Saggio
Bookabook
3 gennaio 2024
cartaceo, ebook
336
Ho letto e recensito il saggio “O si vince o si muore” di Francesca Turnone, edito Bookabook.
“Il trono di spade” è una delle serie tv, fantasy, più viste, non esagero, al mondo. Tratta dai romanzi di George R.R. Martin, è una saga incompiuta.
Lo ammetto, io sono una dei pochi a non aver visto la serie, ma posso dirvi che, dopo aver letto questo saggio, è come se l’avessi vista. Non perdiamoci in chiacchiere e parliamo del libro.
Il saggio si apre con una prefazione del professore Filippo Silvestri, che ci parla del modo in cui è cambiato il racconto, da Omero e i cantori, che facevano sognare i greci, alle favole e ai più moderni mezzi di intrattenimento. Si riflette sul fatto che “Il trono di spade” è stato come una favola catalizzatrice per molti, diventata tale grazie alle piattaforme streaming, accessibili per una grossa fetta di pubblico.
Giorgia Turnone analizza in modo minuzioso la serie, che secondo l’autrice deve il suo successo perché non è un vero e proprio fantasy, ma perché parla della “storia di uomini”.
“Dell’uomo, con i suoi vizi e le sue virtù, Il trono di spade indaga in maniera invasiva e poco piacevole,ma anche sincera e autentica, la dimensione umana a tutto tondo, nelle sue espressioni più nobili e in quelle più autentiche”
Cosa analizza l’autrice in questo saggio?
La narrazione, confrontandola con il no plus ultra del genere fantasy, “Il signore degli anelli” di Tolkien, che è un vero fantasy con una lingua inesistente e l’eroe che deve portare a termine una missione, risente di mancanze. “Il trono di spade” non ha un eroe, una missione e neanche una lingua propria.
Ci sono dei punti di collegamento, certo. Ad esempio, entrambe le storie sono ambientate in un medioevo fantastico, anche se “benché nell’ opera di Martin sia possibile riscontrare evidenti e indubbi prestiti dal Signore degli anelli… i punti di contatto presentano comunque una certa divergenza nel proprio nucleo costitutivo. Il primo concerne la presenza dell’elemento magico… nel Trono di spade risulta quasi un ingrediente tra i tanti”.
Oltre alla narrazione e alle differenze tra i fantasy, Giorgia Turnone ci spiega come anche le sigle, da quella iniziale a quelle introduttive delle varie scene, sono importanti perché permettono allo spettatore di capire subito cosa avverrà. Come tanti elementi, che possono sembrare irrilevanti, invece sono fondamentali per la narrazione televisiva.
“La candela accesa suggerisce che sia notte, momento della giornata, in effetti, tra i più favorevoli per vedersi in segreto”
La parte del libro che più mi ha incuriosita è quella dove l’autrice mette a confronto diverse scene della serie tv con alcuni quadri famosi, chiedendosi se ciò sia stato voluto oppure no.
Nel saggio troverete molte curiosità sulla serie tv, che non ha messo d’accordo tutti con il suo finale
“Il finale, piuttosto inviso al pubblico e tacciato dalla maggior parte dello stesso di violazioni narrative a scapito dei personaggi tanto amati, peserà probabilmente come una condanna retroattiva sulla memoria collettiva della serie, ma contemporaneamente ne afferma con decisione il carattere sovversivo…”
Ringrazio l’autrice per la copia cartacea
Avete visto la serie “Il trono di spade”? Leggereste un saggio che analizza questa serie tv?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