romanzo contemporaneo
Nord Editore
4 aprile 2022
ebook, cartaceo
432
Cina, 1938.
La guerra contro i giapponesi le ha già strappato il marito, e adesso minaccia di toglierle tutto. Con la città in fiamme, Meilin capisce di non avere scelta: per salvare Renshu, suo figlio di quattro anni, deve scappare da Changsha e abbandonare il negozio di antichità di famiglia.
È l'inizio di una fuga che sembra non avere mai fine, fatta di marce sfiancanti nelle campagne contese da comunisti e nazionalisti – dove anche un semplice gesto di pietà può portare alla morte –, e tentativi di crearsi una nuova vita nelle città martoriate dai bombardamenti.
Come unico ricordo e legame con tutto ciò che hanno perduto, un prezioso rotolo di seta su cui sono illustrate fiabe e leggende tradizionali cinesi. Ed è grazie a quel rotolo che madre e figlio sopravvivranno. Prima con la forza delle storie raffigurate, che Meilin racconta a Renshu nei momenti più duri per infondergli speranza e fiducia nel futuro, e poi come moneta di scambio per ottenere due biglietti per Taiwan. Ma quelle storie saranno il filo che continuerà a unirli ancora tanti anni dopo, quando Renshu, ormai cittadino americano, troverà finalmente il coraggio di condividere con la figlia il proprio passato e la storia della loro famiglia.
Tre generazioni e due continenti sono il palcoscenico su cui prende vita questo straordinario romanzo, che non solo racconta in modo unico e indimenticabile la tormentata e dolorosa storia della Cina moderna, ma soprattutto celebra il potere dei legami familiari nel percorso per costruirsi un futuro migliore e trovare il proprio posto nel mondo.
“Nella terra dei peschi in fiore” è un romanzo di Melissa Fu che narra la vita di tre generazioni di una stessa famiglia, così profondamente legate tra loro da doversi perdere per ritrovarsi.
Il romanzo inizia in Cina, nel marzo del 1938, per terminare in New Mexico, nell’aprile del 2005. In questo lungo lasso di tempo c’è la fine della Guerra Mondiale, settant’anni di storia della Cina, le problematiche sociali e culturali di Hong Kong e Taiwan, con le ripercussioni nel resto del mondo. L’Occidente non vede di buon occhio l’Oriente nella prima metà del ‘900 e gli emigrati di questi ultimi paesi faticano, spesso non riescono, ad integrarsi in Ameria.
Il romanzo è diviso in sei parti, che corrispondono ad altrettanti lassi di tempo; al loro interno i capitoli scansionano meglio gli avvenimenti narrati, avvenimenti spesso legati ad un intero popolo e non solo ai protagonisti.
Le descrizioni di Melissa Fu sono precise e d’effetto; si capisce che alla base vi è uno studio accurato e puntiglioso. In alcuni passaggi sembrerà di essere al fianco dei protagonisti a vivere quella particolare emozione, positiva o negativa che sia.
“L’interno è buio come una caverna. Quando i suoi occhi si sono abituati all’oscurità, Meilin vede che il capannone è stato suddiviso in tanti piccoli cubicoli, separati da sottili pannelli in truciolare inchiodati tra loro in modo precario. Ciascuno delimita lo spazio assegnato a una famiglia. Al posto di una porta c’è una tela cerata appesa a una corda.”
Nelle prime tre parti in cui è suddiviso il romanzo, ci troviamo in Oriente, è la fine della Seconda Guerra mondiale e gli abitanti di quei territori, martoriati dal conflitto, si devono reinventare. Interi paesi sono stati rasi al suolo e altrettante famiglie sono state distrutte; chi è rimasto, spesso, deve fuggire da un luogo all’altro per cercare una sicurezza che la patria non dà più.
È così che conosciamo Meilin, personaggio che attraversa tutto il romanzo. Una giovane madre vedova che per il piccolo di quattro anni, Renshu, farebbe di tutto, e così è. La troviamo scappare da un luogo all’altro, adattarsi a qualunque tetto di fortuna e a qualunque lavoro. Una cosa sola le è rimasta della sua famiglia: un rotolo di seta con impresse fiabe della tradizione cinese. Ama interpretare quei disegni per raccontare favole al figlio. Una donna che si è sacrificata completamente per far crescere l’unico componente della sua famiglia nel migliore dei modi. Ma si sa, sempre chi aiuta lo fa senza secondi fini e così si troverà prigioniere della sua patria.
Meilin ha un solo figlio: Renshu, che diverrà Henry. Mi complimento con l’autrice per come è riuscita a spiegare i mutamenti del carattere di quest’uomo incompiuto, che non troverà mai pace nella sua vita se non, forse e sottolineo forse, ormai da adulto. Un uomo che ha avuto una fortuna: trovarsi accanto sempre una grande donna nei momenti più difficili. Avrà una figlia, Lily, che è la protagonista dell’ultima parte del romanzo; su di lei riverserà le sue paure e le sue angosce, creando un rapporto conflittuale che, solo dopo molto tempo, si risolverà
Quanta Melissa Fu c’è in Lily?
Questa è la domanda che farei all’autrice che, al termine del libro, afferma che i personaggi sono frutto della sua immaginazione, ma hanno un percorso quasi uguale a quello dei suoi familiari.
Lily racchiude in sé i caratteri della gioventù in Cina del padre e della vita adulta dello stesso negli Stati Uniti, in particolare a Los Alamos, in New Mexico. Una ragazza che vorrebbe conoscere il suo passato, ma alla quale il genitore non vuole dare risposte; lei si sacrificherà per accontentarlo, ma ad un certo punto capirà che non può annullarsi per il bene di altri. Lily è l’anello di congiunzione tra due popoli che non riesce a capire perché è tenuta all’oscuro da quello che è successo in Cina dagli anni ’40 del ‘900. Nemmeno l’unico incontro con la nonna le sarà d’aiuto per capire.
Una ragazza caparbia che col tempo riuscirà a trovare il suo passato… davanti a una nuova tenuta di peschi in fiore.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
Leggo per diletto qualsiasi genere; è sempre stata una mia grande passione. Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!