
Biografia romanzata
Nua edizioni
24 novembre 2023
cartaceo, ebook
443

1821
A Haworth, un remoto paesino dello Yorkshire, immerso nell'impervia brughiera, un giovane reverendo, Patrick Bronte, resta vedovo con sei figli di cui occuparsi. I fratelli trascorrono così un'infanzia isolata, nella terra canonica piena di spifferi, circondati dalla natura e immersi nei loro giochi, sostenuti nella solitudine da un'immensa fantasia, che permette loro di lasciare la brughiera e di vagare nei reami fantastici dell'immaginazione. Lettori avidi e curiosi di tutto ciò che li circonda, i bambini riescono a trasformare la loro quotidianità spesso monotona in avvenute esotiche.
Charlotte e Branwell sono ambiziosi, cercano un riconoscimento per la loro arte e si sentono andare stretti la canonica in cui sono cresciuti; Emily è libera e amante della natura, selvatica come la sua diletta brughiera; mentre Anne è la più tranquilla e dolce, ma allo stesso tempo risoluta e responsabile.
In un'epoca in cui il destino di una donna è quasi sempre quello di essere una moglie e una madre, le sorelle rivendicano la loro indipendenza e guidate dall'intraprendenza di Charlotte, riescono ad affermarsi in un mondo quasi esclusivamente maschile, mettendo sulla carta i loro fantastici mondi interiori.
“Voglio esplorare la terra del pensiero, voglio perdermi nel mondo delle ombre…” – da “Per la brughiera” di Martina Tozzi, edito Nua Edizioni.
Nel 1821, a Haworth (Yorkshire), un giovane pastore anglicano piange la morte della sua amata sposa. Egli si ritrova vedovo con sei figli da crescere. Tre di loro sono Charlotte, Emily e Anne Bronte, famose autrici della letteratura classica inglese. Questa è la loro storia che le vede bambine, adolescenti, donne e, soprattutto, scrittrici.
“Che piacere riusciva a provare, grazie al sogno che la sua mente aveva creato, e nel quale poteva trovare rifugio”
Il reverendo Patrick Bronte, pastore anglicano di origini irlandesi, è vedovo e padre di una numerosa prole. Egli ama profondamente tutti i suoi figli e vuole il meglio per loro, quindi fa il possibile affinché abbiano un futuro dignitoso, nonostante la scarsità di mezzi economici. Essi dimostrano, sin dall’infanzia, una creatività e una fantasia fuori dal comune, oltre che un certo talento narrativo. Decide, quindi, di istruire personalmente il suo unico figlio maschio, Branwell, e di mandare in collegio le femmine. Il reverendo sa bene che le giovani donne del loro tempo, qualora non trovassero un marito, sarebbero esposte a rischio di indigenza. Studiando in un collegio, avrebbero potuto, quindi, diplomarsi, guadagnandosi da vivere poi come istitutrici.
“Se l’uomo ha l’intelletto, alla donna Dio ha dato la grazia e la tenerezza”
Branwell, crescendo, si trasforma in un giovane inquieto, dissoluto e incline a lasciarsi guidare da cattive compagnie. È sensibile e fragile, perennemente in un qualche guaio, provocato dal suo carattere impulsivo e immaturo. Pare non riuscire mai a trovare la sua strada ed è fonte di preoccupazione per i suoi familiari.
Charlotte è la figlia maggiore. Detesta lavorare come istitutrice perché la sua vera vocazione è la scrittura. È divisa tra il suo senso del dovere verso la famiglia e la sua passione narrativa, inizialmente disapprovata dal padre. È una giovane diligente, affidabile, ma spesso tediata dall’insicurezza. Non ha un’alta opinione di sé come donna. Si sente brutta e sgraziata. Inoltre, teme di non esser sufficientemente talentuosa, nemmeno come scrittrice. Sarà un incontro importante a darle consapevolezza del proprio valore artistico, oltre a far vibrare le corde del suo cuore.
