Trilogia della rosa blu #2
Giallo
Fanucci
2022
ebook, cartaceo
512
Tom Pasmore ha quasi perso la vita in un incidente d’auto sull’isola di MillWalk. Le ferite riportate lo hanno costretto a casa per più di un anno, periodo in cui trascorre molto tempo leggendo romanzi polizieschi. E per qualche oscura ragione, il suo bizzarro vicino di casa, l’anziano di nome Lamont von Heilitz, sembra interessarsi a lui.
Quando Tom fa davvero conoscenza con von Heilitz, la sua vita comincia a cambiare lentamente. Scopre infatti che questo vecchio è stato un detective molto famoso il cui soprannome era “l’Ombra” e che sembra voglia coinvolgerlo in alcune piccole indagini. Sarà da quel momento che ogni cosa assumerà un diverso significato…
“Un giorno di giugno verso la metà degli anni Cinquanta, Tom Pasmore, un bambino di dieci anni con la pelle dorata come se fosse venuto al mondo già abbronzato, saltò giù dal carretto del lattaio e si ritrovò in una parte di Milk Walk che non aveva mai visto prima.
A svegliarlo assieme alle urla che provenivano dalla camera di sua madre era stato un senso di impellenza, di imminenza, che gli era rimasto addosso per tutto il giorno, rendendolo nervoso e smanioso, e quando alzò la mano per ringraziare il lattaio questa sensazione si intensificò, come una luce accecante puntata negli occhi.” – Mistery
Anni ’50. In una piccola isola ad est di Portorico, Millwalk, Tom Pasmore vive assieme alla sua famiglia, con una madre un po’ depressa e un padre dispotico e burbero. È considerato un ragazzino strano poiché non è molto integrato e ama leggere e studiare. Un giorno, preso da una smania strana, un impulso fortissimo che gli viene da dentro e che è inspiegabile, viene preso sotto da una macchina e subisce gravi fratture.
Durante la sua lunga convalescenza, gli fa visita il vicino di casa, Von Heilitz, un uomo di cui Tom aveva sempre avuto timore perché, forse, considerato da tutti un dandy ancora più strano di quanto considerassero lui. Il vicino gli dice di andarlo a trovare dopo che sarà guarito. Tom esegue l’ordine: il giorno in cui si ritrovano insieme, Von Heilitz gli racconta di essere “L’Ombra” ossia, come si definisce egli stesso, un dilettante del crimine, in quanto nella sua vita ha risolto moltissimi omicidi come detective privato collaborando anche con la polizia.
“Lei mi ha detto che Arthur Thielman lasciò la pistola sul tavolo vicino al pontile, e che Anton Goetz la prese e sparò a Jeanine Thielman alle spalle, da dieci metri di distanza. Come faceva a sapere che l’arma era difettosa? Non è una cosa che si può capire a colpo d’occhio, giusto?”
Von Heilitz abbassò di nuovo le gambe e si sporse sopra il tavolino. Allungò una mano per dare a Tom una stretta sorprendentemente vigorosa e scoppiò a ridere.
“Quindi non mi sono perso niente?”
L’anziano gli stava ancora stringendo la mano.
“Tutt’altro. Hai trovato l’elemento mancante, semmai” – Mistery
Solo un caso gli è rimasto da risolvere e chiede per questo aiuto a Tom che scopre essere un ragazzo intelligente e sagace: nel 1925 era stata trovata morta la moglie del miliardario Thielman, Jeanine, e sebbene avessero alla fine incolpato una guida del posto, L’Ombra non è mai stato convinto di quel colpevole e ha sempre nutrito grossi dubbi sul marito.
I due detective, l’anziano Von Heilitz e il giovane Tom, si ritrovano così assieme, sempre più uniti, per portare a galla la verità che, ovviamente, nasconde dei misteri sempre più fitti e una soluzione quasi introvabile.
Quando ho cominciato “Mistery” mi era sfuggito che Peter Straub avesse collaborato in varie occasioni con Stephen King per la scrittura a quattro mani di molti romanzi; ma, leggendo il libro, mi sono resa anche conto del perché Straub non sia celebre quanto il Re dell’horror: “Mistery” è un’opera lenta, troppo pretenziosa nel lessico e nel periodare per potersi ritenere un buon giallo.
I romanzi gialli, infatti, devono avere uno stile molto asciutto ed evitare la continua incursione del flusso di coscienza: leggendo, invece, questo libro mi è capitato di dimenticare i fatti di capitolo in capitolo, dovendo sempre riprendere la lettura un po’ prima di dove l’avevo lasciata.
Bellissima, però, l’ambientazione caraibica, con queste strade sterrate e deserte dove corrono lenti i carretti e le carrozze trainate dai cavalli: una povertà assoluta, rischiarata da un sole cocente che decisamente permette di calarsi nei luoghi.
“Il signor Von Heilitz guardò Tom con un’espressione che il ragazzo non riuscì proprio a decifrare. “Avrebbe dovuto essere un momento di trionfo per me. Avevo capito di che cosa ero capace. Avevo scoperto qual era la mia vocazione. Ero un investigatore a livello dilettantistico, un dilettante del crimine, per l’appunto. Ma quel trionfo mi ha lasciato quasi subito l’amaro in bocca. È diventato uno scandalo. Nei mesi tra l’arresto e la condanna, l’assassino che avevo incastrato non ha fatto altro che parlare. Ha implicato mio padre nel suo omicidio.”
L’introspezione rimane sfuggente: sì, ci sono molti flussi di coscienza, però, Straub non si addentra mai troppo nella psiche, non almeno in un modo costruttivo per affezionarsi ai personaggi.
Certo, il protagonista assoluto è Von Heilitz che batte tutti in quanto a personalità e carisma e che, purtroppo, fa ombra agli altri che rimangono relegati sullo sfondo, privi di significato.
La costruzione dell’intricato giallo, poi, è completamente errata: tutta la prima parte (parliamo di più di cinquanta pagine) è dedicata alla convalescenza di Tom e una seconda parte, invece, rappresenta la conoscenza tra l’Ombra e il ragazzo.. .il mistero del titolo, quindi, viene relegato alla fine e anche questo penalizza molto il romanzo.
Diciamo che, come in tutte le opere, ci sono dei lati positivi ma la narrazione poteva essere migliore e sicuramente più dinamica e incalzante.
Inoltre, nonostante abbia scoperto che “Mistery” sia il secondo volume della trilogia della rosa blu, deve far parte di una serie con romanzi autoconclusivi perché non ci sono riferimenti precedenti o altro che faccia pensare ad un prequel, meglio così altrimenti mi sarei forse trovato peggio nel leggerlo!
E voi, avete mai provato a leggere un romanzo di Peter Straub?
Nella vita mi occupo di Digital ma la passione per i libri mi accompagna fin da bambina. Prediligo i romanzi introspettivi che fanno pensare e strappano qualche lacrima ma non leggo mai romanzi d’amore: l’amore deve essere vissuto.