
Newton Compton
6 agosto 2020
Cartaceo
320

Quando si parla di cammini la mente corre inevitabilmente a quello emblematico di Santiago. Forse non tutti sanno che esiste anche in Sardegna un Cammino di Santu Jacu, che tocca i luoghi di culto del santo presenti sul territorio, da Cagliari a Porto Torres passando per l’interno selvaggio e i borghi più caratteristici. Ma in questa straordinaria regione – una sorta di continente in scala che propone in pochi chilometri montagna e costa, foresta e mare, borgo e natura incontaminata – i cammini vanno ben oltre quelli religiosi più tradizionali. Basti pensare al noto Cammino Minerario di Santa Barbara, tra Iglesiente e Guspinese, che coniuga spiritualità, ambiente e archeologia industriale; o ai sentieri dei banditi, che durante le latitanze vagavano tra i luoghi impervi delle montagne barbaricine, tanto da essere diventati in alcuni casi guide turistiche; o ai numerosi itinerari archeologici sparsi per l’isola.
A questi tragitti di carattere culturale si aggiungono le vie del trekking, come il Selvaggio Blu di sei giorni in Ogliastra, la Grande traversata del Supramonte e il Cammino 100 torri, ovvero il trekking più lungo d’Italia che si snoda per ben 1284 chilometri di costa in costa, da sud a nord in senso antiorario. E ancora, non mancano percorsi impegnativi – tra canyon mozzafiato, grotte e cascate – e, per i più “tranquilli”, leggere passeggiate urbane e rurali.
“Alla fine del 2009, alcune persone…hanno avviato sull’isola il progetto del cammino dedicato a Santiago, in spagnolo, o San Giacomo, in italiano, o più precisamente, in sardo, Santu Jacu, che potremmo definire come la spina dorsale della rete in divenire dei cammini regionali”
Vi è mai capitato di visitare la Sardegna? I turisti che ogni anno affollano le spiagge sarde spesso rimangono colpiti dalla limpidezza delle acque che lambiscono le coste, dal candore o dalla peculiarità della sabbia e dalla carezza della natura che incornicia le diverse calette trasformando in una cartolina ogni paesaggio.

Ma la Sardegna non è solo coste. Chi ha avuto la curiosità di spingersi al suo interno sicuramente avrà notato che, oltre al mare, esiste un mondo meraviglioso dove tuffarsi per qualche giorno dimenticando il resto.
La natura selvaggia, incontaminata, che ancora riesce a sopravvivere in zone non scalfite dalla mano dell’uomo, riesce a regalare emozioni intense con la sua flora, la sua fauna e la geologia che caratterizza questa terra antica. E che dire dell’archeologia? I superbi nuraghi che ancora oggi svettano tra campagne e colline sono solo la testimonianza più evidente di quel mondo misterioso ormai scomparso che solo il cielo e il suolo che l’ha visto nascere può dire di avere veramente compreso.

Leggendo il libro di Gianmichele Lisai e Velia Puddu io stessa mi sono resa conto di non conoscere appieno tutte le meraviglie di questa splendida isola dove ho la fortuna di vivere. È sicuramente un manuale che suggerisco di acquistare a chi si appresta a passare qualche giorno nella mia terra per poter conoscere davvero questa perla che il Mediterraneo custodisce.
Gli autori hanno suddiviso il libro in 4 parti, ciascuna indicante un diverso itinerario da seguire per poter visitare luoghi interessanti che spesso passano inosservati.
Si comincia col cosiddetto “cammino di Santu Jacu”, un itinerario di 420 km circa, che, partendo da Cagliari, percorre a tappe tutta l’isola visitando i luoghi dove sorgono chiese dedicata a San Giacomo.
Il cammino di Santu Jacu è stato presentato al pubblico nel dicembre del 2010, a Mandas…in occasione del Festival della Letteratura di Viaggio dedicato a David Herbert Lawrence…che…ha contribuito a rendere nota nel mondo la nostra regione.
Nell’autunno del 2010 una buona parte di questo cammino è stata segnata con frecce gialle e conchiglie stilizzate. Per chi avesse tanta voglia di scarpinare o di percorrere chilometri in bicicletta questa è l’occasione giusta per visitare siti interessanti dal punto di vista architettonico, archeologico e culturale in genere. Percorrendo queste strade spesso sarà la natura a farci compagnia con i suoi boschi, la sua macchia mediterranea, i suoi suoni e profumi. E ad attendervi, in qualunque paese vi fermiate, saranno senza dubbio gusti e sapori unici e, posso aggiungere, un’ospitalità antica, sacra, che si sta un po’ perdendo nelle città di oggi, ma che nei paesi, specialmente in quelli dell’interno, è ancora forte. Se poi siete fortunati potrete anche ammirare i costumi della tradizione addosso magari a qualcuna delle donne che ancora oggi non hanno rinunciato a quello che per loro è il simbolo della propria identità, donne fiere, dal portamento elegante e dagli occhi profondi, che spesso riescono a farmi sognare un mondo che non c’è più, sicuramente non semplice, ma pieno di valori veri.
Ma gli autori del libro non si sono fermati qui. Come vi ho già detto è veramente immenso il patrimonio storico e culturale che la Sardegna può offrire. Grazie alla posizione privilegiata che ha sempre occupato nel Mediterraneo sono tanti i popoli che hanno cercato di dominarla nei corsi dei secoli, anche se non sempre ci sono riusciti. Per questo, oltre a quello di Santu Jacu, ci sono altri “cammini” tracciati per chi volesse visitare la nostra regione. Molto interessante è quello di Santa Barbara, legato alla storia mineraria della Sardegna. Santa Barbara infatti è la protettrice dei minatori. Ormai le antiche miniere che, per la maggior parte si trovano nella parte sud-ovest dell’isola, sono state abbandonate e con loro, spesso, i villaggi dove i minatori vivevano. Ma essendo immenso il patrimonio archeologico-industriale della zona per tutelarlo è nato nel 1997 il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna riconosciuto dall’UNESCO come primo parco della rete mondiale dei geositi-geoparchi.

Come per il cammino di Santu Jacu anche per quello di Santa Barbara l’elemento comune che lega i diversi itinerari tra loro sono le chiese dedicate, appunto, a questa Santa. Io ho avuto la fortuna di visitarne alcuni tratti e vi assicuro che lasciano senza fiato. Non avrei mai immaginato il fascino che può avere una miniera se non visitando quella di Porto Flavia che mi ha lasciato senza parole soprattutto quando, emergendo dal buio delle gallerie, si apre una finestra sul mare, che ti investe col blu mozzafiato del cielo e delle acque dove si erge il Pan di zucchero col suo candore.
Questi sono solo alcuni degli spunti che questo libro ci offre per potere approfondire la conoscenza di quest’isola. Non posso elencarli tutti perché non finirei più di scrivere. Il mio consiglio è di acquistarlo se volete addentrarvi nelle meraviglie di questa terra; lo consiglio non solo a chi la viene a visitarla, ma ai sardi stessi, a noi che diamo per scontato tutto ciò che vedono i nostri gli occhi senza renderci conto dell’immensa fortuna che abbiamo a vivere in questo paradiso.
Sahira

Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…