
Thriller
Newton Compton
16 luglio 2020
cartaceo + kindle
352

Aveva solo dieci anni ma era sufficiente il rumore della macchina di suo padre nel vialetto per farle stringere lo stomaco dalla paura. Allora era troppo piccola per capire perché la balbuzie del fratello continuasse a peggiorare… La notte in cui sua madre Carol la portò via, con gli occhi spalancati dal terrore, è ormai un vaghissimo ricordo… Adesso Nicola è un avvocato di successo e si è lasciata alle spalle la sua inquietante infanzia. Fino al giorno in cui, per il funerale della madre, si trova ad affrontare il senso di colpa verso la donna che ha sacrificato tutto per i suoi figli. Una volta riemersi, i ricordi sono difficili da ricacciare indietro e Nicola si convince di avere avuto un ruolo negli eventi che hanno portato suo fratello in prigione per omicidio. Che cosa è accaduto veramente più di trent’anni prima?
“…Carol…, senza un titolo di studio, senza averi e senza un tetto sulla testa, una notte del 1984 se n’è andata di casa con due bambini, diretta verso l’ignoto”
In questo libro mascherato da thriller viene analizzata in maniera esemplare la vita di una donna vittima di violenze domestiche che, inevitabilmente, si ripercuotono sulla quotidianità dei suoi figli, spettatori impotenti di tanta crudeltà.
Mi sono venuti i brividi leggendolo. In certi punti ho anche versato qualche lacrima, spazzata via presto da una rabbia sorda derivante dalla consapevolezza che, anche se ciò che qui è scritto nasce dalla fantasia dell’autrice, in molti casi, purtroppo, fatti di questo tipo accadono nella vita reale, spesso nel silenzio più assoluto. Più di una volta la cronaca ha riportato episodi di questo genere, non raramente sfociati nell’assassinio di donne indifese chiuse in se stesse o ormai senza più voce per gridare la loro paura a un mondo sordo. Da questo punto di vista Carol, il personaggio principale del libro, ha avuto un’opportunità che non a tutte è concessa: ha potuto ricominciare a vivere, ma con quante ferite invisibili mai cicatrizzate nel suo cuore?
Ma partiamo dal principio, da un luna park chiassoso e pieno di gente dove Ted, dall’alto di una giostra, chiede a una giovanissima Carol di sposarlo. Lei è incinta e i suoi l’hanno cacciata di casa per questo. Non ha alternative, decide di accettare la sua proposta. Qualche mese dopo nascerà il piccolo Graham e qualche anno più tardi sua figlia Nicola. Quando Carol, spaventata dalla violenza del marito decide di rifugiarsi in una casa famiglia, i due ragazzi hanno rispettivamente 16 e 10 anni. A farle prendere questa decisione è l’ennesima violenza da parte di Ted che, ubriaco fradicio, per poco non l’annegava nella vasca da bagno
“La porta del bagno si spalanca. Ted…protende le mani di scatto…Carol lancia un urlo…La mano rosa sfocata di lui sulla sua faccia…la spinge, tenendola sott’acqua…Non respira…boccheggia, si strozza…”
Non porta via niente con se, ha troppa paura di farsi scoprire. Sveglia i due ragazzi chiedendo loro di non far rumore e scappa nel buio della notte. Da quel momento la sua vita diventa ancora più difficile di prima. Piena di rimorsi continua a sperare in un cambiamento nell’uomo che ha sposato, tenta di riappacificarsi con lui, ma riesce a salvarsi dalla sua rabbia solo grazie all’intervento della sua amica Pauline.
Ormai consapevole che suo marito non cambierà mai, cerca di continuare la sua vita invasa dalla paura di essere trovata da lui, e da quella di non riuscire a gestire i suoi ragazzi, soprattutto Graham, che da quando si sono allontanati di casa è cambiato in peggio. In uno dei primi capitoli del libro, quando è la voce narrante di Nicola a ripercorrere e analizzare la vita di Carol alla luce di ciò che ora anche lei conosce, possiamo leggere
“Carol, aveva vissuto nel terrore per tutta la nostra infanzia,…lo aveva fatto per noi, ogni giorno, per chissà quale idea inculcata di dover sopportare, e perché credeva di non avere scelta”
Arriviamo al momento in cui Ted muore. Qualcuno lo uccide, probabilmente uno dei tanti teppisti con i quali, ubriaco fradicio, spesso faceva a botte. Carol e i figli possono rientrare nella loro vecchia casa, ma ormai niente ridarà loro la falsa armonia che esisteva prima, quella che faceva sembrare loro quattro una famiglia quando venivano chiusi gli occhi e ci si tappava le orecchie. Tutto è cambiato, soprattutto loro lo sono, e mentre Nicola fa di tutto per studiare e costruirsi un futuro degno di questo nome, Graham si perde sempre più fino a finire in prigione per aver ucciso un uomo. Sarà lì che incontrerà Richard, il cappellano che lo aiuterà a ritrovare la strada di casa…
La storia di questa famiglia spezza il cuore. In mezzo a tutta la violenza, alla paura che pare asserragliare la loro mente, i protagonisti cercano di sopravvivere, ognuno come può. Sono tante le figure che mi sono piaciute, che ho trovato veramente realistiche. Quella di Carol in primis, ma anche quella di Graham, arrabbiato, pieno di sensi di colpa, confuso. Cerca di riscattarsi a modo suo, piombando sempre più nel baratro. Solo Richard (altra figura ben caratterizzata soprattutto dal punto di vista psicologico) riesce a penetrare la corazza che si è costruito intorno e lo fa spogliandosi della sua, trasformando il ragazzo nel suo confessore in modo da dargli in mano la propria vita per creare quello spiraglio che permetterà al giovane di perdonarsi.
Alla fine del romanzo l’autrice afferma che l’idea di questo libro le è venuta dopo un’intervista che lei stessa, allora giornalista per la BBC, aveva fatto a due donne ospiti di una casa famiglia. Entrambe avevano subito abusi da parte dei mariti e una di loro aveva rischiato, come Carol, di essere quasi affogata in una vasca da bagno. Il profondo impatto che questa intervista ebbe sull’autrice si può facilmente intuire leggendo queste pagine che, vi assicuro lasciano il segno. Ed è proprio con le parole di S.E. Lynes che voglio terminare questa recensione consigliando a tutti la lettura di questo capolavoro, se non altro per capire cosa spesso si nasconde dietro il dramma di chi si sente in pericolo nella sua stessa casa.
“Questo libro parla di tante cose: famiglia, paure, strascichi degli abusi, violenza…compassione, lutto, rivalsa, gentilezza e soprattutto amore…Benché sia una storia inventata, si basa su una verità fin troppo comune. Mi auguro che con il personaggio di Carol io sia riuscita a rappresentare almeno alcune di quelle donne che hanno vissuto esperienze simili…Questo romanzo è un’opera d’amore.”
A parer mio ci sei riuscita eccome. Grazie per questo libro S.E.Lynes.
Sahira

Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…