Autoconclusivo
Noir
Butterfly edizioni
Aprile 2018
Ebook/cartaceo
In un angolo nascosto della Sardegna, dove il mare e la montagna si fronteggiano, due famiglie malavitose combattono una guerra senza tempo in nome di un codice antico. Vissente Degortes e il Castigliano vogliono imporre un dominio di sangue sulla provincia di Porto Sant’Andrea, spazzando via la fazione avversaria dei Corràsi. Lungo la loro strada incontrano Giovanni Fenu, un politico ambizioso fedele a un imperativo: cogliere le occasioni che la vita regala.
La discesa negli inferi della violenza più spietata. Il dovere della vendetta. I rapporti con le organizzazioni criminali nazionali, la politica in cerca di voti e la speculazione imprenditoriale senza scrupoli. In una terra che non vuole padroni e dove vale una sola regola: nessuno è intoccabile.
L’uomo motivato dall’odio arriva più lontano di quello avido di denaro.
“Melis convince per la padronanza della tecnica ma ancor di più per la conoscenza del tessuto socio-economico della Sardegna”. L’Unione Sarda
“Un romanzo ambientato in Sardegna che nulla ha da invidiare alle grandi narrazioni criminali di De Cataldo, alla serie tv Gomorra o a Il Padrino di Mario Puzo.” MilanoNera
“C’è un fascino letterario di autodistruzione, in primis, che il romanzo di Thomas Melis esercita”. Cagliari On Line
"Spiccano nella narrazione i caratteri delle donne, capaci di odio profondo e di amore totalizzante". Thrillernord
“Trama avvincente, stile incalzante. Un corsa continua verso la resa dei conti che ci fa trattenere, pagina dopo pagina, il fiato”.Vistanet Sardegna
Il giovane autore Thomas Melis, dopo il suo romanzo d’esordio “A un passo dalla vita”, edito Lettere animate e il suo Spin-off “Platino Bindato” pubblicato dalla medesima casa editrice torna a scrivere e a regalare ai suoi lettori una suggestiva trama ambientata proprio nella sua Sardegna e noi che lo abbiamo letto per voi non possiamo esimerci dal raccontarvi quali sono i tratti che più ci hanno affascinato di “Nessuno è intoccabile” edito Butterfly edizioni.
Partirei dal punto che ho preferito: l’ambientazione, mi piacciono i romanzi nostrani, ma ancora di più quelli ambientati nelle nostre località marittime, figuriamoci poi quanto posso aver adorato leggere le descrizioni scritte da Melis sulla sua Sardegna.
Affrontò l’ultima curva prima della litoranea lottando contro un sospiro. Ogni volta che quell’infinito lenzuolo blu gli si allungava di fronte provava la stessa sensazione.
La luce delle acque increspate lo rapiva, si ritrovava a cullarsi al ritmo del loro movimento quieto e ritmico, quasi in trance davanti alla perfezione inviolata dell’ecosistema costiero, alle immagini dei gabbiani che volavano a pelo d’acqua e poi risalivano con eleganza nell’azzurro più chiaro del cielo. Poesia, poesia pura.
E mi sono piaciuti i suoi racconti su quello che l’insediamento umano ha prodotto in quella terra così unica e meravigliosa.
I bacini d’evaporazione delle antiche saline dominavano il lato destro del parabrezza, riflettendo la figura delle terre che per tremila anni avevano fornito il prezioso minerale ai popoli del Mediterraneo. Erano diventate il rifugio per i fenicotteri rosa che in equilibrio su una zampa guardavano le auto sfrecciare sulla quattro corsie. Dall’altra lato dell’auto il Lido degli Angeli: una lunghissima spiaggia che costeggiava il fianco meridionale dell’area metropolitana. Un tempo era stata bianca, ricoperta da una sabbia finissima e soffice che ormai appariva solo nelle foto storiche. L’azione di ripascimento artificiale voluta dall’amministrazione comunale l’aveva violentata, cancellandone irrimediabilmente il candore originario, ma la bellezza di quello spazio fisico era più forte dell’uomo, più forte di tutto. E resisteva.
Interessanti sono i toni con cui l’autore affronta il tema della lotta tra le famiglie dei Degortes e dei Corràsi esaminando il legame che alle origini le univa e narrando di come la situazione sia degenerata e ho trovato questo estratto veramente esemplificativo per comprendere come e perché sia nata la violenta faida familiare che fa da sfondo alla storia.
Un giorno, tanto tempo fa, quando ancora non c’era stato l’alluvione, un pastore stava andando a lavorare alla sua tanca, in su sartu di Arcueras. Cammina e cammina, il pastore guarda a terra e sul ciglio della strada vede brillare un puntino tra le sterpaglie… “E cosa sarà mai quella luce che brilla?” si chiede.
“Un pezzo d’oro?” dice, parlando da solo. S’inginocchia e inizia a scavare. Scava e scava, dal fango tira fuori una lampada. Una lampada preziosa, sembra a lui, che è già contento come una Pasqua di aver trovato quell’oggetto. Pensa di tirarci fuori qualche soldo per ubriacarsi al bar. Si mette a pulirla con un muccadore e puff, dalla punta della lampada esce fuori un genio, tottu bardau, con un turbante in testa.
