autobiografia
Self-publishing
ottobre 2022
cartaceo
128
Cinzia perde il marito in un tragico incidente sul lavoro, il 1° agosto 2013, in un cantiere a Monsummano Terme.
La narrazione inizia da quel giorno e Cinzia vive per anni nel dolore e nella rabbia. Si "raccontava" di stare bene, ma era solo un mentire a sé stessa.
Conosce Francesca, counselor e medico veterinario comportamentista, che l'aiuta a far socializzare le sue gatte, poi Cinzia chiede aiuto anche per sé stessa. Aiutami ad alleggerire il cuore, fu la richiesta di aiuto.
Il manoscritto è la testimonianza di come la richiesta di aiuto, mediata dall'arte terapia e dalla terapia con gli animali, permetta di uscire da situazioni traumatiche e dolorose. Il libro richiama l'attenzione al senso di protezione verso noi stessi e al suo legame con la sicurezza sul lavoro.
Un libro scritto per terapia da un'autrice esordiente che racconta la sua storia vera.
“Io, Cinzia, figlia di una mamma bipolare e poi moglie-vedova di Angelo, questo ero…”. “Oltre il dolore” di Cinzia Vilucchi è un grido alla vita.
Tutto il testo, dalla prima all’ultima pagina, compresi i ringraziamenti, è un’alternarsi di dolore, angoscia, impotenza e rabbia; uniti a quel briciolo di speranza per un futuro più semplice che ci tiene aggrappati alla vita e ci impedisce di cadere nel baratro più nero.
Non è stata facile mai questa lettura; non c’è nemmeno un momento in cui ci si risparmia dal chiudere gli occhi ed impedire alle emozioni di arrivare dritte al cuore e di ferirci in maniera crudele.
Nemmeno un attimo ho avuto il coraggio di dire “dai Cinzia, non sei sola ad affrontare la tragedia che ti è capitata, le tragedie che hai attraversato”. Sono rimasta muta coi miei pensieri, con quella sofferenza che, in realtà, era assordante.
Cinzia Vilucchi, con una sincerità disarmante, probabilmente liberatoria ma del tutto totalizzante, ci racconta la sua storia, che tutto è tranne quella di una giovane donna pronta a vivere un percorso di coppia felice e duraturo.
È una persona realizzata nella sua vita famigliare, che ha affrontato un’infanzia difficilissima con una mamma bipolare e che trova nella nuova famiglia una stabilità concreta ed emotiva.
Angelo, infatti, è un uomo dolcissimo e il loro percorso a due, con la loro casa in campagna e i loro amici animali, è fatto di gioia ed amore, di abitudini e di quella complicità di chi immagina una gioia senza limiti.
Ma il limite arriva la mattina del primo agosto del 2013, quando Angelo, come ogni mattina, saluta sua moglie e va a lavoro.
Non tornerà mai più. MAI PIÙ.
Non posso né riesco neanche ad immaginare quanto sia stato difficile tirare giù tutte questa pagine per l’autrice, quando per me questa semplice frase è stata come un macigno.
Per lei. La moglie. La vedova. La figlia di una mamma bipolare.
La ragazza che sognava la vita con quel ragazzo, davvero un angelo di nome e di fatto, la ragazza che lo perde per un incidente sul lavoro; che non ha possibilità di scelta, di provare a salvarlo, di supplicare un altro giorno insieme. Un ultimo salto.
Una morte bianca a soli 38 anni, ma come si può?
“Le malattie, gli incidenti, gli abbandoni sono eventi che hanno stravolto il mio orchestrare e disegnare la vita ogni giorno, ho fatto a testate infinite volte con questa realtà, ma non è semplice saper accettare l’imprevisto…”
Cinzia Vilucchi ha messo su queste pagine tutto il suo dolore, il suo lunghissimo affogare fra quelle acque oscure, fatte di terrore e ira; si è vista e sentita trascinare dalla sofferenza più atroce e dall’incapacità di poter cambiare le cose.
Ha subìto così tanto questa ragazza che ad un certo punto ho davvero pensato che non ce l’avrebbe fatta a tirare fuori la testa da tutto quel nero e sentire sulla pelle anche il più minimo senso di calore.
Ho percepito nel profondo quel senso di confusione, di perdita, di perdersi, da sentirmi soffocare. Ho immaginato questa trentenne sentirsi moncata senza pietà da farmi scendere lacrime amare fra i singhiozzi.
Come si superare così tanto dolore? Quale maschera si deve indossare per sopravvivere?
Solo Cinzia, e chi come lei ha vissuto un perdita così assurda, può darci una risposta. O forse, semplicemente, una risposta non c’è.
Si rimane aggrappati alla vita come superstiti per anni ed anni, annientati e spesso sconfitti. Si cade e ci si rialza lentamente a fatica, lasciando però ogni volta a terra una parte di noi.
“Oltre il dolore” sono tutte le parole che Cinzia ha scritto per buttare fuori ciò che premeva nella sua anima, quando, dopo un tempo interminabile, si è rivolta ad una counselor per quell’aiuto che si è dimostrato fondamentale.
E, forse, alla fine è proprio questo il messaggio che vuole mandare, che cerca in qualche modo di fare arrivare. Lasciarsi aiutare è un’opera di amor proprio che deve essere fatta per non continuare a perdersi. Per continuare a vivere anche per chi ci ha lasciato.
Tanti argomenti in questo libro: dolore, lutti, malattie mentali, incidenti sul lavoro, tutto racchiuso con un fiocco nero che piano piano sembra sciogliersi.
Come sempre, quando affronto queste tipo di recensioni non mi soffermo per nulla sulla struttura o sulla tecnica perché, in fondo, a chi importa se nel raccontare tutto questo si trovano dei refusi?
A nessuno. Tanto meno a me.
Ringrazio davvero di cuore Cinzia Vilucchi per questa sua testimonianza, sono sicura che potrà servire a tante persone che si sono trovate nella sua stessa situazione.
E spero di cuore anche a lei, come piccolo passo verso qualcosa di grande.
4 stelle ⭐⭐⭐⭐✰
Appassionata di lettura e scrittura fin da bambina, ho scritto e pubblicato quattro libri. Moglie e mamma, passo le mie giornate ad inventare storie d’amore per emozionare chi le leggerà.