo immenso patrimonio culturale, di cui si sono serviti anche i Latini nello sviluppo dell’ars poetica, per poi fare un salto cronologico e giungere in Italia, con il volgare e (il mio amato) Dolce Stil Novo.
Uno sguardo sul fantasy viene dato da Cristiana Meneghin, che al contempo porta i suoi lettori a interrogarsi su cosa scriverebbero se dovessero scrivere (e scusate il gioco di parole). Si ritorna poi alla struttura tipica del libro con Cristina Speggiorin e il suo excursus sulla breve vita (più o meno un trentennio) dello Steampunk.
Non poteva certo mancare un capitolo sul giallo ed è Alessia Baraldi che inizia a introdurci al genere, seguita da Irene Pepe che si sofferma nello specifico sulla sottocategoria del Thriller e sulle differenze tra l’uno e l’altro.
Anita Sessa ci introduce nel mondo Chick lit, sottolineandone le peculiarità che la contraddistinguono dai generali romanzi rosa. Ornella Feletti fornisce al lettore i suoi consigli su una buona letteratura per ragazzi, mentre Lisa Zillio prova a darsi una spiegazione sul perché la letteratura da viaggio ha un seguito consistente di lettori.
Avviandoci alla conclusione del volume, una emozionante lettera scritta da un’alunna cresciuta al suo professore ormai passato all’altra vita, riportata da Donatella De Filippo, comunica un messaggio rivolto a tutti gli uomini, al di là della sola passione per i libri; seguono, una breve disamina sulla narrativa MM di Jessica Verzelleti e Cecilia De Marchi Maiano che si sofferma sulla nascita e l’espansione della neo letteratura latinoamericana.
Termina Maura Radice, che elenca i casi in cui risulta difficile classificare un libro perché magari attinente a più generi o a nessuno di quelli più conosciuti.
Commento personale
Dopo un assaggio di tutto che il lettore incontrerà nella lettura di questo libro, procediamo ad analizzarne struttura e contenuti, per poi esprimere una opinione personale che, stavolta, è necessaria (e non riuscire a trattenermi dal farla).
Come ho anticipato all’inizio della recensione, il libro è strutturato in capitoli o paragrafi, ciascuno dedicato nella maggior parte dei casi ad un genere letterario specifico; in alcuni casi isolati, a temi che, seppur non attinenti alla singola categoria letteraria, ne sono in qualche modo collegati. E devo dire che un’alternanza di tal genere, seppure può dare l’impressione di creare un ordine “caotica”, risulta essere invece piacevole alla lettura, preparando il lettore a tutto ciò in cui egli può imbattersi percorrendo i corridoi di una biblioteca (soprattutto se immaginaria), a prescindere dalla tipologia del libro che si sta cercando.
Ogni capitolo è composto da una struttura che si ripete nel corso delle pagine: il genere letterario ci viene raccontato nel vero senso della parola, partendo dalle origini, dalla storia e proseguendo con la sua evoluzione fino ai giorni nostri. Non mancano indicazioni sui grandi “nomi” che hanno segnato un genere, o ne sono stati i precursori o addirittura i fondatori. E in questo emerge vuoi un ottimo bagaglio culturale degli autore vuoi la curiosità che li ha spinti ad interrogarsi o a entrare nelle profondità di ciò su cui dovevano accingersi a scrivere.
La dinamicità del volume si rinviene anche nei diversi stili che contraddistinguono gli autori: in questo non vi è omogeneità e forse, qualche “teologo” dell’attività di redazione individuerebbe in questa caratteristica un difetto dell’opera. Ma leggere, per provare: la lettura è gradevole, leggera, mai noiosa, a tratti divertente (e penso al treno immaginario che mi ha guidata nel mondo della poesia, con una ritmica e una narrazione quasi teatrale), e di crescita e formazione.
I temi trattati dagli autori di Prima di tutto appassionati… di libri sono utili per chiunque voglia fare chiarezza tra i generi letterari, che oggi davvero è difficile distinguere nella maggior parte dei casi (e porre tale questione alla fine del libro è sintomatico della realtà libraria che ci circonda). I capitolo non sono sfoggi di cultura, né elenchi manualistici freddi e prolissi. Sono bensì il frutto di passione.
Ed è la passione, credo, il leitmotiv di tutto il progetto. A prescindere dal lavoro, dai sogni nel cassetto, gli autori ci hanno reso partecipi di una loro passione che fuoriesce da ogni singola parola scritta. E la loro passione riesce a mettere in discussione i gusti letterari dello stesso lettore: io stessa, da bambina poco avvezza al genere del romanzo rosa, nel leggere il capitolo a esso dedicato, mi sono detta: “forse dovrei provare questa esperienza di lettura, al di là di ogni mio pregiudizio”. Il messaggio dell’autrice, in questo caso, è stato insomma ben canalizzato.
Non voglio tediarvi oltre, ma credo che una lettura di Prima di tutto appassionati… di libri vada fatta sia per la chiarezza espositiva sulla classificazione dei generi letterari principali, sia per gli input che provengono dalle pagine, sia per il puro piacere di leggere qualcosa che sia al tempo stesso utile e piacevole, sia per la passione. Eh si, perché senza passione non si va in alcun luogo… e la Redazione di libri.icrewplay lo sa bene!
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.
Una bella e approfondita recensione. Grazie.