Emily è la sorella più caparbia delle tre, quasi al limite della cocciutaggine. Non le importa nulla del giudizio altrui su ciò che scrive, lei apprezza i propri personaggi e ritiene che non abbiano bisogno dell’approvazione della critica. È quella più visceralmente legata alla sua terra; la brughiera è parte di lei e non riesce a starne troppo a lungo lontana. Ama gli animali e la natura in generale, oltre ad avere un certo talento musicale.
“Emily detestava i cambiamenti: se una cosa andava già bene, perché mai doveva essere necessario mutarla?” – Per la brughiera
Anne è la più giovane. È colei che accetta più di buon grado di intraprendere la professione di istitutrice, anche se non le piace. Ha un’indole docile e gentile. Il suo carattere è dolce e rassicurante. Anche lei, come le sorelle, è creativa, fantasiosa e amante della scrittura.
“Vorrei essere di nuovo una bambina, un po’ selvaggia e forte, e libera”
“Per la brughiera” è la biografia romanzata delle sorelle Bronte. Martina Tozzi ci introduce nella loro vita, dagli albori sino alla fine. Lo fa attraverso un linguaggio pieno di grazia, delicatezza e semplicità affinché sia accessibile a tutti. Il ritmo narrativo è armonioso, ma rapido. La storia è appassionante e induce ad accelerare la lettura, è piacevole immergersi anche nelle piccole vicende quotidiane della famiglia Bronte. La scrittura è ricca e accuratamente descrittiva, senza tuttavia risultare pesante. Riesce a mantenere una certa fluidità.
I contenuti sono interessanti, evidente risultato di studio e ricerca che l’autrice condivide con noi. Ci avvicina ad una società piena di pregiudizi in merito alla condizione femminile, quella ottocentesca inglese, che vedeva le donne solo in funzione di mogli e madri. Un contesto assolutamente sfavorevole che queste tre giovani talentuose sono riuscite ad aggirare usando pseudonimi maschili per riuscire a far pubblicare le loro opere.
“Il suo cuore era come una pianta sensibile, che si apre per un momento alla luce del sole, ma si ritrae e si richiude in se stessa al minimo tocco del dito, o al più leggero alito del vento”
È un inno alla forza, alla perseveranza del credere nei propri sogni, all’amore sororale, alla famiglia e alla resilienza. Perché dolore non è certo mancato nella vita delle sorelle Bronte, caratterizzata da lutti e scelte obbligate.
I personaggi sono tutti tratti dalla realtà, perfettamente caratterizzati e molto verosimili. Anche i dialoghi sono coerenti con il periodo storico di ambientazione. Ogni capitolo porta quale intestazione una citazione dei protagonisti in lingua originale. Dopo i ringraziamenti, a fine libro, troviamo le traduzioni.
“Potevano anche abitare in una sperduta canonica dello Yorkshire. Ma con la loro fantasia, i fratelli dominavano il mondo”
“Per la brughiera” è un romanzo intenso e vibrante. Avevo già avuto il piacere di leggere il precedente romanzo di Martina Tozzi (“Il nido segreto“) e non vedevo l’ora di avere tra le mani anche “Per la brughiera”. Le sue biografie romanzate sono sempre vive per le emozioni autentiche che sanno suscitare. L’autrice ha portata a spasso per la brughiera con Emily, che ho potuto tacitamente ringraziare per aver fatto di me una lettrice grazie la suo “Cime tempestose”. Ho vissuto la bruciante passione di Charlotte, rammaricandomi per il suo cuore spezzato. Mi sono riconosciuta in Anne,
sorridendo per le sue iniziali disavventure come istitutrice.
Quando ho chiuso il romanzo, ho avuto l’impressione di dovermi congedare da tre vecchie amiche alle quali non pensavo da tempo ma che avevo rincontrato con gioia.
Charlotte, Emily o Anne. In quale sorella vi riconoscete di più?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