
Fantasy
Self-publishing
23 aprile 2020
e-book e cartaceo
165

Corigliano, Mardegan, Ferrero, Mala Spina, Lanzetta, Battiago, Hoffmann, Mortellaro, Silvestri, Di Orazio.
Dieci autori.
Dieci giornate di boccaccesca memoria, come in quella Firenze del 1348 assediata dalla peste.
Dieci comandamenti, che verranno infranti o rispettati. Dieci stili completamente diversi: l'ironia pungente e blasfema, il goffo erotismo, l'onirica bellezza della disperazione, il pulp-western friuliano, esorcismi danteschi e visioni infernali vi aspettano in questo libro immondo. Dieci racconti dall'anima corrotta e nera. Un'ode alle tenebre in tutta la loro bellezza dannata.
Abbiamo detto addio a ogni retorica e happy ending perché volevamo colpire con colpi bassi e metriche alte, in pieno stile Ignoranza Eroica.
I racconti di Pandemonium sono lo specchio di tutte le anime che pian piano si anneriscono, l'apocalisse dentro la carne, l'unione dei demoni nello spirito di coloro che sopravvivono.
Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno, come direbbe William Blake, dove ognuno di noi è risucchiato dal caos dell'infinita dannazione e anche i bei Cherubini marciscono tra le fiamme. Ma ci saranno anche momenti per ridere. Del resto, l'Inferno ha i personaggi più divertenti.
“I racconti di Pandemonium sono lo specchio di tutte le anime che piano piano si anneriscono, l’apocalisse nella carne, l’unione dei demoni nello spirito di coloro che sopravvivono… Ma ci saranno anche momenti per ridere. Del resto, l’Inferno ha i personaggi più divertenti. Benvenuti nel concilio della bestia. Collegatevi e prendete posto nel Pandemonium” –“Tenebrae splendet in luce”, presentazione di Pandemonium
Pandemonium… il titolo peculiare di questo libro mi ha subito attratta. Inizialmente ho pensato avesse qualcosa a che fare con la pandemia che sta colpendo oggigiorno tutti noi, ma in realtà, come viene spiegato bene nella presentazione, questo nome è da ricondurre proprio al termine pandemonio nel senso di caos, confusione, smarrimento, follia. E sicuramente la follia è la protagonista principale di ognuna di queste storie, ambientate in città, tempi, luoghi fantastici o reali dove una qualche pestilenza si muove sempre in sottofondo.
Il libro consta di dieci racconti: dieci come le giornate del “Decameron” di Boccaccio che viene ricordato nel sottotitolo di questa antologia; dieci come i comandamenti che vengono interpretati in maniera sicuramente originale, uno per ogni racconto, dal primo al decimo, da ciascuno degli autori che hanno contribuito a scriverli .
I personaggi che troviamo in queste storie sono irreali e unici, macchiette che si muovono su palcoscenici creati ad hoc e che riescono a bucare le pagine con il loro essere diversi in un mondo a tratti assurdo nel quale però riescono a intrappolare il lettore con le loro gesta e i loro pensieri. Sono egoisti, impauriti, avidi, assetati di giustizia, tirchi, soli, profondamente umani nella loro singolarità, simpatici o odiosi, ma tutti fantasticamente reali .
Dal dottore che vuole salvare la città dalla peste che colpisce gli edifici, al cavaliere con la spada arrugginita che vuole liberarsi dello spirito dei suoi genitori, alla strega che si sbarazza del suo assistito e si schiera dalla parte della moglie che lo ha tradito per rivendicare la libertà delle donne, queste figure, a prima vista inutili e disprezzabili, riescono a strapparti un sorriso con le loro agonie e le loro azioni rocambolesche. Certo, ci sono anche personaggi che non puoi fare a meno di odiare e per i quali il disgusto è veramente forte, ma anche in questo sta la bravura di chi scrive: nel riuscire a trasmettere sensazioni di ogni genere e devo ammettere che in questo caso gli autori ci sono riusciti appieno, creando un’opera degna di essere letta dalla prima all’ultima pagina.
La prima impressione che ho avuto aprendo questo libro è che avessi a che fare con una letteratura di nicchia, quella classica per essere più precisi, visto che nel sottotitolo del primo racconto veniva tirato in ballo il De civitate dei” e che nella prefazione si parlava del Decameron di Boccaccio e del Paradiso perduto di John Milton. Quindi ho cominciato a leggere non molto convinta della mia scelta, ma mi sono ricreduta dopo poche pagine quando il fantastico ha preso il sopravvento imprigionandomi nelle storie.
Ho ammirato lo stile di ognuno dei diversi autori che hanno contribuito a quest’opera, il loro linguaggio perfettamente consono al periodo in cui hanno ambientato le vicende, la ricchezza del loro lessico, l’accurata descrizione degli ambienti e dei personaggi.
Il mio voto oscillerebbe tra le quattro e le cinque stelle solo perché il genere fantastico non rientra tra i miei preferiti, ma in questo caso non me la sento di togliere una stella intera ad un libro così ben scritto, quindi gli attribuirò il massimo del punteggio: farò raggiungere l’en plein alla follia che mi ha portato via con sé.
Sahira

Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…