No serie
Narrativa storica
Newton Compton
30 settembre 2022
ebook + cartaceo
256
Aprile 1944. Dopo aver vissuto per anni nascoste nel terrore di essere trovate, Rachel e la sorella minore, Mindel, vengono catturate dalla Gestapo e condotte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. La speranza di riuscire a rimanere insieme si infrange subito: Rachel, che ha diciassette anni, viene selezionata per il lavoro in una fabbrica di munizioni, mentre Mindel, che di anni ne ha solo quattro, viene mandata nel cosiddetto campo “stella” per prigionieri ebrei. Da quel momento la missione di Rachel diventa trovare Mindel, perché sa bene che è troppo piccola per sopravvivere da sola al campo di concentramento. Il lavoro massacrante in fabbrica, che consuma le mani e rovina gli occhi e i polmoni a causa degli agenti chimici, è reso ancora più gravoso dalla brutalità delle SS e dalla mancanza di cibo. Ma Rachel vuole sopravvivere. Deve farlo per sua sorella. Non ha intenzione di arrendersi finché non si sarà assicurata che Mindel è ancora viva e al sicuro.
Recensione di”Mai senza mia sorella” di Marion Kummerow, edito Newton Compton
“Perchè non c’è un’amica come una sorella, nei tempi bui e di tempesta”- Christina Rossetti
Mindel ha solo quattro anni quando, insieme alla sorella, viene portata al campo di Bergen-Belsen. Qui le sorelle vengono divise, la piccola Mindel viene assegnata al campo della stella, mentre Rachel rimane nell’ala femminile oltre alla recinzione.
Da questo momento in poi per le due sorelle inizia un vero e proprio calvario, ma nessuna delle due smette dei cercare l’altra.
COMMENTO PERSONALE
Marion Kummerow ci racconta in maniera intensa e diretta la storia di due sorelline ebree che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si trovano nello stesso campo di concentramento, seppur divise da una recinzione invalicabile.
La struttura del libro è semplice, il narratore è onnisciente e la tecnica che l’autrice usa è quella del capitolo alternato tra le due sorelline. Inutile dire che lo scenario che fa da sfondo mette i brividi.
Non è mai facile recensire un libro che tratta questo tipo di argomenti perché le emozioni che scatenano dentro di me sono veramente devastanti.
In “Mai senza mia sorella”, l’autrice ci mostra in maniera limpida e chiara la diversa percezione che le due bambine hanno di quello che le sta succedendo.
Mindel ha quattro anni ed è una bambina molto buona e tranquilla. Non capisce perché succedono certe cose e nella sua testolina si affollano un milione di domande a cui nessuno sa dare una risposta. La sua salvezza sono il suo amico Lazlo, prima, e Madre Birkmann, poi.
Atroce e da brividi è stato leggere i momenti in cui la Kammerow descrive i giochi che fanno i bambini quando si trovano fuori dalle baracche durante il giorno.
“«Facciamo un gioco», suggerì Fabian quando ebbero finto di mangiare. «Giochiamo a ebrei e SS», fu l’immediata risposta di tutti. Era il loro gioco preferito” – Mai senza mia sorella
Nonostante la situazione difficile in cui si trova e il dover iniziare ad essere autonoma già a quattro anni, la piccola Mindel non smette mai di cercare la sorella Rachel, chiedendo a chiunque se l’abbia vista.
Dall’altra parte c’è Rachel, una ragazzina di quattordici anni. A differenza della sorellina, Rachel viene scelta per essere mandata a lavorare prima in una fabbrica di munizioni e poi nelle miniere di sale. Lei è più grande rispetto a Mindel, ma è quella che soffre di più.
Le condizioni piscologiche e fisiche in cui lei e le altre detenute sono costrette a vivere sono atrocità indicibili e anche qui l’autrice le descrive in maniera molto diretta, facendo percepire al lettore tutto il dolore e la cattiveria intrisa in quei momenti.
“In cosa li avevano trasformati i nazisti? Non solo li avevano resi una sorta di subumani simili a bestie, ma anche dei veri e propri cannibali. Persone senza scrupoli. Se la sopravvivenza era in gioco, non c’era niente che contasse. Né la decenza, né l’orgoglio e neppure l’essenziale umanità”
Tanti sono i momenti di sconforto, angoscia e paura che prova Rachel. L’unica cosa che la tiene in vita e le dà la forza di alzarsi e andare avanti ogni mattina è il pensiero della sua sorellina Mindel. Deve trovarla, questo è il suo pensiero fisso.
Attorno alle due ragazze, vi sono una serie di personaggi realmente vissuti, ma l’attenzione del lettore rimane sempre focalizzata sulla storia di Mindel e Rachel.
Una storia fatta di momenti bui, sconforto, cattiverie, abusi, ma anche di speranza, fiducia, compassione e sottili legami.
Un bel libro anche se molto forte e diretto. 5 stelle.
E voi lettori, avete vissuto situazioni in cui vi siete dovuti aggrappare alla speranza per riuscire ad andare avanti?