![Numero due Book Cover](https://i0.wp.com/www.labottegadeilibri.it/wp-content/uploads/2024/09/Numero-due-scaled.jpg?w=640&ssl=1)
romanzo contemporaneo
Astoria
4 giugno 2024
cartaceo, ebook
256
![](https://i0.wp.com/www.labottegadeilibri.it/wp-content/plugins/book-review/includes/images/five-star.png?w=640&ssl=1)
Se Martin avesse chiesto: "Perché lui e non me?" gli avrebbero risposto che tutto dipendeva da quel piccolo non so che in più. Coì si definisce la vita intera di Martin Hill. Perché "lui" è Daniel Radcliffe, e Martin è stato appena scartato per interpretare il ruolo di Harry Potter. Come ci si riprende da un rifiuto così semplice eppure così radicale, come si abbandona il sogno del successo e della ricchezza, per ritrovarsi un semplice ragazzo tra milioni di altri?
All'inizio pare impossibile: incompreso dai genitori, Martin sviluppa una specie di allergia per tutto ciò che riguarda Harry Potter, si chiude in sé stesso, rifiuta il mondo.
Eppure, tra mille difficoltà - e mille tentativi di liberarsi di quella "maledizione" - Martin troverà una specie di equilibrio quando, ormai grande, deciderà di fare il guardiano in un museo, un lavoro "da invisibile", e si circonderà di persone che - per un motivo o per l'altro - sono "numeri due" proprio come lui. In realtà. però, niente è definitivo: un incontro - casuale, inatteso, sorprendente - getterà infatti una luce nuova sulla sua vita. Perché, in fondo, l'unica cosa che conta davvero è poter essere artefici del proprio destino.
“Quella sensazione di essere prima desiderato, poi rifiutato non voleva riviverla mai più”. “Numero due”, questo è ciò che sente di essere Martin Hill da quando gli è stato preferito Daniel Radcliffe per il ruolo di Harry Potter. Aveva solo undici anni, gli era stata prospettata una vita da sogno, l’illusione di successo e fama, per vedersi poi sfumare tutto in un attimo. Lo scippo del futuro brillante, che avrebbe dovuto essere suo, e il dolore del rifiuto. La sensazione di non valere nulla, di essere un fallito. La depressione, la chiusura verso il mondo, una crescita difficile, costellata di delusioni e traumi. Sino alla decisione di uscire dal tunnel e cercare la propria strada, affrontando di petto il ricordo costante del fallimento.
“Certe storie sono scritte prima ancora che comincino”
Scrivere dei personaggi di Foenkinos senza cadere nella banalità non è semplice. Sono caratterizzati talmente bene che nessun’altra descrizione è altrettanto efficace. Proverò, quindi, un approccio differente.
Avete presente quelle coppie improbabili sulle quali non scommettereste nemmeno un centesimo? Ecco, una di queste è quella formata da John e Jeanne. Lui inglese e lei francese. Si conoscono ad un concerto, si piacciono e in seguito si sposano. Il tutto senza rifletterci troppo, sull’onda della passione e della giovane età, che ti fa pensare solo al presente, anche se hai delle ambizioni per il futuro. E il presente è euforia, ottimismo, nonostante le difficoltà.
Jeanne non può fare a meno di notare la scarsa concretezza di John. Il suo essere sognatore e idealista, con la tendenza alla ribellione nei confronti dell’autorità, e la conseguenza è il passare da un’occupazione all’altra. La cosa che l’uomo desidera di più è diventare un inventore, peccato che manchi perennemente di ispirazione. Ma John ha buon cuore e la ama moltissimo, la fa stare bene. Le ha dato l’amore che non ha ricevuto dalla sua famiglia d’origine.
“Nei primi tempi dell’amore, la creatura amata è un romanzo russo. Torrenziale, intenso, pazzesco” – Numero due
È Jeanne che dà il maggior contributo economico in casa con il suo lavoro di cameriera. Il suo più grande desiderio è scrivere di politica per qualche importante testata e ha tutta la determinazione che serve per realizzarlo. È paziente e fiduciosa, ma non è disposta ad arrendersi. È consapevole delle proprie capacità e del proprio talento, quindi si fa assumere come segretaria presso un giornale, dove riesce a dimostrare il proprio valore. Nel giro di pochi anni riesce a fare carriera.
