noir
Fratelli Frilli Editori
29 luglio 2022
Cartaceo, ebook
320
Don Rocco Alfieri non è più quello di un tempo, i pensieri lo stanno tradendo e dal suo feudo nell’hinterland sud di Milano sta perdendo il controllo sugli affari criminali della Società.
Il figlio prediletto Domenico, detto Micu Bang Bang, si trova in carcere; il secondogenito, Antonino, non è pronto per ereditare il bastone del comando. Poi ci sono i Procopio, la cosca satellite relegata da generazioni a fare il lavoro sporco, che cerca di alzare la testa alleandosi con la mafia albanese e la mala egiziana. Filippo Barone è un consulente milionario. Ripulisce denaro, pilota appalti e fa da cerniera tra il mondo di sotto, dove si muovono grandi casati malavitosi e narcotrafficanti internazionali, e quello di sopra, popolato da ricchi imprenditori, senatori corrotti e broker senza scrupoli. Barone vive una torrida storia con Bianca Viganò, una modella e influencer dai lunghi capelli castani, legata profondamente all’amico d’infanzia Leonardo Ferrari, un bravo ragazzo di quartiere che spaccia cocaina tra le panchine di Piazza Prealpi. Il loro mondo non cambia mai.
Li tiene uniti in una tragedia moderna e senza pietà, dove nessuno si salva e dove, dai grattacieli di CityLife ai nightclub di Corso Como, si sovrappongono i mille volti della criminalità multietnica di Milano, i sogni di successo dei ragazzini cresciuti ascoltando trap nei casermoni popolari della periferia, gli affari sporchi dei faccendieri che muovono milioni di euro dagli uffici open space con vista sul Duomo.
Tutti insieme, nell’amore e nell’odio, accomunati da un unico destino. Perché il mondo non cambia, ma l’Apocalisse è alle porte.
Cari lettori, oggi vi presento un Super Noir: “Milano. Il mondo non cambia” di Thomas Melis, Frilli Editori.
Il sottotitolo è esplicativo: “Omicidi, politica, criminalità sotto la Madonnina”.
Thomas Melis ci mostra il lato nascosto, quello più dark, della “Milano da bere”; la Milano “della moda, del design e dei bamba”; o, forse, è tutto alla luce del sole, ma si preferisce volgere lo sguardo da un’altra parte?
Certamente, questo romanzo, decisamente ben scritto, ci mostra tutto quello che non vorremmo sapere. Tematiche forti e personaggi che vi faranno rabbrividire.
“Micu conosceva la verità, sapeva che il mondo smette di girare per chi dorme dietro le sbarre”
Tutto ebbe inizio negli anni ’60, quando le famiglie calabresi di Don Rocco Alfieri e Don Peppe Procopio decisero di partire per conquistare il Nord, entrando nel giro degli stupefacenti, delle costruzioni e dei sequestri di persona.
Inizialmente, lo scettro della Onorata Società spettò agli Alfieri; ma si sa, i mafiosi si muovono come se stessero facendo una partita a scacchi. I nemici sono sempre in agguato per fare scacco agli avversari.
L’alleanza tra le due famiglie viene stretta e regolarizzata dal matrimonio tra Domenico Alfieri, detto Micu Bang Bang e Rosa Procopio.
Essendo il primogenito, Micu sarà il prossimo capobastone. Pur essendosi diplomato a Milano, resta fortemente legato alla sua terra d’origine. Sua moglie Rosa, la nuora prediletta di donna Caterina, la sua figghia, ha nel sangue il successo, la devozione, l’onore e il rispetto per la Famiglia.
Sono i degni eredi dell’anziano Don Rocco, detto u’ Fantasma per la sua capacità di rendersi invisibile. Don Rocco era il boss indiscusso della Lombardia, una fra le strutture criminali più importanti del Nord. Tuttavia, ormai è affaticato, indebolito, vive in una fortezza blindata. Il potere, divenuto troppo grande negli anni, ora sta sfuggendo al suo controllo.
Da quanto tempo Don Rocco è diventato “il capo di tutto e il capo di niente?”
Il fratello di Micu, invece, Antonino, detto u’ Dottori, è considerato un “mezzo cristiano”. Laureato in Economia alla Bicocca, parla e capisce il dialetto milanese. Fa parte della nuova generazione di mafiosi: per suo padre “nella società conta chi spara”, per il secondogenito “Ca’ Supra certi fatti non si risolvono finendo i giorni alla gente”.
