
Romanzo storico
Byzantion
2020
Cartaceo+Kindle
387

Gli ultimi anni del ‘200 sono durissimi per il già provato Impero Bizantino, recentemente ricostituitosi a Costantinopoli, sotto la spregiudicata e agguerrita famiglia dei Paleologi.
Quel che rimane delle ricche province d'Asia Minore è caduto nell’anarchia. Bande di razziatori turchi, avide di bottino e terre, saccheggiano ripetutamente le campagne, costringendo i cittadini dell’impero a tentare una disperata fuga verso la costa o ad arroccarsi dietro alle mura di antiche e solide fortezze.
Nel frattempo Karman Bey, signore musulmano di Mileto, aumenta il suo potere a dismisura e raduna un esercito abbastanza grande da convincere la corte di Costantinopoli a rispondere con ogni mezzo a sua disposizione. Il sogno turco di conquistare la “regina delle città” sembra poter diventare una triste realtà.
Il Basileus Andronico II ripone le sue speranze nel giovane nipote Alessio Filantropeno, incaricandolo di porre definitivamente fine alla pressione nemica e conservare quanto rimasto, prima che sia troppo tardi. Alessio, euforico all'idea di mettere in mostra le proprie qualità come comandante militare, scoprirà che gli intrighi, i giochi di potere e la guerra hanno sempre un prezzo da pagare, e le sue illusioni giovanili andranno incontro ad una realtà amara.
“La guerra, figlio mio, la guerra ti cambia per sempre, ricordalo. E l’Asia, l’Asia ti entra dritta nelle budella”.
Tessalonica, 1293. Alessio Filantropeno viene incaricato dallo zio, il basileus Andronico II Paleologo, a intraprendere una missione militare in Asia Minore per cercare di non far cadere quel che resta dell’Impero Romano in mano ai Turchi e, allo stesso tempo, proteggere lo stesso impero dall’avanzata dei Mongoli.
1324, Alessio vede avvicinarsi la sua ultima ora e scrive una lettera in cui racconta al figlio Michele le vicende accadute durante la sua campagna militare. È la lettera di un padre amorevole, di un ragazzo non ancora uomo che, trascinato dagli eventi, si è trovato a compiere un’impresa che andava oltre le sue capacità. È un racconto in cui Alessio mette a nudo i suoi sentimenti, in cui cerca di far comprendere al figlio i suoi stati d’animo, le difficoltà attraversate cercando di fare la cosa giusta per la famiglia e per l’Impero, raccontando le sue gesta militari ma anche i suoi sentimenti di padre, marito e comandante di un esercito.
All’epoca la situazione in Asia minore era molto instabile. I Turchi imperversavano nella regione indebolendo le città minori allo scopo di arrivare a conquistare Costantinopoli, uccisioni di massa, stupri, razzie e violenze di ogni genere venivano subìte dalla popolazione inerme. Era necessario che l’Impero desse un segnale forte. Per questo Alessio viene nominato “doux” d’Asia da Andronico II che gli assegna pieni poteri militari. Alessio riesce, con intelligenza, capacità strategiche e lungimiranza, a trasformare un piccolo e misero esercito in un’armata degna di un impero, conquistando la fiducia di molti Turchi che si uniscono alle armate romane. Alessio però, probabilmente per la sua giovane età, sottovaluta il pericolo che la gloria porta con sé.
“La consapevolezza dell’inevitabilità della fine è il peso più grande che un uomo possa sopportare”.
Sono stato entusiasta del primo romanzo di Emanuele Rizzardi, giovane e talentuoso scrittore legnanese, “L’ultimo Paleologo”, ed ero davvero impaziente di tuffarmi nella lettura del suo secondo libro “L’usurpatore”.
Le aspettative non mi hanno deluso affatto. È davvero una bella storia, molto articolata ma scorrevole ambientata, anche questa, in un periodo e in un contesto geografico non usuale: l’Asia Minore a cavallo tra il XIII e il XIV secolo. Avvenimenti e protagonisti sono realmente esistiti e Rizzardi è stato capace di sublimare ottimamente gli aspetti storici con la sua immaginazione, su come i personaggi possano avere interagito e sulle dinamiche che li hanno portati a fare determinate scelte.
“Nulla unisce meglio gli uomini del vino e nulla li separa più del potere…forse solo le donne.”
L’autore si conferma un narratore eccellente, capace di amalgamare in maniera esemplare scene di guerra con momenti della vita di tutti i giorni, senza spezzare il filo narrativo e soprattutto senza interrompere la tensione del racconto.
La caratterizzazione dei personaggi è sviluppata in modo molto profondo, il lettore riesce ad identificarsi in ognuno dei personaggi protagonisti della vicenda, immedesimandosi nel pensiero e nel modo di vedere la vita anche di quelli “negativi”, così da comprendere (non giustificare) le azioni che li hanno elevati al loro ruolo, riuscendo anche a sviluppare i vari aspetti della loro vita come attori sociali.
Lo stile epistolare del romanzo mi è piaciuto molto e, anche sotto questo aspetto, Rizzardi è stato molto coraggioso, non è facile raccontare una storia così complessa in questa forma riuscendo a mantenere una certa eleganza descrittiva.
Avrei preferito (ma questa è una mia personalissima opinione) una descrizione più dettagliata delle battaglie intraprese. L’autore ha dimostrato nel suo primo libro di essere in grado di trascinare il lettore all’interno del campo di battaglia, tra i soldati che lottano per la vittoria, e mi è un po’ dispiaciuto stavolta non trovarmi protagonista in mezzo ai combattimenti.
Da segnalare qualche refuso che tuttavia nulla toglie al valore dell’opera.
Insomma, vale davvero la pena leggere “L’usurpatore”, è un frammento di una parte di storia forse poco conosciuta ma molto affascinante che ci fa immergere in un periodo storico molto importante, che ha posto le basi per il fiorire dell’impero ottomano.

Luca Martorana, siciliano classe ‘73, è un ex giocatore professionista di pallacanestro e grande appassionato di “Heavy Metal”. Appassionato lettore, divora libri fin da bambino. E’ un patito di cinema e serie tv, soprattutto se di fantascienza. Ama esplorare strade sempre nuove in sella alla sua Harley. Nel tempo libero lavora….ma niente di serio.