
Lain ya
Young Adult
Fazi Editore
4 febbraio 2021
cartaceo
300

Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce.
I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l'altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori.
Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l'Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest'uomo enigmatico è l'unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo. Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta?
Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l'Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l'Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l'unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.
Recensione di
Piranesi
Piranesi è il Figlio Adorato della Casa. Non è l’unico ad abitare gli immensi saloni e gli interminabili corridoi di questo Mondo labirintico, dove oceani e architettura convivono: l’Altro è l’unico essere vivente con cui Piranesi si incontra due volte a settimana per un’ora, confrontandosi sulle vicendevoli scoperte.
“La conoscenza che cerchiamo non è una cosa nuova. È antica. Molto antica. C’è stato un tempo in cui le persone la possedevano e la utilizzavano per fare grandi cose, cose miracoloso. Avrebbero dovuto proteggerla. Avrebbero dovuto rispettarla. Ma non lo hanno fatto. L’hanno abbandonata in nome di quello che chiamavano progresso. E tocca a noi recuperarla. Non lo stiamo facendo per noi stessi; lo facciamo per l’umanità. Per riportare indietro una cosa che l’umanità ha stupidamente smarrito”
Tra i due solitari ricercatori, Piranesi è il solo a venerare l’incommensurabile Bellezza della Casa e la sua infinita Gentilezza.
Maree gorgoglianti lambiscono le Stanze più basse, le Acque del Mare rigurgitano ammassi vischiosi di alghe e stormi di uccelli vari animano squarci di soffitto che si aprono al cielo. È difficile orientarsi negli infiniti spazi del mondo di Piranesi e la prima sensazione che assale il lettore è uno smarrimento vertiginoso; tuttavia, Susanna Clarke costruisce un universo acqueo dagli echi classicheggianti, con statue di giganti e minotauri alle pareti, e lo fa con una maestria tale da rendere la lettura un’esperienza totalmente immersiva. Ci si perde nei meandri del Labirinto che è un piacere.
Nella seconda parte, il romanzo prende una piega inversa: Piranesi non è più il Robinson Crusoe, che sopravvive alla Casa, annotando ogni sua esperienza e riflessione sui taccuini che scrive per il lettore, bensì un sopravvissuto al centro di una vicenda misteriosa, che lo vede vittima inconsapevole.
E se, inizialmente, guardiamo alla Casa con gli occhi disincantati di Piranesi, in un secondo momento, un repentino cambio di prospettiva incrinerà il suo personaggio, mettendone in luce una ingenuità pericolosa.
L’aurea fantasy che colora la narrazione, intrisa di citazioni letterarie e filosofiche che strizzano l’occhio al padre dell’assurdo Borges, oltreché al filone della Dark Academy, verrà ribaltata dal sopraggiungere di un nuovo personaggio, il misterioso 16, e il romanzo sfocerà in un thriller che aprirà il varco al Mondo Reale.
Susanna Clarke, dopo sedici anni di silenzio dal suo ultimo lavoro, “Le dame di Grace Adieu”, che insieme al suo esordio “Jonathan Strange & il Signor Norrell” l’hanno annoverata nel gotha del fantasy britannico, si fa beffe del genere fantastico, smantellando ancora una volta i confini dei canoni letterari, in una commistione di generi sicuramente originale, in particolare per aver ancorato alla realtà un romanzo che nasce nella dimensione metafisica della pura immaginazione.
Il finale è frettoloso e riavvolge il filo ,senza troppi colpi di scena; tuttavia, viene compensato da una scrittura in grado di animare la Casa di un respiro vitale che, da mera ambientazione, la traduce in Essere Vivente. Il lettore diventa un tutt’uno col tema del labirinto, oggi una narrativa prepotentemente di moda.
“Piranesi” concede, difatti, un momento meditativo sul concetto di evasione, quel meccanismo di estraniamento che sovverte ogni possibile interpretazione del reale perché tutte le verità sono possibili e nessuna è la regola.
E se ci dovesse capitare di scoprire che la nostra verità guida è un’enorme bugia, come la affronteremmo? Troveremmo mai un punto di equilibrio tra due Mondi?
L’autore
Susanna Clarke Nata a Nottingham nel 1959, ha avuto un successo clamoroso con il suo romanzo d’esordio Jonathan Strange & il Signor Norrell (Longanesi, 2005): pubblicato in trentaquattro paesi e finalista al Man Booker Prize, il libro ha venduto quattro milioni di copie, è stato accolto come l’opera inglese più grande e originale pubblicata dai tempi di C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien ed è stato definito da Neil Gaiman «il più grande fantasy inglese degli ultimi settant’anni». A quindici anni di distanza, pubblica un nuovo romanzo: Piranesi (Fazi, 2021)

Amo la lettura praticamente da sempre, amo i suoni che produce, le storie che crea e le emozioni che evoca.
Non posso fare a meno di scrivere che è il mio pane quotidiano e adoro correre. Non faccio maratone ma mi deletto con lo squash e nel tempo libero sforno crostate.
Che altro dire? La Bottega dei libri è una delle cose belle capitate negli ultimi tempi.