Antonino e sua moglie Giulia sono i personaggi migliori del romanzo. Quelli che vorrebbero cambiare la situazione e dare una speranza e un futuro migliore al loro bambino.
È davvero possibile abbandonare le attività della ‘ndrina, incrementando gli affari puliti e legali?
Da questa situazione di fragilità, emergeranno altre famiglie che “hanno piombo da invadere il Medio Oriente.” Nella Società è pericoloso passare di moda, perché significa “messe cantate e fiori sopra le bare.”
“Don Rocco è cosa ’e pensione, Micu Bang Bang dorme all’hotel a sbarre e u’ Dottori si è messo a suonare una tarantella che non è la sua.”
Thomas Melis ci presenta un vortice di personaggi che si susseguono nella malavita milanese. Come i sinti che “gestivano i furti d’auto, il traffico d’oro rubato (…) la distribuzione della cocaina. Tra montagne di rifiuto, camper di lusso e carcasse di smart bruciate”… Quei giovani sinti, con collane d’oro al collo e diamanti nei canini, che non si fidano di due gagé come Manny e Carlito perché non sono romanì. Gagé cresciuti nei palazzi fatiscenti di via Ardissone, in appartamenti di trentacinque metri quadri occupati abusivamente. Ragazzi che fumano “torce”, indossano jeans strappati e pesanti collane.
Ragazzi come Nicholas, detto Carlito, e Leonardo, il Manny, che sperano, componendo trap, di avere milioni di visualizzazioni su YouTube. Provano e riprovano le barre che
“li avrebbe riempiti di love, macchine sportive e gafi pazzesche (…) Fame e casanza. Loca e ignoranza. Da sbarbati guardavamo le vetrine Ora ferro in tasca, love e rapine”.
La difficoltà maggiore, per me, è stata quella di capire il linguaggio giovanile. È tutta una girandola di: love, brother, chica e questi sono termini semplici. Ma poi si parla di barella, pussy, zanzino, gadro, bebecite, gafi… forse sono un po’ troppo boomer per comprendere tale linguaggio!
E voi, cari lettori, avete familiarità con le espressioni della trap?
In tutta questa atmosfera noir, riusciamo anche a sorridere quando l’autore fa parlare alcuni suoi personaggi in dialetto, specialmente quello milanese che è alquanto fiorito: “Sem minga chi a fa balà la scimmia”.
Uno di questi è il mio “cattivo” preferito: stiloso, cinico, privo di scrupoli. È Filippo Barone. Vive in un attico sulla Darsena. Indossa giacche a doppiopetto, camicie bianche e cravatte color Borgogna.
Qual è il suo obiettivo? “Agire da ponte tra gli interessi di due mondi apparentemente lontani e aggiungere zeri ai conti correnti intestati a società fiduciarie, con sede a Londra, che proteggevano il suo grano nelle banche delle isole Cayman”.
È un uomo che non ha padroni, ma risponde solo al Dio Denaro e a chi stacca l’assegno più sostanzioso. Anche la fidanzata deve essere all’altezza: Bianca Viganò, una influencer da due K al mese.
In questo romanzo tutto ruota intorno alla criminalità organizzata: dalle discariche abusive, alla ristorazione, agli appalti truccati, alla prostituzione, alla droga. Minorenni reclutati dai faraoni, gli egiziani, per vendere i nuovi oppiacei sintetici. E non dimentichiamoci di quel flusso inarrestabile di denaro rappresentato dagli “abbronzati” che arrivano dall’Africa. “Ospedali e accoglienza, malati e negri” rappresentano “l’oro e il petrolio del ventunesimo secolo”.
Verso la fine del romanzo, Melis cala l’asso di quel virus polmonare che, inizialmente, ha bloccato in casa sessanta milioni di cinesi. Mascherine, lockdown, ambulanze e una Milano deserta: “L’era minga normal.”
“È tutto too much, chico!”, per dirla con le parole di Bianca Viganò.
Questo virus, silente e pericoloso, ricorda molto il modo che ha la ‘ndrina di infiltrarsi e di contagiare anche le aziende più solide. Rappresenterà il nuovo investimento della Onorata Società?
Di certo, il tempo passa, i nomi di chi controlla le zone e i giri di droga cambiano, il controllo passa di mano ma, ricordatevi, che non scompare. D’altronde, sostanzialmente “il mondo non cambia.”
Ringrazio l’autore, Thomas Melis, e la CE, Fratelli Frilli Editori per avermi inviato una copia del romanzo.
Grazie Thomas della fiducia!
Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.