Quando nasce Martin, il suo matrimonio entra in crisi. John lavora stabilmente sui set cinematografici come “attrezzista di rinforzo”, nessuno è più bravo di lui a riparare ciò che si rompe all’improvviso o ad escogitare un piano b quando non è possibile farlo. Si dimostra affettuoso e presente con il bambino ed è innamorato di sua moglie come il primo giorno. Ma in Jeanne qualcosa è cambiato. L’euforia della giovinezza è sfumata, sostituendosi al peso della quotidianità e delle nuove responsabilità. I suoi continui viaggi all’estero per il giornale contribuiscono al loro allontanamento e lei arriva addirittura a tradirlo. La conseguenza di tutto ciò è il divorzio e un suo trasferimento a Parigi.
“L’arrivo di Martin, ovviamente, cambiò la quotidianità. La leggerezza dei primi tempi era finita, ora bisognava far di conto, prevedere, anticipare. Tutte cose poco compatibili con l’indole di John”
Esistono poi persone altamente sensibili, con la loro tendenza a ponderare a lungo su esperienze emotive.
È quello che accade a Martin. Era partito bene poiché il divorzio dei genitori non lo aveva destabilizzato. Era molto amato da entrambi, viveva insieme al padre a Londra, ma vedeva regolarmente anche la madre. Poiché era un ragazzino assai intuitivo, aveva capito che la parte più debole si configurava nel papà che, docilmente, attendeva un ripensamento da parte della mamma, senza mai esternare questa sua speranza. Martin era anche un buon osservatore e vedeva bene che la mamma non pensava minimamente a ritornare a casa. La sua vita aveva preso tutt’altra direzione; poi c’era un tale che le ronzava intorno, Marc, che faceva l’impossibile per ingraziarselo. Un uomo che, poi, si rivelerà subdolo e crudele.
I problemi di Martin avranno origine da un rifiuto. O meglio, prima arriverà la lusinga, poi la concreta promessa di fama e successo. Di conseguenza, la certezza di essere fatto per percorrere una determinata strada, di avere talento e valore. Quindi l’orgoglio, la gioia e tanti sogni da esaudire. Poi, all’improvviso tutto sfuma. Non sarà lui a percorrere quel sentiero, ma l’altro candidato perché “ha un certo non so che in più”, lui è uno dei tanti numeri due. Un perdente. Arriva lo shock, lo smarrimento, il trauma e la depressione. La crescita nella convinzione di essere un fallito, le crisi d’ansia, l’isolamento e la chiusura verso il mondo.
“Tutto sembrava innocente e ludico, quando invece quell’esperienza poteva cambiare una vita. Un gioco da bambini con una posta in gioco da adulti“
Ho letto tutto di quest’autore perché il suo stile mi incanta. È lieve e gentile, quasi fosse una forma di riguardo nei confronti della fragilità dei protagonisti. Una carezza sulle loro spalle, mentre deve narrarne conflitti, delusioni e sofferenze. Proprio come in questo romanzo. È scorrevole e talmente coinvolgente da conferire alla lettura un ritmo rapidissimo. Se non l’ho terminato in una sola giornata, è perché nella vita devo fare anche altre cose oltre leggere (purtroppo).
L’autore ha ideato una storia di fantasia, rifacendosi al alcuni elementi reali, introducendo tematiche come la perdita, il bullismo, la depressione, ma anche la rinascita. Il periodo parte dalla fine degli anni Novanta e abbraccia il lasso di tempo in cui è esploso il fenomeno “Harry Potter”. Ha dato la giusta riconoscenza a tutti i numero due attraverso il personaggio di Martin. L’empatia sarà il vostro sentimento predominante e desidererete conoscerne la sorte tifando fortemente per lui.
“Facile dire “Fantastico essere arrivati in finale!” Ma no, nessuno poteva essere felice di un percorso interrotto così vicino alla meta”
“Numero due” è un racconto di classe, con la giusta dedizione per ogni personaggio, conducendoci agli esordi di tutti i percorsi che si intrecceranno. È con una lacrima di commozione e un sorriso che ho chiuso questo romanzo. Vi invito caldamente a leggerlo!
Provate simpatia per i “numero due”?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