Narrativa contemporanea
Evelyn Miller
14 gennaio 2019
kindle
225
“Ciascuna delle due parti desiderava ricongiungersi all’altra. Non più due, ma un’anima sola. La ragione è questa, che la nostra natura originaria è come l’ho descritta. Noi formiamo un tutto: il desiderio di questo tutto e la sua ricerca ha il nome di amore. Se questo stato è il più perfetto, allora per forza nella situazione in cui ci troviamo oggi la cosa migliore è tentare di avvicinarci il più possibile alla perfezione: incontrare l’anima a noi più affine, e innamorarcene.”
(Simposio, Platone)
«Perché? Perché continui a ferirmi? Ricordo benissimo quel tuo sguardo… e non posso sopportarne il peso, mi fa troppo male, non lo capisci? Non posso sopportare che tu cerchi in me qualcosa che non esiste più, che rimanga deluso dal fatto che sono così… tu ami una parte di me – una versione di me? – scomparsa. Ma io sono qua. Io esisto in questo tempo e sono diversa da com’ero prima. Puoi accettarlo? Dimmelo! Puoi amare questa nuova versione di me? No, non puoi, lo so… come potresti accontentarti del riflesso della felicità?»
“Una leggenda racconta: ci sono delle persone che sono legate da un filo invisibile e che potrebbero stare persino agli antipodi ma sarebbero comunque legate da quel filo”
Ian E Allie: noi siamo quelle persone….siamo di quella specie con le nostre diversità, con le nostre divergenze, con le nostre discussioni…con il nostro tutto e il contrario di tutto…ma pur sempre legate.
Evelyn Miller ci porta all’interno delle nostre emozioni quando si tratta di innamorarsi oppure delle nostre ossessioni quando si tratta di rottura di rapporti.
Sicuramente non è il più bel libro che abbia letto, non mi ha entusiasmato, una storia che si trascina tra una lei (Allie)che continua a correre in qualsiasi momento dal suo ex amore, e un lui (Ian) che continua a rimanere attaccato a lei in modo morboso e ossessivo.
“Sto combattendo contro una forza che non posso sconfiggere. Il fato ci ha legati con quel dannatissimo filo, dopodiché l’ha spezzato…e per quanti nodi io abbia fatto non sono riuscito a ritrovare…a ritrovare quella felicità”
L’ossessione di Ian era Allie…Lei era tutto quello che si può chiamare felicità. Un ricordo, un sorriso, difficile dimenticare, difficile dimenticarla.
In realtà Allie è sempre lì, accorre in aiuto di Ian in qualsiasi momento, ma l’amore, quello no; quello è un’altra cosa, è stato altro, un tempo, quando si amavano. Poi lei è cambiata e la felicità di Ian è sfuggita di mano, quella felicità del volto di lei, delle sue mani, del modo di camminare: il tutto si è trasformato in una ossessione da quando lei ha troncato la sua storia d’amore con Ian; ma il rapporto ancora c’è ed Allie si materializza come Ian ha bisogno.
La confusione di Ian è per lui un disagio, un pensiero fisso che toglie il respiro, che non ti fa vivere come vorresti o meglio che ti fa stare in un limbo da cui difficile uscire. L’altalena di emozioni e contraddizioni connesse prima con l’innamoramento poi con la rottura è simile ad una patologia che Ian esprime anche con la sua arte, la pittura, lanciare i colori su di una tela per sfogare un proprio istinto, un mal di vivere, la sensazione di perdersi per un amore.
Realizzare il distacco, comprendere quel senso di mancanza che fa così male dentro, lasciare andare l’altra persona, trovare nuovi equilibri, tutto molto complicato per Ian.
“Non posso esistere senza di te. Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti: la mia vita sembra che si arresti lì, non vedo più avanti. Mi hai assorbito. In questo momento ho la sensazione come di dissolvermi: sarei estremamente triste senza la speranza di rivederti presto. Avrei paura a staccarmi da te. Mi hai rapito via l’anima con un potere cui non posso resistere; eppure potei resistere finché non ti vidi; e anche dopo averti veduta mi sforzai spesso di ragionare contro le ragioni del mio Amore. Ora non ne sono più capace. Sarebbe una pena troppo grande. Il mio Amore è egoista. Non posso respirare senza di te.”
Dopo anni d’incrollabile forza e resistenza, piango. Verso lacrime perché permetto a Ian di stravolgere il mio equilibrio. Piango perché non sono capace di amarlo. Piango perché continuo a rifiutare l’amore.
Un romanzo rosa, possiamo dire con sfumature psicologiche e con una fine inaspettata. Per lo più una lettura facile e scorrevole a tratti ingarbugliata e povera di contenuti. Il punto focale, questa ossessione, non è trattato in modo approfondito, rimane sempre superficiale quasi puerile nelle azioni e nei pensieri come se nemmeno i protagonisti fossero convinti.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.