Saggio
Infinito Edizioni
1 settembre 2023
Cartaceo, Ebook
100
Conoscere e raccontare la Moldova significa viaggiare attraverso una macchina del tempo che trova le sue origini nell'antica Bessarabia, crocevia degli imperi russo e ottomano; passa attraverso la caduta dell'Urss e la successiva occupazione russa della Transnistria e fa tappa, il 24 febbraio 2022, con l'invasione dell'Ucraina, che ha improvvisamente svegliato un Paese ai margini dell'Europa e lo ha portato di peso sul palcoscenico del mondo.
Da sempre considerata terra di confine, la Moldova è il nuovo Sud del mondo ma anche il laboratorio dell'Europa, nemesi del Novecento e dei suoi tanti nodi ancora irrisolti.
"Il libro di Salvatore Giuffrida ci offre uno sguardo approfondito su un lembo di Europa solo apparentemente periferico. La credibilità del processo di integrazione europea passa anche da Chişinău, piccola capitale dove si incrociano i destini del vecchio continente". (Paolo Bergamaschi)
“La Moldova, da sempre considerata terra di confine, è il nuovo sud del mondo ma anche il laboratorio d’Europa, nemesi del Novecento e dei suoi tanti nodi ancora irrisolti”
La guerra in Ucraina ha portato improvvisamente la Moldova sul palcoscenico del mondo. Nella prima fase del conflitto, il Paese ha rischiato più volte di essere coinvolto nelle operazioni militari. Rimane ancora da risolvere la questione della Transnistria, la regione separatista presieduta dalle truppe russe.
“Si chiamano – conflitti congelati – Sono quelle guerre che rimangono irrisolte anche dopo la fine dei combattimenti e che possono riaccendersi in qualsiasi momento”.
La Transnistria è un esempio perfetto. Questa regione filorussa della Moldova, che ha operato una secessione nel 1992 e ha vissuto una guerra breve, convive da tre decenni con circa 1500 soldati russi sul suo territorio. La Moldova, un’ex repubblica sovietica, popolata da meno di tre milioni di persone, cerca faticosamente di costruire la sua democrazia e di tracciare il suo cammino verso l’Europa, stretta tra l’Ucraina e la Romania.
Dall’inizio del conflitto in Ucraina, l’autore Salvatore Giuffrida si è recato più volte in Moldova per effettuare reportage e raccogliere materiale per scrivere un libro. Viaggiare, come il nostro autore, ci permette di conoscere culture e tradizioni diverse dalla nostra scoprire nuovi modi di pensare e vivere la vita. Il che ci aiuta a guardare il mondo da una prospettiva diversa. Giuffrida, con il suo viaggio, vuole raccontare la sfida della piccola ex repubblica socialista sovietica alle prese con la fine della transizione dal regime comunista, il conflitto in Ucraina e il percorso per entrare nell’Unione Europea. Una sfida che non riguarda solo la Moldova, paese culturalmente affine alla Romania, ma tutta l’Europa.
Giuffrida è obiettivo e imparziale. Presenta i fatti in modo accurato, con una ricerca approfondita di informazioni attraverso interviste e testimonianze, un’analisi critica dei fatti, cercando di comprendere le cause e le conseguenze della situazione critica della Moldova.
Parlando con i moldavi l’impressione è netta. Nonostante la classe politica, il futuro prossimo del Paese è nelle mani di questi trentenni e quarantenni, intervistati da Giuffrida, che negli ultimi venti anni hanno sognato di essere europei e hanno rischiato di smettere di crederci, schiacciati dalla ‘cleptocrazia al potere’. Salvo recuperare speranze con la guerra in Ucraina, che potrebbe rappresentare la volta buona per avvicinarsi davvero all’Occidente.
Gli intervistati dal nostro autore sono i nuovi europeisti, atlantisti, laureati, specializzati con master a Bruxelles, Parigi o a Milano, capaci di tessere rapporti stretti con i deputati del parlamento UE, di fare attività di lobby, di seguire corsi di aggiornamento e di formazione negli USA e di mantenere legami sempre più forti con i moldavi della diaspora.
“La mia generazione ha lottato per portare il nostro Paese a diventare moderno come l’Occidente, ma se non ci fosse stata la guerra in Ucraina credo che i nostri sforzi sarebbero stati vani”. Così parla Olga, che fa parte di quella ristretta classe dirigente moldava, che avrebbe dovuto prendere per mano il Paese e portarlo a diventare la Svizzera dell’Est Europa.
Così non è stato, perché il passaggio della Moldava dall’URSS all’indipendenza e la sua transizione dal comunismo alla democrazia sono costellati di polemiche politiche, indecisione fra est e ovest, scandali legati alla corruzione e tendenze oligarchiche.
Ha ragione, Olga: è stata la guerra in Ucraina a prendere per mano un Paese dimenticato e relegato in un angolo dell’est europeo come la Moldova e a portarlo sul palcoscenico del mondo, accendendo le luci e forzando il suo ingresso nel club dell’Europa che conta. Un’opportunità, ma anche una sfida per chi deve fare ancora i conti con se stesso, affrontare i suoi dossier irrisolti, capire i suoi valori.
“La prospettiva dell’integrazione europea, fissata per il 2030, fa in modo che la popolazione moldava si consegni direttamente alla Divina Provvidenza, come del resto è sempre successo. In Moldova si può capire la paura e la disperazione di un popolo cuscinetto quasi abbandonato a se stesso. I moldavi sono consapevoli che devono trovare una via per arrivare alla fine della guerra nell’Est Europa. Consapevoli che il loro futuro, come il loro passato, sarà comunque segnato dall’ombra della Russia”.
4 stelle ⭐⭐⭐⭐☆
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.