Il pastore lo guarda bene e pensa: “deve essere il vino di ieri notte che mi sta facendo un brutto scherzo, troppu forte”. Si ferma per qualche secondo, senza parole. Il genio, sospeso in aria, di narada: “Sono il genio della lampada, sono arrivato ad Arcueras da molto lontano, tu mi hai risvegliato e hai diritto a esprimere un desiderio. Mi puoi chiedere qualsiasi cosa, qualsiasi ricchezza, ma prima devi sapere che esiste una condizione”.
Il pastore non crede ai suoi occhi, non l’aveva mai nemmeno sognata una storia del genere, ed è curioso di scoprire quale possa essere la condizione da accettare per fare fruttare la sua improvvisa fortuna. “Eitte? Cosa devo sapere?” chiede. E il genio risponde: “Puoi esprimere qualsiasi desiderio, ma per ogni cosa che domanderai il tuo vicino di casa ne riceverà il doppio: mi chiedi una tanca di cinquecento ettari? Il tuo vicino ne avrà una di mille. Mi chiedi un gregge di mille pecore? Il tuo vicino ne avrà uno di duemila. Mi chiedi un palazzo nel centro di Arcueras? Il tuo vicino ne avrà due. Hai capito?”, chiede il genio al pastore. “Sissignore”, risponde lui. “Faremo così”, spiega, “adesso andrai a lavorare e questa sera, dopo aver nascosto per bene la lampada, tornerai a casa tua.
Penserai al mio regalo e ci dormirai su. Poi, domattina, verrai qui e mi svelerai cosa hai deciso”[…]
E così va. Il pastore torna a casa, ci dorme sopra e la mattina seguente sfrega la lampada e risveglia il genio.
Il genio gli appare da una nuvola di fumo e di faede: “Amico pastore, hai deciso che desiderio
esprimere?”. E il pastore: “Sissignore”. “Ricorda che qualsiasi cosa domanderai il tuo vicino di casa ne avrà il doppio”, lo avvisa di nuovo. “Vuoi una tanca di cinquecento ettari?”, “nossignore” risponde il pastore. “Vuoi un gregge di mille pecore?”, “nossignore” ripete. “Allora vuoi un palazzo al centro di Arcueras”, quasi grida il genio, sicuro di aver indovinato. “Nossignore, non voglio nemmeno quello”, risponde il pastore, testardo. Il genio è disperato, non riesce a capire quell’uomo. Non ne ha mai conosciuto uno simile, eppure ha girato il mondo e di gente strana ne ha vista parecchia. Alla fine
domanda: “Allora cosa vuoi? Cos’altro desideri, amico mio?”»
«E lui? Lui cosa risponde?»
«“Cavami un occhio” risponde… “Cavami un occhio”.
Adesso hai capito come nascono queste cose?».
Bella la presenza delle storie d’amore tra Benedetta e Enrique che rende veri i personaggi, mostrandoli anche nel loro lato più umano e di quella tra la mamma Aurora e il figlio Fedele.
Ma il punto che ho preferito è la cultura che fuoriesce da queste pagine, Thomas Melis ci racconta i riti, le tradizioni e le usanze di un popolo, aggiungendoci un excursus sulla crisi economica che ha investito tutta la nostra penisola e mostrando i danni che essa ha portato agli imprenditori che si sono trovati a dover affrontare una situazione disastrosa e spesso al di fuori della loro portata. Tutto questo trasmette veridicità alla narrazione e mostra che l’autore ha compiuto una grande operazione di ricerca e documentazione per riuscire a scrivere questo testo. Questo punto è ampliato dallo stile narrativo, tipico dei romanzi noir e simile a quello giornalistico e per la presenza di forme dialettali, anche se a riguardo dell’uso del dialetto devo aprire una parentesi, infatti proprio questa scelta stilistica rende faticosa la lettura.
Thomas Melis
Thomas Melis è nato a Tortolì, in Sardegna, nel 1980. Ha studiato presso le Università di Firenze e Bologna concludendo il suo percorso accademico nell’anno 2008. Nella vita si occupa di progettazione su fondi comunitari e consulenza aziendale per lo sviluppo. Ha collaborato con diverse riviste on line, dedicandosi alle analisi degli scenari internazionali e della politica interna. Per Lettere Animate Editore ha pubblicato “A un passo dalla vita”, il suo romanzo d’esordio, lo spin off “Platino Blindato” e “Nessuno è intoccabile” butterfly edizioni.
Ha esordito nel mondo editoriale nel 2016 con “Ananke” a cui sono seguiti “Artemisia” e “l’Ultima Notte al mondo”; ha collaborato a varie antologie dal titolo “Io me lo leggo”. I suoi romanzi sono tutti ambientati in Italia tra le alte cime del Piemonte e i paesaggi Pugliesi, vi troverete all’interno i valori in cui crede: la lotta per i sogni, l’amore e l’amicizia. Da più di un anno collabora attivamente con i blog LabottegadeiLibri e lubri.iCrewPlay, scrivendo articoli che ruotano attorno al mondo dei libri.