Edificare Universi
Thriller psicologico
Europa edizioni
30 dicembre 2016
Cartaceo
144
"New York 1941. Forse" non è un libro. È un viaggio attraverso lo specchio che inganna il lettore, conducendolo lungo una spirale fatta di suspense e continui colpi di scena, fino a una verità sconcertante. In apparenza, Frank Logan è un giornalista di denuncia che sta conducendo la sua indagine più complessa e pericolosa, all'indirizzo dell'uomo più potente di New York, sindaco e probabile futuro presidente degli Stati Uniti. Lo fa con l'aiuto della sua compagna Dorothy e del detective Jim Ross, il suo migliore amico. Un romanzo noir, sapientemente hard boiled, parrebbe al lettore. Ma qualcosa non va, qualcosa di oscuro, inquietante, terribile. Tutto parte dagli interrogativi. Perché il passato dei protagonisti sembra essere legato da un comune tratto di avvenimenti tragici? Come mai i ricordi di ognuno dei personaggi mostrano delle inspiegabili lacune? Dove sono finiti i momenti più rilevanti del passato di Frank, Dorothy, Jim, come a dire che in questo romanzo nulla è mai come sembra? Il lettore si troverà a seguire la vicenda improvvisamente in più direzioni, fino al momento in cui non sarà più in grado di orientarsi, né di staccare lo sguardo dalla storia, fino all'ultima, attesissima pagina. Come si chiamava tua madre, Frank?
RECENSIONE
Premettendo che non sono solita a leggere questo genere di libri e quindi ho fatto un poco di fatica ad entrare “nell’ottica” della trama, mi sono trovata davanti ad una piacevole sorpresa. Per aprire la recensione voglio citare una frase che mi ha colpito del libro:
“Non succede a molti di morire in due modi differenti. Io avrei scoperto come ci si sente”
Proprio questa è una apertura inconsapevole dello stile l’autore, dove la sincronia tra scrittura e la trama del romanzo accompagnano il lettore in questo libro.
Ho trovato un po’ confusionarie le prime pagine, ma devo dire che man mano che procede la narrazione, tutto ha una sua logica e che quindi l’inizio era una “tattica” ben riuscita per portare il lettore ad approfondire con passione la lettura e il corso della vicenda.
Il contesto storico del libro è la New York degli anni ’40, momento in cui la guerra è passata ma ha lasciato dietro di se malavita e corruzione.
Proprio su quest’ultima si concentra il protagonista Frank Logan, un giornalista d’azione che durante la sua carriera è conosciuto per i suoi scottanti scoop e questa volta si sta per imbattere nel più grande di tutti i tempi.
Insieme a lui anche gli altri due personaggi, la fidanzata Dorothy e il poliziotto Jim portano in luce un elemento critico del libro, la parola Forse del titolo. Poiché la narrazione si snoda tra presente passato e futuro anche attraverso le amnesie dei protagonisti, a cui spesso sono sottoposti, non ricordando dettagli a volte importantissimi, l’uso dei flashback danno al lettore un utile sguardo e una giusta prospettiva sui personaggi. La trama quindi è avvincente e piena di colpi di scena e suspance, che provoca nel lettore quel senso di curiosità e ansia per poter dare un senso a tutta la vicenda.
Mi è piaciuto molto lo stile dell’autore che durante la scrittura della storia è riuscito a non dare mai per scontato nulla, al punto da dare una svolta inaspettata al finale. Tutto questo avviene quasi rapidamente ma in modo molto coinvolgente, tanto che il lettore si troverà così preso dalla vicenda, da non fare a meno di voler sapere come finisce.
Lo stile della scrittura è semplice ma curato, non ho trovato errori di ortografia o altro da rendere la lettura difficile. Lo stile narrativo è lineare e ho veramente apprezzato l’uso dei flashback che hanno creato nel lettore un legame con i vissuti dei personaggi. Mi sento di dare a questo libro 4 stelline.
AUTORE
Luca Giribone
Luca Giribone nasce a Torino nel 1975 e inizia a scrivere per diletto fino dalla più giovane età, collaborando, a partire dalla piena adolescenza e per diversi anni, con La Stampa di Savona, città dove allora risiedeva. Gli studi e gli interessi per il mondo della comunicazione di massa lo portano a Milano, dove lavora in agenzia pubblicitaria come copywriter, senza mai abbandonare la passione per la lettura e la scrittura. “New York 1941. Forse” è il suo primo romanzo, un noir a tinte forti che si sviluppa attraverso temi fantastici giocati sul rovesciamento totale delle attese dello spettatore e sui continui colpi di scena. In lavorazione ha attualmente il seguito di “New York 1941. Forse”, oltre a un romanzo basato su meccanismi similari ma che esplora il genere pienamente horror, e una complessa trilogia fantascientifica che fornisce una lettura inedita e inquietante della società contemporanea.
Appassionata di libri, soprattutto di romanzi rosa e fantasy. Mi piace immergermi in un libro e viaggiare con la fantasia. Per me la lettura è un modo per evadere dalla vita di tutti i giorni e imparare nuove cose.