
Narrativa contemporanea
Famiglia Cristiana
1998
Cartaceo
241

In un'atmosfera magica, odorante di alghe e sale, Jorge Amado mette in scena nel porto di Bahia le miserie di Guma e degli altri poveri barcaioli , che a bordo dei loro saveiros per guadagnarsi il pane , solcano il mare e sfidano perennemente la dea Madre Jananìa, signora delle acque, amante ,madre e assassina allo stesso tempo. L'esistenza umana, con le sue passioni, ostacoli e infelicità, viene magistralmente stesa al sole come la rete di un pescatore e offerta ai lettori che possono apprezzarne gli "strappi" (la fatica, la malattia, l'ingiustizia sociale, l'infedeltà) e i suoi rifinimenti (l'amore, il fascino della natura, la solidarietà). Guma lascerà la sua giovane sposa Livia in balia del futuro, e lei, ereditato da lui per mezzo dell'amore il senso di lotta e la passione per il mare, continuerà a farsi trasportare dalle acque verso un mondo migliore.
“Dal mare vengono la musica, l’amore, la morte.”
RECENSIONE
Sentire raccontata da Jorge Amado la storia del barcaiolo Guma e della sua giovane sposa Livia e degli altri abitanti del porto di Bahia, è come sentirla raccontata da un marinaio in carne ed ossa, con la sua chitarra, in una notte di Luna piena quando, la Madre D’Acqua, Jananìa, stende i suoi capelli d’oro sulle acque marine. Il lettore resterà piacevolmente vittima dell’incantesimo esercitato dalle leggende narrate: prime fra tutte quella di Jananìa, la madre-sposa dei marinai, che prima o poi, durante una tempesta li strapperà alla vita. Le leggende divine si confondono con quelle umane: uomini del porto che si sono distinti per particolari atti eroici diventano personaggi leggendari, come accadrà a Guma. Amado comunque è ben lungi dal confezionare un mondo puramente fantastico. L’autore, come testimonia la sua attività politica, ha i piedi ben saldi nella terra della crudele realtà, dove i barcaioli sono sottopagati e destinati a morire nel mare, i bambini costretti a lavorare, e le donne a vivere nell’ansia di non veder più tornare i propri amati da un viaggio a bordo dei loro saveiros. Mar Morto è anche, quindi, un libro denuncia della triste condizione umana. La vita di Guma ne è un esempio: lasciato infante dalla madre che si dedicherà alla “vita”e orfano di padre, abbandonerà la scuola per aiutare lo zio Francisco nella sua attività di barcaiolo. Il mare diventerà la sua famiglia, fino a quando Livia entrerà nella sua vita. Per il suo sostentamento e del loro figlio infrangerà la legge del porto dedicandosi al contrabbando, e durante uno di questi viaggi clandestini, Jananìa lo farà suo. In un tal scenario di povertà la leggenda, sia divina sia umana, appare come un’amara consolazione, un’evasione mentale dalla prigionia della propria condizione di ultimi. Dal mar Morto, dove scompaiono, inghiottite le vite degli uomini, uscirà però viva la speranza, il miracolo che realizzerà un mondo nuovo, come tanto profetizzato dalla vecchia maestra del porto Dulce. L’amore è il motore del cambiamento: l’amore tra gli uomini, l’amore tra uomo e donna, tra Guma e Livia, un amore carnale e passionale, che cambierà le tradizioni, le leggi del porto.
Pagine dalla lettura scorrevole, avvolgente, che come un vortice d’acqua avvinghierà il lettore per portarlo giù verso il fondale, a scoprire la magia e la poesia del mare. Originale e piacevole risulta essere anche il gioco di stile dell’autore, tipico dei racconti trasmessi per voce, il quale, all’inizio di ogni nuovo capitoletto, riprende brevemente e ripete i fatti e i tratti dei personaggi, per imprimerli nella memoria: al lettore sembrerà di trovarsi davanti a un cantastorie e di ascoltare la voce di Amado e non il rumore dei passi della sua penna sul foglio di scrittura. Un libro che sa di sale, quello del mare, quello contenuto nelle lacrime delle vittime dell’ingiustizia sociale, e quello della vita, inteso come lotta, spirito di mutamento. Ne consiglio vivamente la lettura a tutti: Mar Morto è un libro che è uno scoglio dal quale potersi tuffare per immergersi nel mare della vita. Chi lo legge avrà la sensazione di dare in acqua le stesse bracciate dei suoi umili personaggi, di lottare allo stesso modo con le onde avverse, con la stessa stanchezza e la stessa libera bellezza. Il mare raccontato in Mar morto, come la metafora della nostra vita: nessuno può sentirsi escluso.
AUTORE
Jorge Amado
Amado, Jorge. – Scrittore brasiliano nato a Pirangi, San Paolo, 1912 e morto a Salvador 2001, è l’interprete più popolare dell’universo brasiliano per felicità inventiva e attenzione verso la realtà sociale del suo paese. Dal 1946 fu in esilio per la sua militanza comunista. Tra le opere incentrate su personaggi femminili si possono ricordare Gabriela, cravo e canela, Dona Flor e seus dois maridos, Teresa Batista cansada de guerra, tutte caratterizzate da toni ironici e picareschi.
Cullata dalle pagine di un buon libro come dalle onde del mio amato Ionio, trascorro la maggior parte del mio tempo libero a creare nuovi mondi con le parole. Spesso la realtà può esser una prigione e l’arte una possibile via di fuga. La mia curiosità è senza fondo e mi ubriaco con nuovi stimoli, storie, emozioni, luoghi. Se non vi rispondo subito è perché sto sognando tra le nuvole un mondo migliore!