
narrativa
Pendragon
2019
cartaceo, ebook
132

Un giovane genio dell'informatica trova nella programmazione dei computer il suo altrove, un luogo dove rifugiarsi dal mondo esterno. È patologicamente introverso, non riesce ad abbracciare le persone e ama chiudersi a chiave nella sua camera piuttosto che socializzare con i compagni di classe.
Ha un rapporto complicato con i genitori - come molti adolescenti - e trova nell'eccentrico prof di matematica uno sprone per mettersi continuamente alla prova. Mille sono le difficoltà che incontra lungo il suo cammino, e a volte gli sembra di sprofondare in un buco nero.
Ma proprio quando pensa che non ci sia soluzione, e che il dolore sia troppo forte per essere superato, trova i giusti "codici di accesso" e capisce che non esistono limiti né porte che restano chiuse per sempre e che proprio dal dolore ha inizio il percorso verso la rinascita.
“Non tornerà indietro, la tua voce non pronuncerà più il suo nome e ti resteranno solo i ricordi sbiaditi e sfumati dal tempo”
Il protagonista di “Pathemata-mathemata“ parte come un perdente: infatti, il gioco di parole che è contenuto nel titolo è ripreso da Esopo, che coniò il termine per indicare che: “le sofferenze sono degli insegnamenti”. L’opera non funge solo da romanzo di formazione, ma parla anche delle difficoltà che il nostro protagonista vive all’interno dell’ambito familiare. Il protagonista, invero, non ha un nome; forse è stata una scelta voluta dall’autore, per permettere ad ognuno di noi di ritrovarsi un po’ all’interno della storia.
La vita del protagonista è tutto un girare intorno ai ritmi della routine quotidiana: scuola, famiglia e amici; l’unico che gli darà una scossa sarà il professore di matematica, che, attraverso la spiegazione delle formule matematiche, creerà un’assonanza perfetta e lineare con i problemi quotidiani, fino al punto in cui il nostro protagonista non cambierà, non crescerà e non conoscerà la sua “Giulia”
Avete mai provato a trovare il giusto insegnamento in una sofferenza?
Èla prima volta che leggo un libro di Antonio Cucciniello e, devo ammettere, mi ha colpito particolarmente. Nello specifico, mi è piaciuto il suo modo di scrivere, in quanto fa riflettere sulla vita e sul perchè facciamo determinate azioni in modo chiaro, lineare e pulito.
La narrazione è in prima persona e pone al centro della vicenda non soltanto il protagonista, ma anche i luoghi. I personaggi del romanzo sono pochi, ma ben caratterizzati.
Vengono affrontati temi attuali, come il tema della menzogna e dei sensi di colpa. Consiglio la lettura in particolar modo ai giovani e ai ragazzi che ancora non hanno trovato la giusta strada da percorrere della loro vita, ma soprattutto a coloro che si lasciano trasportare dai giudizi altrui. I nostri giovani devono capire che non bisogna mai ascoltare gli altri e che devono credere nelle proprie abilità, poichè ognuno di noi nasce con un talento. Occorre solo avere gli “occhiali” giusti per vederlo, gestirlo ed esternarlo.
L’autore
Antonio Cucciniello è nato ad Avellino nel 1975. Animato da un fervente spirito di curiosità, ama in modo particolare la psicologia e la musica rock. Attraverso la scrittura, Cucciniello riesce a guardare oltre la materialità, e ad addentrarsi nel proprio universo interiore, che scandaglia nelle pieghe più recondite. Tra i suoi lavori, “Un’altra opportunità” (2003), “Hyria” (2005) e “Vittime” (2008). Per Pendragon ha pubblicato il romanzo “Le Ali del Bruco” (2015).

Anna Calì, classe ’96. Nelle sue vene scorre la lava del Vesuvio e la passione che contraddistingue il popolo napoletano.
Giornalista di professione e con la passione dei libri sin da piccola. Adora annusarli e, quando va nelle librerie, si perde tra gli scaffali ad osservare le copertine.
Grazie a questa passione è riuscita a mettere in campo due sogni nel cassetto: il primo, recensisce i libri che legge, esperienza che fa bene sia al corpo che alla mente. La seconda: è diventata anche scrittrice e ha pubblicato già due romanzi.