
Poesia
Catartica Edizioni
27 gennaio 2023
Cartaceo
120

"Cantos e contos de amore e de luta" è espressione di un percorso artistico maturato nell’ambito dell’attivismo sociale e politico dell’autrice dove Arte è militanza, è rivoluzione attiva, è lotta all’indifferenza.
La poesia contenuta in questa raccolta è “In-civile”, eretica e anche erotica: in-civile in quanto calata all’interno delle tematiche civili, eretica perché antagonista rispetto a quella poesia che è mero esercizio metrico-stilistico o “terapeutico”, spesso solo banale mascheramento di accarezzamento dell’ego; erotica perché l’eros è sempre trattato come rivendicazione del diritto a una sessualità libera, autodeterminata, fuori da ogni giudizio/pregiudizio, e dai paradigmi patriarcali imposti dalla società capitalista e colonialista.
“Poesie e racconti d’amore e di lotta” di Luana Farina Martinelli, Catartica Edizioni, è una raccolta di versi di forte denuncia sociale.
La “Poeta”, come ama definirsi, è un’attivista femminista, un’importante portavoce del movimento delle donne oncologiche.
“Cantus in sardu” sono le prime nove poesie in lingua sarda. Ne seguono altre ventitré, “Poesie in italiano.”
Non aspettatevi una lirica ordinaria. Sono racconti in versi le poesie di Luana, narrazioni che danno voce a chi non ce l’ha o a chi non ne ha a sufficienza.
La prima poesia è dedicata “A Paola”, che se n’è andata in silenzio. In questa lirica, si affrontano tre temi importanti: i ricordi, il corpo e il silenzio, innanzitutto.
Quei ricordi che possono schiacciare il nostro corpo che, ricordatevi, occorre trattare con riguardo perché è l’unico bene che abbiamo.
“Non permettiamo
che il loro peso
opprima o sopprima
il nostro corpo
unico bene
che realmente ci appartiene”
Vi è anche un richiamo al classico e alle figure mitologiche in alcune sue poesie.
“Cantami ‘Poeta’ delle donne e del dolore,
aaaaaahhhhhhhhh gridavano le Donne di Itaca che assistevano Penelope nella femminile attesa: il travaglio interiore della fedeltà”
Evidente è l’anafora in questa poesia, nella quale Luana si definisce “Poeta” che, per antonomasia, è solitamente Dante.
L’autrice affronta un tema di grande attualità, quello dell’Amor Vampiro. Ci introduce, attraverso l’allegoria, in quella relazione malata che, inizialmente, appare gentile, ma che poi…
“Sfonda la porta
Ed entra
Per possedere / Per rapinare
Per violare
E infine uccidere”
Le strofe sono nitide e dirette perché non lasciano nulla all’immaginario.
“Perché vile è l’amore
Che non sa concedersi
E ripete / E ripete
E ripete ancora
Che il tuo corpo è suo”
I suoi sono versi erotici ed è esplicita e franca nei vocaboli che utilizza. Solo avvalendosi di un linguaggio crudo è possibile mettere in luce le situazioni di abusi.
Ricordate che un amore violato e violento non si può risanare con l’oro, come fanno i giapponesi con la tecnica del kintsugi.
“Non funziona così!
I cocci son cocci.
E lo sputo d’oro che li ricongiunge
Fosse anche sputo d’amore
Sempre sputo è”
Richiamandosi alla poesia “Ballata delle madri” di Pier Paolo Pasolini, Luana scrive la “Ballata dei padri”, un testo ancor più inflessibile e severo dell’originale.
Ecco che i Padri sono descritti come “vili… mediocri… servili… feroci”.
In “Benite zende”, con ironica spietatezza, dipinge la “giostra del cancro”.
“C’è chi scende e chi sale
Chi va via per non tornare.
Chemio radio o ormonale
L’importante è Partecipareeeeeee!”
Fate attenzione che il “vero CANCRO da temere” è la politica. Quando si ottiene la poltrona tanto agognata, si diventa “tutti zitti, tutti muti”.
“Cielo stellato” è la mia poesia preferita, nella quale le metafore e la sinestesia rendono questi versi vividi e vigorosi.
“Nel cielo mille lacrime insipide
Di amori svenduti non brillano più
Poi un mattino alzando lo sguardo
l’immutabile illusione mi afferra
lo guardo, è l’eterna passione”
I versi più feroci sono quelli di “Codice 048”, la temuta esenzione per patologie oncologiche. Queste donne devono lottare come delle Amazzoni, come se fossero guerriere che devono trovare in se stesse la forza per riuscire ad uccidere “il mostro a mille teste”.
Come si può dedurre, si tratta di strofe spietatamente incoraggianti.
È una denuncia anche ecologista quella di Luana Farina Martinelli, perché parla del mare avvelenato, malato, sfruttato, ben diverso da quello romantico che vediamo dalla spiaggia.
“Un mare dove i pesci già cotti nei veleni
Fan compagnia alla fauna degli incendi.”
Il mare diventa anche quello delle menzogne che i politici raccontano, avvalendosi dell’allegoria.
Ogni poesia è un racconto con metrica differente e con un diverso uso delle figure retoriche. Ecco che nulla si ripete con la Poeta, nulla è scontato.
I versi di Poesie e racconti… non lasciano indifferenti perché pieni di passione, di tormento, di grinta.
Luana è bellicosa nei confronti di chi non si schiera, degli indifferenti, di coloro che stanno a guardare alla finestra in attesa degli eventi.
È quello che lei definisce “Lo spirito spento”.
“Lo spirito spento
Accende lampi
Nel buio di
Un passato
Non vissuto
Un presente
Inesistente
E un futuro
Che non ci sarà.”
Ringrazio Luana Farina Martinelli per la gradita copia cartacea.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐

Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.