
Narrativa contemporanea
Newton Compton
13 giugno 2022
cartaceo, ebook
222

Due amanti, l’arte e l’amore: il perfetto connubio di finzione e passione
Una grande storia di passione e di arte, che si anima come in un tableau vivant
Un vecchio professore di estetica e storia dell’arte, in pensione già da un po’ ma ancora attivo negli studi. Una bella ragazza dai capelli scuri, lontana dal mondo delle belle arti, che a dispetto di tutto nutre per quest’uomo di cinquant'anni più di lei un’irrefrenabile attrazione.
La voce narrante di “Mettiti in posa” di Manuela D’Aguanno, edito Newton Compton, è quella di un settantacinquenne, detto Prof., per il quale sembrerebbe difficile immaginare un trasporto passionale da parte di una ragazza di ventitré anni. Ma, togliendo qualsiasi forma di pregiudizio o tentativo di truffa o estorsione, rimane una storia d’amore in cui l’arte rende possibile tutto e supera qualsiasi barriera sociale sul tema della coppia asimmetrica, caratterizzata da una importante differenza di età.
“Poi di colpo lei non è più lei. Non la fulva Nanà dipinta da Manet che avevo riconosciuto. Si volta, mi guarda e ha gli occhi gialli, e i capelli si sciolgono da soli mentre li accarezzo, ma non sono riccioli biondi, sono lunghi fili neri, mentre vi penetro con tutta la faccia e mi ci perdo come tra le frange di una tenda. Alghe sotto l’acqua. E quando schiude le labbra vedo quel difetto nel sorriso, quei bianchi incisivi sovrapposti. E ride la nuova Nanà. Arriccia le labbra e diventa con rapide pennellate la ragazza di Gauguin” – Mettiti in posa
Lei è Giulia e lavora come cameriera in un bar; lui è semplicemente il Prof., un professore di storia dell’arte in pensione, il quale frequenta ormai quotidianamente il bar. Il Prof. vede in Giulia una rappresentazione di donna del celebre Gauguin, ma anche dell’impressionista Edgar Degas, e ne ammira le forme seguendo i suoi movimenti. Per lui, Giulia è un’opera d’arte.
La giovane ragazza è molto attratta da quest’uomo di cinquant’anni più grande di lei e, approfittando del consueto cappuccino quotidiano, glielo fa capire con modi gentili e frasi cortesi. Inizialmente, il Prof. pensa di essersi immaginato tutte queste attenzioni da parte di Giulia e un po’ ci fantastica su, chiedendosi come potrebbe interessarsi a lui una bellissima ragazza di vent’anni, costringendosi ad allontanare qualsiasi forma pensiero di un possibile interesse.
Per lui, questa inconsueta e nuova situazione è vissuta come una rappresentazione artistica, con una frenesia quasi irragionevole, come in un rinomato dipinto nel quale si ritrova proiettato. Nonostante tutto, combattuto tra la bellezza e la quiete che lo circonda e la propria coscienza che tenta di strapparlo via da quello che sembra un dolce incantesimo, il Prof. sceglie di abbandonarsi al flusso incantatore fino a scontrarsi con l’inevitabile gelosia che colpisce chi si addentra nel complicato universo del cuore. Gelosia a tratti ridicola e fuori luogo. Ma si sa, l’innamoramento trascina chiunque nella logorante trappola della rivalità e nel passato altrui, nella grottesca insicurezza tormentosa; ma finché non vi precipitiamo non ce ne rendiamo purtroppo conto. Non è così?
Con uno stile elaborato e nel contempo scorrevole, Manuela d’Aguanno ci conduce nel prestigioso mondo artistico di un anziano signore, amante dell’arte e della bellezza, che riempiono la sua vita e la sua casa che risulta essere un museo.
Più che un racconto, “Mettiti in posa” è un’ode all’amore e all’arte colma di erotismo raffinato, narrata in modo fluido, elegante. Il testo si presenta tra momenti onirici e realtà, affinché questa insolita passione prenda una forma garbata e “musicalmente” accolta dal lettore. Ogni suo amplesso con la giovane Giulia porta il Prof. nel mondo dell’arte. Ed ecco che Giulia prende le sembianze di una sua creazione, una sua opera d’arte: lui è creatore, lei la sua Venere, il suo capolavoro. Ma come ogni storia d’amore, la loro ha i propri fantasmi da combattere, i propri malesseri da curare, dai quali difendersi perché non si trasformino in amore malato e tormentato.
Una storia di passione riflessa nel mondo dell’arte. Una passione che abbatte ogni barriera sociale, non solo per quanto riguarda i noti fatti di raggiro ma anche per una ragione forse più futile: l’estetica; la banale abitudine di valutare se esteticamente una coppia sia ben assortita o meno… Una tematica che ha ancora tantissima strada da affrontare. Viene ancora difficile pensare che una persona molto giovane possa essere attratta sessualmente da una pelle rugosa e non più tonica. Difficile aspettarsi che una ventenne possa invece vedere più in là della fisicità.
Con grande capacità, l’autrice descrive in modo minuzioso e perfetto ogni gesto dei due protagonisti, ogni emozione e stato d’animo, in modo da coinvolgere totalmente il lettore. Anche l’ambiente circostante è citato in modo impeccabile.
I momenti introspettivi del Prof. rappresentano la concretezza di questa sua nuova e inattesa realtà, ma rallentano e penalizzano inevitabilmente il ritmo del racconto.
I dialoghi, specialmente tra i due personaggi principali, sono espressi in modo molto attuale con frasi che ognuno di noi nella vita avrà sicuramente pronunciato
Una trama che racchiude un argomento atipico: la notevole differenza di età in una coppia, nella quale non tutti possono identificarsi, è costruita particolarmente su riflessioni e dubbi da parte del protagonista, che interrompono frequentemente l’azione del percorso narrativo, rendendolo abbastanza tedioso. Un’altra tematica trattata in modo mite è la diversità culturale nelle relazioni sociali e nella coppia… difficili da sormontare; però non dobbiamo dimenticare che queste diversità non sono poi così rilevanti, anzi… rischiano di farci perdere di vista l’essenziale.
Beatrice Castelli

Béatrice Castelli vive a Torino, cresciuta a Parigi fino all’età di 17 anni, coltiva sin dall’età di otto la passione per la lettura e quella della scrittura.
A dieci anni leggeva Crime et Châtiment di Dostoïevski, preso per caso dalla fornitissima biblioteca di suo padre, senza sapere ancora nulla di questo scrittore.
A 17 anni, con tutta la famiglia si stabilisce in Italia a Torino, dove dovette imparare l’italiano. Lo studio per la letteratura italiana l’appassiona in fretta, come da piccola per quella francese, iniziai così a scrivere pensieri in entrambe le lingue.
Ha frequento l’interpretariato di Torino con il desiderio di tradurre libri per la sua casa editrice preferita: l’Adelphi. Purtroppo incontra sul suo cammino molte difficoltà per arrivarci e così si ritrova a tradurre testi tecnici per nulla entusiasmanti…
L’amore per la scrittura l’accompagna da sempre. Non avendo mai nessuno a chi confidare i suoi pensieri, scrive per se stessa. Ha pubblicato, per due case editrici, poesie d’amore in due diverse raccolte, una per Segnidartos l’altra per Rupe Mutevole Ed. e una favola per bambini sempre per Rupe Mutevole. In alcuni siti letterari ha pubblicato inoltre dei racconti brevi.
In questo momento ha un romanzo già ultimato nel cassetto.