
Narrativa
Mondadori
13 luglio 2021
cartaceo, ebook
312

Mezzanotte. Cait Monaghan e Rebecca McRae si trovano in macchina su una strada desolata che attraversa il deserto del Nuovo Messico. Non si sono mai incontrate prima. Il lavoro di Cait consiste nel portare al sicuro donne in fuga senza mai fare domande. Come la maggior parte di loro, Rebecca sta cercando di scappare da qualcosa.
C'è una ragione per cui Cait sceglie di aiutare delle sconosciute: anche lei ha un passato e sa cosa vuol dire essere inseguite. Entrambe hanno segreti da proteggere e le vite di entrambe sono in pericolo.
Quando un camion arriva ad alta velocità alle loro spalle, in un primo momento le due donne pensano si tratti di qualche autista arrabbiato, ma capiscono in fretta che chiunque sia alla guida sta dando loro la caccia. Mentre aumentano i chilometri che si lasciano alle spalle e i pericoli che devono affrontare, il passato tenuto così faticosamente nascosto torna a perseguitarle.
Qualcuno vuole morta una di loro, ma quale delle due? Se Cait e Rebecca vogliono sopravvivere, devono imparare a fidarsi l'una dell'altra e di se stesse. Ma la fiducia ha un costo ed entrambe hanno già pagato un presso molto alto.
“Il mondo non le avrebbe regalato mai regalato niente. Avrebbe dovuto prenderselo da sola, in qualsiasi modo”.
“non guardare indietro” è un viaggio nel deserto in piena notte. Due donne in fuga. La prima ha una missione da portare a termine; l’altra è alla ricerca di un riscatto. Sono entrambe giovani ed intelligenti, eppure nessuno dei loro progetti si è realizzato. Fino al loro incontro, hanno condotto una vita all’insegna della frustrazione, dell’incertezza e della paura. Quel viaggio rappresenta la svolta, forse la salvezza per entrambe. Qualcuno però ha deciso diversamente. Le due donne si ritroveranno unite nella lotta per la loro sopravvivenza.
Cait ha venticinque anni, è indipendente e coraggiosa. Sogna di diventare una scrittrice, è laureata in lettere ma, a causa della crisi economica, si ritrova a fare la barista.
“La crisi del 2008 era stata un vero terremoto. Aveva spazzato via tutte le strade maestre per la ricchezza e la sicurezza, lasciandosi dietro un arido deserto dei titoli professionali autoarrangiati e con un sacco di trattini” – Non guardare indietro
Un incontro sbagliato pregiudica la sua reputazione di donna e la sua sicurezza personale. Per sentirsi utile, entra a far parte di un’associazione no profit. Il suo ruolo consiste nell’accompagnare in sicurezza donne sole, verso cliniche dove si praticano interruzioni di gravidanze. Queste donne sono collocate in diverse parti del paese. Tutto questo in un Texas puritano ed ipocrita, dove tutti si ergono a giudici e ognuno si sente in dovere di puntare il dito. Una donna che denuncia una violenza viene additata come bugiarda. Qualora venisse creduta, allora se lo sarebbe cercata. Una donna costretta ad interrompere una gravidanza diventa, in automatico, una crudele assassina. Cait si ribella a tutto questo. Diventare membro dell’associazione è un modo per provare a cambiare le cose.
“Quello che voleva fare era scrivere, dunque era questo che faceva. Di giorno scriveva gratis e la notte spillava birre a pagamento per qualche imbecille, e dopo qualche anno aveva finalmente sentito che stava arrivando da qualche parte” – Non guardare indietro
Rebecca è bellissima e sofisticata. Era un’insegnante e viveva felice in California prima di sposare l’ambizioso Patrick. Egli è un affascinante aspirante politico texano. Dopo le nozze, si trasferiscono in Texas. Rebecca non ha più un lavoro, non riesce ad ambientarsi. Si trasforma, all’improvviso, nella moglie di un futuro senatore, sempre sotto l’occhio di tutti. Il suo disagio viene scambiato per freddezza. I suoi tentativi di apparire perfetta, vengono interpretati come snobismo. Ogni texano adora il suo affascinante marito. Lei, invece, non riesce proprio ad entrare nel cuore degli elettori. La sua vita non le appartiene più. Ogni sua decisione deve esser presa in nome dell’ascesa di suo marito.
“Lui prendeva spazio nel mondo senza chiedere permesso, e la incoraggiava a fare lo stesso. Almeno, finché la visione di come avrebbe dovuto essere la loro vita non aveva cominciato a divergere dalla sua” – Non guardare indietro
Una narrazione semplice, dal ritmo concitato. La trama non si rivela nell’immediato, si dipana gradualmente. All’inizio sembra avere una determinata svolta, poi cambia completamente direzione, sorprendendo il lettore. Nessun capitolo risulta piatto o di lenta lettura. Sembrano essere tutti la porta d’ingresso per qualche cosa di inatteso.
L’autrice ha saputo creare un’atmosfera di mistero, accentuata dalla descrizione di questo viaggio al buio, nel bel mezzo del nulla. Una metafora del rapporto tra le due protagoniste. Esse sono il nulla, l’una per l’altra. Un’incognita. Due sconosciute che si ritrovano a vivere un’esperienza all’insegna del terrore e dell’incertezza. Con l’avvicinarsi della meta avviene un importante avvicinamento anche tra Cait e Rebecca.
Le tematiche sono importanti e diverse. La gogna mediatica nei confronti delle vittime di violenza, in un mondo maschilista. La dolorosa decisione di interrompere una gravidanza, resa ancor più penosa dal giudizio altrui. La vendetta e l’odio come alibi dei propri insuccessi. Il desiderio di riscatto, usando mezzi non proprio legittimi. Il tutto narrato in un romanzo che non si può definire thriller, ma è caratterizzato dalla medesima aura di mistero e dalla suspense che accompagna il lettore fino all’ultimo capitolo.
“Non guardare indietro” è una lettura molto coinvolgente. Alcune tematiche sono state trattate in modo così realistico da indurmi a fare delle riflessioni. Ho pensato a quanto poco la società si sia evoluta. O meglio, l’evoluzione c’è stata solo in apparenza. In realtà, troppi non vedono l’ora di esprimere giudizi e critiche pesanti. Il tutto senza conoscere i fatti, le persone coinvolte e il loro vissuto. Si affidano al sentito dire e ai luoghi comuni. Quanta superficialità! Quando poi intervengono i social network, allora è la morte sociale per i malcapitati. Qualcuno si trova addirittura in condizione di doversi difendere da aggressioni, non solo scritte.
È una storia molto intensa. A tratti può sembrare un po’ troppo avventurosa e movimentata, ma non lascia indifferenti. Gli argomenti sono importanti e spesso oggetto di dibattiti. Le due protagoniste sono vittime di una società che è sorda e cieca. Una società che non sa ascoltare e che ha perso la capacità di comprendere e, quando serve, di perdonare. Questo ha suscitato in me molta amarezza poiché l’autrice non si è discostata troppo dal mondo reale.
Vi è mai capitato di subire critiche ingiustificate? Avete mai provato a comprendere le ragioni di qualcuno che aveva fatto una scelta da voi disapprovata ?