
saggio, politica
Lindau
31 ottobre 2019
Cartaceo, Ebook
365

Tutto quello che la gente sa sul cosiddetto «caso Moro» si basa in gran parte su una ricostruzione dei fatti frutto di un compromesso volto a formulare una «verità accettabile» sia per gli apparati dello Stato italiano, sia per gli stessi brigatisti.
Le verità finora «non dette» emergono invece da quattro anni di lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta Moro 2 che ha chiuso i suoi lavori nel dicembre 2018. Migliaia di documenti desecretati dagli archivi dei servizi segreti italiani, nuove prove della Polizia scientifica e dei RIS dei Carabinieri, centinaia di nuove testimonianze, permettono finalmente di «ristrutturare il campo della conoscenza» di questo grande delitto della storia italiana, paragonabile, nell’età contemporanea, solo al caso Matteotti.
Una sterminata serie di nuovi elementi (non teorie cospirative) permettono di dare «una nuova forma» agli avvenimenti dei 55 giorni del sequestro e a quello che finora ne sapevamo e fanno emergere uno scenario internazionale del delitto (dal Cile al Nicaragua) che i brigatisti hanno sempre negato.
Il Muro di Berlino, ai tempi del rapimento di Moro ancora solidamente in piedi, si era trasformato in Italia in un muro di specchi che ha impedito di vedere la più grande operazione «segreta» concepita nel corso della Guerra Fredda. Ma ecco qualche esempio di quanto si è accertato. Almeno due terroristi della Rote Armee Fraktion, la formazione terroristica tedesca gestita dalla Stasi (il servizio segreto della Germania Est), erano in via Fani. Un insolito caffè, posto all’angolo della strada dove avvenne l’agguato, era al centro di un vasto traffico d’armi con il Medio Oriente e con la criminalità organizzata. La prima prigione di Moro era nell’attico di una palazzina dello Ior, la banca vaticana. Secondo le nuove perizie, l’omicidio ben difficilmente è potuto avvenire nel box di via Montalcini 8 così com’era nel 1978. Invece, secondo convergenti testimonianze, Moro fu ucciso nei pressi di via Caetani, in «una cantina di un’ambasciata che adesso lì non c’è più». Fu un imprenditore israeliano che fornì i 10 miliardi del riscatto consegnati a Paolo VI. Le fazioni palestinesi giocarono un pesante ruolo nella trattativa, e il principale protagonista di essa venne ucciso a Berlino Est. Durante il sequestro passarono alle BR documenti top secret della NATO.
Quanto basta, evidentemente, per delineare un contesto nuovo e sconcertante.
16 marzo 1978, alle 9,02, il presidente della DC, Aldo Moro, viene rapito, all’angolo tra via Mario Fani e via Stresa, da un commando delle Br, che uccide i 5 uomini della sua scorta. Dopo 55 giorni di prigionia, durante i quali il governo Andreotti si rifiuta di trattare con i terroristi, il 9 maggio 1978 il corpo senza vita di Moro viene trovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani.
In quello stesso giorno, Giulio Andreotti avrebbe dovuto ottenere la fiducia per un nuovo governo in cui, per la prima volta, sarebbero stati presenti anche i deputati del Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer.
L’omicidio di Aldo Moro è la chiave di lettura per capire la lotta armata in Italia e anche ciò che vi stava dietro e che veniva da molto lontano negli anni. Il libro analizza, indaga, studia la documentazione dei diversi processi e numerose indagini parlamentari sul ‘caso Moro’.
Le verità finora ‘non dette’ emergono da quattro anni di lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta Moro2, che ha chiuso i suoi lavori nel dicembre 2018.
Migliaia di documenti desecretati (ad eccezione di alcuni, per indagini ancora in corso) dagli archivi dei servizi segreti italiani, prove della Polizia e dei RIS; centinaia di testimonianze permettono di aprire “il campo della conoscenza” di questo terribile delitto della storia italiana, paragonabile solo al caso Matteotti.
Maria Antonietta Calabrò e Giuseppe Fioroni ripercorrono parte della storia italiana e internazionale con una precisione, possiamo dire, maniacale. Pagine e pagine di cronaca, date, luoghi, nominativi; un andare e venire tra passato e presente, con una scrittura semplice, scorrevole che porta il lettore in una intrigata rete, fatta di tesi, elementi, prove, per mettere in luce molti particolari e far capire la nuova sconcertante verità sulla fine dello statista democristiano.
Ovviamente, una lettura appassionante per chi, come me, ha vissuto e ricorda quei giorni; sicuramente interessante per chi conosce poco l’Affaire Moro.
Certamente, consiglio “Moro. Il caso non è chiuso” ai più giovani per capire gli intrecci tra politica, terroristi e apparati dello Stato più o meno deviati; per capire il compromesso che avrebbe portato ad una ‘verità accettabile’ sia per lo Stato italiano che per i brigatisti.
La nuova inchiesta porta alla luce anche il coinvolgimento del Vaticano e dei gruppi palestinesi.
“La vicenda di Moro non fu per Paolo VI una tragedia ufficiale e politica, ma anche umana e personale. Un dramma destinato ad accelerare la decadenza psicofisica del Pontefice che morirà il 6 agosto 1978 proprio a Castel Gandolfo, la villa pontificia segnata da quella sciagura.”
“Il 4 febbraio 2018 l’Espresso pubblica un’inchiesta sui diari segreti di Yasser Arafat ex leader palestinese dell’OLP. Tra le altre cose Arafat parla del patto segreto in cui sarebbe stato Andreotti la figura chiave; un accordo tra servizi segreti palestinesi e il Governo Italiano per evitare che avvenissero attacchi terroristici in Italia, anche se il rapimento di Moro non si è potuto o voluto evitare.”
Il filosofo greco Platone scrisse che i creatori di favole governano il mondo.
Favole e disinformazione sono state uno degli aspetti meno scandagliati e noti del caso Moro. Consideriamo che ci sono legami con la struttura Gladio, con l’uccisione di Pecorelli, Tobagi, Guido Rossa. Collegamenti con il Banco Ambrosiano, Calvi, Licio Gelli, il Nicaragua.
Insomma, una luce in fondo a questo tunnel, all’interno del buco nero della nostra PseudoDemocrazia.
Alla fine del libro è, inoltre, presente una cronologia molto accurata che va dal 1978 al 2019.
Ricordate anche voi quel periodo?

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.