Le indagini di Diego Celli
Giallo
Gruppo Albatros Il FIlo
27 aprile 2022
ebook, cartaceo
156
Il tenente Diego Celli è alle prese con una nuova difficile indagine: trovare il colpevole dell'assassinio di un viados, trovato morto nel bosco Balìn di Mestre, colpito da diverse e mortali bisturate.
Ad aiutarlo, due medici e una provocante nonché furbissima donna, Tristana Cavalcaduro.
L’ex chirurgo Roberto Moretti ha deciso di cimentarsi con la letteratura: “L’omicidio nel bosco” è la sua prima opera e fa parte di una trilogia con protagonista il tenente Celli.
Siamo a Mestre che, tra l’altro, è anche la città dove ha vissuto e lavorato Moretti. Nel bosco Balìn è stato ritrovato il cadavere di un transessuale, colpito da quello che sembra un bisturi chirurgico e lasciato lì a morire dissanguato.
Il Tenente Diego Celli, riconoscendo quelle che sembrano ferite precise e non casuali, chiede l’aiuto di due suoi amici, i chirurghi Primino e Poretti. Fin da subito, questi gli confermano che il colpevole non può essere altro che una persona esperta nell’utilizzo del bisturi e, quindi, quasi sicuramente un medico.
“Al termine schioccò la lingua, gustando il vino, ed emise la sentenza: “Sono di un cadavere sepolto di recente, sabbia e sottobosco, ferite rettilinee con lama affilata, fatte post mortem, non c’è sangue rappreso; ma… per dopo, bianco o rosso?”
L’indagine, però, sembra essere molto complessa, in quanto, pochi anni prima, un altro medico era stato accusato di aver ucciso un viados. Il dottor Paiano, però, dal carcere, si dichiara innocente e dice che qualcun altro sta architettando questi terribili delitti.
Tra battute al vetriolo, cene e bevute, e con la presenza di una bellissima donna, Tristana, a fargli da braccio destro nelle ricerche, Celli sbroglierà la matassa, ma sarà assolutamente troppo tardi.
“L’omicidio nel bosco” è un romanzo giallo molto leggero e che si fa leggere facilmente.
Tristana riprese. “Il trans che hai trovato morto nel bosco Balìn non è stato ucciso in quel posto… il tacco che avevi visto documenta il trascinamento. L’autopsia ha dimostrato un avvelenamento, anche se non mortale, da soluzione arsenicale di Hoffman; i tagli sono stati inflitti dopo la morte” – L’omicidio nel bosco
Sono davvero belle le ambientazioni nella pianura padana, con le nebbie, il freddo e anche i riferimenti a Mestre e Venezia, città molto conosciute che, però, in questo romanzo, rivestono un ruolo inedito e sono descritte in maniera totalmente diversa dal consueto.
Tuttavia, l’intreccio del giallo poteva essere molto migliorato. L’andazzo ridanciano, i dialoghi pieni di battute, di barzellette, di allusioni sessuali fanno perdere al lettore il focus sui punti cardine della trama.
Ci si ritrova, così, a due terzi del libro, a non ricordarsi quasi quel personaggio, citato per poche righe all’inizio e che, invece, alla fine ricopre un ruolo fondamentale nel dipanarsi della storia. Questo non fa sicuramente un bell’effetto su noi lettori che, forse, avremmo preferito meno contorno e un po’ più di focus sulle questioni fondamentali.
Il generale aprì la porta e mentre stava per andarsene disse: “Temo che il killer si sia impadronito delle sue mutande… come si chiamano quelle piccole… del suo perizoma. Tristana non è un buon segno, stia attenta…”
A tutto questo, si aggiunge uno stile talvolta maccheronico, infarcito di allusioni, battute, oscenità, che può piacere, come no, ma che sicuramente è adatto ad un pubblico solo adulto. E, perché no, diciamo pure solamente maschile.
In effetti, l’intero romanzo sembra un esercizio di mascolinità e di cameratismo da parte di un uomo circondato da uomini e che guarda le donne sempre un po’ con diffidenza, come succede, infatti, tra Celli e Tristana.
Nel complesso, un giallo leggero, ripieno di dinamiche simpatiche, dove si vede benissimo l’esperienza di vita dell’autore tra le pagine.
Nella vita mi occupo di Digital ma la passione per i libri mi accompagna fin da bambina. Prediligo i romanzi introspettivi che fanno pensare e strappano qualche lacrima ma non leggo mai romanzi d’amore: l’amore deve essere vissuto.